Assai schematicamente si possono dividere gli esseri umani in due
grandi categorie, gli strateghi pianificatori e quelli “dell'ultimo momento”.
Se questi ultimi manifestano un atteggiamento fatalista e disinvolto rispetto
alla necessità di tenere tutto sotto controllo, vivendo alla giornata, tra i
primi dovrebbero potersi collocare le personalità di coloro che decidono di
prendersi cura delle città e dei propri abitanti.
Pianificare, organizzare, per
raggiungere obiettivi chiari e corrispondenti al programma di mandato.
Invece pare che oggi i politici, a
partire da quelli locali, sembrino un tantino disorientati e, soprattutto,
indecisi. Indecisi non perché le cose da decidere siano complesse, non perché
le correnti politiche abbiano smesso da tempo di indicare un orizzonte comune, ma
indecisi perché la politica si è distratta molto a pensare al tema della “leadership”,
evidentemente per la debolezza dei partiti.
A partire dalla politica locale.
La questione del passaggio a
livello di Alpignano è emblematica di questa breve premessa.
All’esaltazione da campagna
elettorale per qualsiasi inezia, comunicata attraverso tutte le fonti possibili
(sms, giornali locali, newsletter, sito web, giornalino, volantini) seguono
sempre funambolici tentativi di giustificare con la banalità della retorica le
scelte effettuate fino a ora, tra cui quella nefasta della chiusura del
passaggio al livello. Essa è avvenuta non solo prima che l’amministrazione abbia
realizzato una viabilità alternativa (almeno quella pedonale ci era stata
promessa), ma addirittura prima ancora di decidere se e quale viabilità
realizzare. Ovvero: ci facevano gola i soldi, e siamo andati avanti, senza una
precisa convinzione sul da farsi (tant’è che si deve ricorrere ai
facilitatori). Costi quel che costi, anche distruggendo quel poco di autonomia
di coloro che, non potendo muoversi liberamente, godevano della possibilità di
attraversare la città senza intoppi. Saranno loro a scontare i tempi
pachidermici della nostra burocrazia.
E si trattava solo di ristrutturare un sottopasso pedonale, un’opera modestissima. Se in più di un anno non si è riusciti nemmeno ad avviare i lavori per un semplice restyling di un sottopasso pedonale, possiamo cercare di immaginare che cosa significherebbe vedere al lavoro questa amministrazione nel realizzare il famigerato sottopasso veicolare di Via Verdi?
"Noi amministriamo avendo al primo posto gli interessi della Città e dei nostri Cittadini", enfatizza coraggiosamente il Sindaco nell'ultima newsletter, del 28 agosto.
E si trattava solo di ristrutturare un sottopasso pedonale, un’opera modestissima. Se in più di un anno non si è riusciti nemmeno ad avviare i lavori per un semplice restyling di un sottopasso pedonale, possiamo cercare di immaginare che cosa significherebbe vedere al lavoro questa amministrazione nel realizzare il famigerato sottopasso veicolare di Via Verdi?
"Noi amministriamo avendo al primo posto gli interessi della Città e dei nostri Cittadini", enfatizza coraggiosamente il Sindaco nell'ultima newsletter, del 28 agosto.
Se l'obiettivo dell'amministrazione
era di chiudere il passaggio al livello, bene, direi che l'obiettivo è stato
raggiunto. Ma se l'obiettivo era di riorganizzare la viabilità nel comune per
attenuare l'impatto ambientale dell'infrastruttura ferroviaria (problemi che altrove
sono stati risolti da qualche decennio), allora direi che siamo veramente con l'acqua alla gola. Non solo in senso letterale,
dato che la provinciale 178 va a mollo quando piove forte, ma anche perché ora
ci vorranno anni per dare ad Alpignano un’alternativa, e forse a questo punto
le speranze si ridurranno sempre più, soprattutto se, come
dichiarato dall’Assessore ai LL.PP., Alpignano persegue la scelta
campanilistica di non provare nemmeno a condividere un progetto con il Comune
di Rivoli.
Intanto è pur certo che verrà
sfruttata l’occasione per dire: visto, è successo quello che dicevamo, quindi
ci vuole proprio un altro attraversamento, e il sottopasso di Via Verdi s’ha da
fare. Così, al prossimo nubifragio, saranno due i sottopassi da monitorare ed
eventualmente da chiudere, mentre l’organico dei vigili urbani resterà sempre
lo stesso.
Noi su questi aspetti abbiamo
cercato in più occasioni di sensibilizzare l’opinione pubblica. è ora però che anche i cittadini
facciano sentire la loro voce. Soprattutto coloro che hanno avuto e che avranno
dei danni diretti e indiretti da questa scelta e da questa indecisione.
Bisognerebbe ora, a due anni
compiuti di mandato, fare la conta delle cose fatte e da farsi.
O il rischio è di arrivare a fine
mandato con l’acqua alla gola, e che venga data da bere a chi non è
adeguatamente informato.