domenica 30 dicembre 2012

DISCORSO DI FINE ANNO























"cari alpignanesi buongiorno,
sono Tamara Del Bel Belluz, esponente della Lista Civica indipendente Alpignano SiCura, presente in Consiglio Comunale dal giugno 2011. 
Ringrazio in primo luogo il gruppo che rappresento, spero degnamente, che mi ha sempre sostenuta e a cui sono riconoscente, per aver confidato nelle mie capacità; ringrazio anche tutti coloro che seguono questo blog, appuntamento settimanale ormai fisso per molti cittadini.

A conclusione di quest'anno, vorrei condividere con voi le mie riflessioni, su alcune questioni che mi stanno molto a cuore.

Come ricorderete, ci siamo posti un obiettivo molto alto, quando ci siamo costituiti, ovvero tentare di vincere le elezioni comunali da soli, perché in quel particolare momento

domenica 23 dicembre 2012

IL MONDO NON E' ANCORA FINITO



Alla fine del 2012 siamo in grado di fare un bilancio, dal nostro punto di vista, dei primi 19 mesi di governo Da Ronco, e ipotizzare la direzione che prenderanno gli eventi politici dei prossimi anni? Dovrebbe già essere possibile; difatti dovrebbero essere già state poste le basi per la realizzazione dei 93 punti del programma di mandato, ogni novità dovrebbe già essere stata impostata e dovremmo poter già intravvedere le ricadute sul medio-lungo periodo.
Ma se il buongiorno si vede dal mattino e il mattino è effettivamente ormai trascorso, si potrebbe dire che, rispetto alle ragioni che ci preoccupavano, e che hanno convinto noi di Alpignano SiCura a metterci in gioco con l'ambizione di governare il paese, è cambiato pochissimo. Il mattino è iniziato, come tutte le mattine, al buio; ma una preoccupante eclissi continua a oscurare l'orizzonte e non vediamo ancora dove stiamo andando. 
Certo chi governa attribuirà, com'è tipico, gran parte delle responabilità dei rallentamenti a una crisi epocale (già peraltro evidentissima durante la campagna elettorale) e alle scelte del governo italiano. Ma non è una giustificazione che noi accettiamo.
Noi continuiamo a non vedere il manifestarsi di segnali di rinnovamento nel linguaggio, nelle attitudini, nelle idee e nelle proposte dei nostri amministratori. Se a questo associamo i problemi economici, che stanno davvero attanagliando la nostra civiltà, perché di questo si tratta per buona parte degli intellettuali contemporanei, del declino di un modello di civiltà (succede, nella storia), allora noi pensiamo che quanto viene propagandato, nel modo in cui viene portato avanti, non darà una risposta ai problemi atavici della nostra città. Perché in quel modo di condurre la cosa pubblica noi continuiamo a riscontrare gli stessi rischi che ancora oggi, dopo mesi e mesi di polemiche e di proclami, ritroviamo anche sulla scena nazionale.
Non è stato fatto altro che riproporre le stesse cose che già c'erano, esattamente nello stesso modo. Dove stanno le novità? La vera svolta politica è stata puntare su una buona tenuta della maggioranza, con una tecnica che noi riteniamo discutibile.
La compresenza dell’immagine di città dormitorio e di preoccupazione per la possibile perdita di garanzie, che per generazioni hanno tutelato le fasce deboli e i lavoratori, sono effettivamente una gravosissima realtà, la cui soluzione non è certamente facile. Però va fatto un tentativo di cambiamento, di rinnovamento del modus operandi, che può trovare spazio solo se si prescinde dalle regole di partito, di coalizione, di premio elettorale, di scambio.
E probabilmente risolto il primo dei problemi si risolverebbe anche l’altro, e a cascata si innescherebbe una serie di micro-processi interdipendenti. Immaginiamo risorse pubbliche non solo più destinate a rotatorie e al mantenimento di un patrimonio già obsoleto sul nascere, ma anche a progetti concreti di risoluzione del problema atavico della mancanza assoluta di sistemi di start-up lavorativo per giovani e categorie a rischio, a reti efficaci di interscambio tra professionisti, aziende, disoccupati. La vocazione naturale di un paese come il nostro non va ricercata nel centro commerciale, nell’industria, o, peggio, nell'edilizia, ma è piuttosto in un sistema diffuso di artigianalità e commercio al dettaglio, di creazione e valorizzazione di eccellenze locali, che devono necessariamente essere incentivati e rivitalizzati, insieme a un centro storico straordinario; invece si assite, pensando ad altro, a questa lenta agonia attribuendo le responsabilità dei propri limiti a enti di ordine superiore.
Noi crediamo inoltre nel valore fondamentale dell'istruzione pubblica e della scuola, che l'ente locale dovrebbe salvaguardare sopra ogni cosa. Non si fa che invocare un radicale cambiamento di mentalità, nel nostro paese, e allora come si può pensare di non iniziare una rivoluzione culturale proprio a partire dall'istruzione primaria? Una scuola assente, che chiede alla propria città solo un sostegno economico, non può operare nessun cambiamento. E qui la volontà politica dovrebbe esercitare la propria funzione principale, ovvero condividere.

Siamo convinti che amministrare oggi un paese in crisi significhi come prima cosa cambiare le regole e le logiche della comunicazione politica; per compiere questo cambiamento occorre intervenire sugli schemi retorici e sul modo di affrontare le discussioni, a partire dal lavoro in Consiglio Comunale.

Noi vorremmo che il Consiglio Comunale si trasformasse dal luogo dello scontro al luogo del confronto aperto e nel merito delle questioni, perché siamo sicuri che le buone idee nascano solo se si abbandona la cultura del sospetto. Ma perché ciò avvenga è necessario prima avere dei segnali, che noi ancora non siamo stati in grado di cogliere.

Continuare a reiterare le stesse procedure, a mantenere gli stessi rapporti, a ripristinare modelli e tentare di recuperare persone-chiave non può essere considerato, per noi, ora, un segnale positivo.
Con questo messaggio rivolgiamo un pensiero a tutti gli alpignanesi, non solo per augurare festività più serene possibili, ma per invitare a riflettere sul vero valore universale del Natale e dei suoi doni: cercare di comprendere dove stia la differenza fondamentale tra la ricerca del benessere individuale e quella del benessere collettivo.

venerdì 14 dicembre 2012

Ma di chi è la piazza?



Dopo il nostro post sull’Armata Brancaleone ci provano anche altri a fare gli spiritosi: e così passiamo dal più volgarotto Brignolazzo da Ciriè, al più ricercato ma non privo di contraddizioni “pensavo che quelli di destra non scendessero in piazza”, riferito al nostro intervento, peraltro molto apprezzato dai cittadini, in Piazza VIII marzo di sabato scorso, giorno in cui in piazza c’erano un po’ tutti.
A seconda di come tira il vento stiamo, per i nostri attenti detrattori, o con i comunisti-che-mangiano-i-bambini (basta pensare ai commenti in occasione delle primarie, a seguito dei quali abbiamo letto un comunicato in Consiglio Comunale, che qui sotto riportiamo), oppure nelle file della destra, nella convinzione che essere “di destra” possa costituire uno scandalo, in un mondo in cui il neoliberismo si è imposto come cultura dominante, anche tra i partiti cosiddetti di centro-sinistra.
Difatti, quando serve, la cosiddetta “destra” e la cosiddetta “sinistra”, in tutta evidenza, riescono anche a trovare un accordo.
Con quale presunzione poi si affibbiano etichette che non corrispondono alla realtà? Qualcuno, che ancora non si è accorto di come sta andando il mondo, pensa possa fare un certo scalpore questa visione dualistica e post-bellica della politica, pensando così di spazzare via tutti i demoni di casa propria.
Noi pensiamo ragionevolmente che il nostro ruolo sia di fare una buona opposizione, ovvero basata SUGLI ATTI, e che la maggioranza debba governare, dimostrando CON I FATTI che la minoranza è in errore.
Non è certo con le sparate gratuite sugli avversari, che si valorizza la propria azione di governo.
La difficoltà a mantenere un contegno di indifferente superiorità forse è dovuta al fatto che nelle file dell’opposizione ci sono partiti che sia individualmente, sia complessivamente, hanno il sostegno della maggior parte degli alpignanesi, soprattutto a livello di preferenze personali.
Per questo possiamo perdonare qualche nervosismo a chi deve ogni giorno dimostrare di essere all’altezza del ruolo, sapendo che il consenso, tra chi siede nei banchi di maggioranza, è garantito da un pugno di voti di preferenza…

COMUNICATO AL CONSIGLIO COMUNALE DEL 27 NOVEMBRE 2012
“Ci pare doveroso un piccolo richiamo alla natura indipendente della nostra lista Civica Alpignano Sicura, nata per portare avanti un progetto su scala locale. Non è pertanto nei principi che stanno guidando il nostro lavoro quello di trovare a livello nazionale un alter ego in cui identificarci.
Per questo motivo ci sono sembrate del tutto gratuite - e forse anche un po’ scontate - le osservazioni a noi rivolte nel periodo preparatorio al voto delle primarie per la coalizione del centro-sinistra, ovvero di essere fautori di un sostegno politico al candidato Renzi.
Smentisco qui queste insinuazioni a nome di tutti i componenti del nostro gruppo: a differenza di altri non abbiamo condotto nessuna campagna di invito al voto, né tramite sistemi di spam, né tramite banchetti griffati, né tramite passaparola.
Se tutto questo nasce per una facile associazione di idee, in quanto una simpatizzante di Renzi, coniugata a un appartenente alla nostra lista, si è impegnata personalmente e direttamente in occasione delle primarie, crediamo che l’unione nel sacro vincolo del matrimonio lasci tuttavia alle persone libertà di pensiero, autonomia d’azione e facoltà di scelta individuale.”

giovedì 6 dicembre 2012

ALPIGNANO SICURA IN PIAZZA VIII MARZO L'8 DICEMBRE


LO SAPEVATE?

Che sta per essere soppresso il passaggio a livello di Via Verdi, senza un progetto di viabilità alternativa? L’amministrazione in carica ha approvato una convenzione con RFI spa, che rende effettiva questa decisione, permettendole di incamerare 2.800.000 euro. Entro 180 giorni dalla firma, il passaggio a livello verrà definitivamente chiuso e l’unica opera certa finora finanziata per circa 300.000 euro è l’adeguamento del sottopasso pedonale di via Pietre. Le altre opere sono per ora sulla carta: un tratto di viabilità stradale nel tratto compreso fra via Rivoli e via Valle, compreso un (nuovo?) sottopasso ferroviario veicolare, una rotatoria tra Alpignano e Rivoli, una passerella o sottopasso pedonale di collegamento fra via Verdi e via XXV Aprile, un nuovo sottopasso pedonale di accesso alla stazione di Alpignano. Se le opere non saranno economicamente sostenibili, resteranno incompiute o a carico dei cittadini alpignanesi?

Che il Movicentro, iniziato nel 2006, ci costerà oltre 4,5 milioni di euro? Di soli ripristini, dovuti a incuria, razzie e vandalismo, per lo stato di abbandono, spenderemo 300.000 euro. Un intero piano non verrà ultimato, non si è nemmeno sicuri del trasferimento della biglietteria RFI e delle attività commerciali che sembravano certe, non è possibile prevedere i costi di gestione. E intanto viene realizzata una fontana, finanziata per ulteriori 90.000 euro, di cui l’Assessore, interrogato da noi in Consiglio, non sa definire i caratteri di pubblica utilità.

Che il Palasport, concepito durante il secondo mandato Accalai, è stato finalmente ultimato? Ma l’Amministrazione a oggi non ha ancora stabilito come gestirlo. E intanto il Bocciodromo è inagibile e non esiste più alcun edificio dove sia possibile ospitare manifestazioni al coperto.

Che la Piscina comunale, voluta fortemente dal primo governo Accalai, con l’avallo dell’attuale Sindaco, relatore del progetto, ci costa circa 800 euro al giorno di mutuo, per i prossimi 20 anni, ovvero circa 340 euro per abitante, neonati compresi? Il Comune era garante per il privato concessionario che l’ha costruita, che non ha più pagato. E intanto si attende da ormai tre anni una soluzione al problema.

Che non è stata ancora effettuata nessuna ricognizione sul patrimonio pubblico dell’ente, con l’obiettivo di ridurre i costi di gestione con interventi per il contenimento energetico? Per fare un esempio, solo di riscaldamento e illuminazione spendiamo circa 700.000 euro all’anno. Eppure l’ecologia è la bandiera del partito che sostiene il Sindaco.

Che è stato rinnovato fino al 2018 l’appalto della mensa scolastica, per circa 4.000.000 di euro, nell’assoluta convinzione – non suffragata da una gara - che l’offerta sia già la più vantaggiosa sul mercato europeo? Intanto alcuni progetti di miglioria previsti dall’amministrazione, a carico dell’appaltatore, come l’insonorizzazione delle mense, gli approvvigionamenti a km zero, il recupero degli avanzi, non sono ancora partiti.

Che verranno realizzate due rotatorie tra via Cavour e via Migliarone, e tra via Cavour e via Venaria, per un costo di 530.000 euro? E intanto ci sono strade senza marciapiedi, senza attraversamenti pedonali sicuri, con grosse incongruenze nei numeri civici e nella toponomastica, non ci sono piste ciclabili in sicurezza, non si riesce ad attraversare la ferrovia con un passeggino, ci sono rotatorie, come quella di via San Gillio, che sono provvisorie da anni.

Che l'Amministrazione, ha concesso all’Hotel Parlapà l’uso gratuito della Fornace, di proprietà comunale, in cambio di una sala del centro congressi dell’hotel, per lo svolgimento del Consiglio Comunale? L’amministrazione in carica, appena insediatasi, ha ripristinato la Sala Consiglio del Palazzo Comunale di Viale Vittoria, senza ridefinire i termini dell’accordo, per cui concede un proprio bene a un privato senza nulla in cambio.

Che abbiamo partecipato ai lavori per la cosiddetta “Commissione Locagev”, votata all’unanimità dal Consiglio Comunale, dei cui esiti però i cittadini non possono essere informati, perché secretati? Perché i cittadini non hanno diritto di sapere come lavorano amministratori e dipendenti pubblici, per il cui servizio spendiamo più di 3.000.000 di euro all’anno.

Alpignano SiCura scende in Piazza VIII Marzo, 
sabato 8 dicembre, dalle ore 10.00.
Per parlare con i cittadini.