venerdì 28 novembre 2014

27 NOVEMBRE 2014: LA CONVENZIONE R.F.I. COMPIE DUE ANNI

Il 27 novembre 2012 il Consiglio Comunale approvava per la seconda volta la convenzione destinata a trasformare il volto della mobilità alpignanese: quella con la Rete Ferroviaria Italiana, che avrebbe sancito la chiusura del passaggio a livello.
Alpignano SiCura si dichiarò fermamente contraria, perché non c’era nulla che facesse capire che la strada intrapresa da questa amministrazione avrebbe portato dei vantaggi alla comunità alpignanese. Si trattava di poche righe, vaghe, senza un progetto, senza un cronoprogramma, senza una ripartizione delle risorse; che però il Sindaco e la sua maggioranza difesero strenuamente - e non abbiamo mai capito il perché. Non hanno mai accettato di indire un Consiglio Comunale aperto, su questa faccenda, nonostante le nostre ripetute richieste, e di guardare in faccia i cittadini.
Non era il primo atto, ma la rettifica di un’approvazione già avvenuta qualche mese prima, il 12 maggio 2012, che per qualche distrazione della maggioranza non era stata accettata da RFI e rinviata al mittente.
Noi abbiamo trattato diffusamente tutti gli aspetti della questione sul nostro blog, sui giornali e in consiglio comunale, per sensibilizzare l’opinione pubblica, che ha provato a fronteggiare l’amministrazione, ma senza successo, trovando solo un muro di gomma.
Nonostante le promesse di non abbandonare i cittadini alle loro difficoltà, il 2 agosto 2013 viene chiuso il passaggio a livello, SENZA CHE I PROMESSI LAVORI DEL SOTTOPASSO DI VIA PIETRE VENISSERO NEMMENO AVVIATI.
Il Sindaco, con la tipica insofferenza di chi non si cura troppo dei problemi altrui, ribadiva alla stampa locale, il 29 agosto 2013: “a dirla tutta, le ferrovie ci regalano tre milioni di euro, avremo qualche mese di disagi ma finalmente Alpignano non sarà più tagliata in due”. Qualche mese di disagi? Siamo a ben SEDICI MESI di disagi e sofferenze, senza sapere ancora quanto dovremo attendere, imposti sulle spalle di chi vive su una sedia a rotelle, di chi si muove in bicicletta, di nonni e genitori con i passeggini, di chi ha semplicemente DIRITTO, come cittadino di una società moderna, di muoversi senza barriere.
Alpignano è e sarà ancora per lungo tempo divisa in due.
Siamo a fine novembre 2014, a due anni e mezzo dalle prima presentazione delle Convenzione con RFI, e tutto è ancora in alto mare.
Se in due anni e mezzo non si è riusciti a far partire il restyling di un sottopasso, come potrà mai questa amministrazione godere della credibilità necessaria per fare le rimanenti ambiziosissime opere previste?
Non c’è stato nulla che abbia funzionato, dalle modifiche alla Convenzione, al farsi stazione appaltante, all’incarico di progettazione partecipata, allo strano ritardo dell’avvio dei lavori di Via Pietre.
Eppure ad agosto 2014 esce un trafiletto su “La Stampa”, che il Sindaco prontamente il 19 agosto pubblica sul suo profilo Facebook, in cui si dichiara, rispetto ai lavori per il rifacimento del sottopasso di Via Pietre, che “il cantiere a settembre apre ed entro l’inverno l’opera sarà pronta”. “Si ma quale inverno?”, interviene un iscritto. Una battuta di spirito inquadra il problema: sono le consumate tattiche della comunicazione politica. Che però secondo noi non portano da nessuna parte, perché i cittadini possono essere distratti ma non babbei.
Qualche tempo prima, il 7 agosto 2014, si ritrova un altro post di Da Ronco, sempre sul suo profilo Facebook: “Nuovo sottopasso in via Pietre. Sono partiti in questi giorni i lavori per il rifacimento del sottopasso pedonale. Era dal 1979 che nessuno interveniva sulla struttura e il cantiere procederà con la necessaria messa a norma.” Una CLAMOROSA FANDONIA, perché il cantiere non è aperto ancora oggi.
Il Sindaco si sta impegnando ad aggiornare ossessivamente il suo profilo Facebook, con una serie inesauribile di argomenti e azioni di pura inutilità rivolte ai pochi sostenitori rimasti. Vittima del voyerismo che dilaga nella società nel suo complesso, rischia di perdere il contatto con la realtà. Due mondi paralleli che non comunicheranno mai più, mentre il Sindaco si crogiola in newsletter di autoelogio compulsivo, quando tutto il paese probabilmente non perdonerà i numerosi problemi che si accumulano e il logoramento di una città che è diventata ancora più invivibile.
Noi avevamo già chiesto le dimissioni del Vice Sindaco, a marzo 2014. Ma stavolta crediamo non basti più. In tutto questo secondo noi c’è qualcosa di profondamente sconcertante, ed è la totale indifferenza nei confronti dei problemi di mobilità dei cittadini, da parte del Sindaco e delle forze politiche che lo sostengono.
Non solo il Vice Sindaco, ma anche il Sindaco e tutti i consiglieri di maggioranza - che sono responsabili davanti agli alpignanesi allo stesso livello - devono chiedere scusa ai cittadini, riaprire il passaggio a livello e RASSEGNARE LE DIMISSIONI.

venerdì 21 novembre 2014

S.E.L.fie



L’autoscatto di Sel e della maggioranza, che ha sempre portato il Sindaco Da Ronco a dire “noi siamo forti”, ritrae oggi un gruppo con il sorriso teso.
L’abbiamo sentito quasi in ogni consiglio comunale: “siamo forti, siamo ancora tutti qui” (avremmo voluto riportare qualche link ai video delle riprese comunali, ma non sono disponibili, purtroppo… chissà perché continuiamo a farli, dato che ci costano più di 500 euro a serata!).
Dal prossimo Consiglio Comunale la maggioranza perde due pezzi in un colpo solo, due pezzi di SEL, di quelli che, a modo loro, tentavano di animare la discussione di una maggioranza quasi sempre silenziosa e consenziente. Forse consenziente per quieto vivere, forze silenziosa perché studiare gli atti richiede molto tempo.
Scrivevano su “Lo Spiffero” all’indomani delle elezioni una delle versioni che ha sempre circolato sulle bocche degli alpignanesi fin dalle elezioni del 2011, di quelli che conoscono la storia della loro città: “Si è partiti da 10 candidati sindaco, alla fine ad Alpignano l’ha spuntata Gianni Da Ronco, candidato di sinistra Ecologia e Libertà, ma soprattutto l’uomo dell’ex primo cittadino Giuseppe Accalai, ras di una città che in fondo ha sempre controllato o cercato di controllare per interposta persona.”
Ma adesso chi controlla la maggioranza? Con chi si farebbe un selfie Da Ronco (e non solo lui) se oggi potesse scegliere? Noi pensiamo di saperlo…

Comunque, il Consigliere Elvio Pani lascia la maggioranza senza dichiarazioni: che differenza di stile, tra chi esce senza voler attirare troppo l’attenzione e chi invece come noi convoca conferenze stampa per restare sempre sulla cresta dell’onda!!! O forse non abbiamo nulla da nascondere?
Emanuela Andrini invece dismette i panni del consigliere per indossare quelli del dipendente comunale. E per non farsi mancare nulla, resterà anche a capo di SEL, partito di cui è Segretaria? Aspetteremo questo responso. Ma se quell’aspetto restasse nostro malgrado invariato, dato che i partiti sono per antonomasia “di parte”, immaginiamo lo sforzo titanico che l’ex consigliere-architetto-tecnico-comunale dovrà compiere, dovendo restare imparziale nell’esercizio delle sue funzioni, davanti a un elaborato magari proveniente da quelli che sono pur sempre “avversari”politici.
Questo insieme allo sforzo di dover imparare un mestiere, quello che si appresta a svolgere, dato che il concorso che l’ha portata nelle stanze comunali è un po’ datato e di fronte a questioni molto delicate, come quella sollevata dal Consigliere Brignolo sul calcolo delle cubature nel nuovo PRGC (cfr. post http://www.alpignanosicura.blogspot.it/2014/10/approfondimento-sul-regolamento-edilizio.html), per sua stessa ammissione, dichiara di non aver capito niente.
Riportiamo infatti la verbalizzazione di un intervento della Consigliera Andrini nell’ultimo Consiglio Comunale del 29-09-2014:
Ho faticato lo ammetto pur essendo anch’io architetto a comprendere l’intervento del Consigliere Brignolo, riesco a capire poco le sue perplessità, primo perché abbiamo detto mille volte che non è nostra intenzione fare cassa attraverso l’attività edilizia, attraverso la speculazione fondiaria, la speculazione sul territorio, anche se ammetto le politiche statali non danno altra scelta ai comuni molte volte. Accusarci, ovvero ritenere che si metta in ginocchio l’edilizia applicando una norma del regolamento edilizio tipo della regione, che è in vigore suppongo da parecchi anni, non mi pare sia stato modificato di recente, quindi stare sostanzialmente nella stessa situazione in cui eravamo fino a giugno, in realtà in cui noi siamo fino adesso, visto che stavamo aspettando il nulla osta della Regione che invece ci ferma con questa osservazione per cui sinceramente faccio un po’ fatica a capire questa disparità di trattamento questo regime di transizione questo mettere in ginocchio l’edilizia attraverso un metodo di calcolo dell’altezza. Oltretutto è ancora aperta questa fase di elaborazione dell’allegato energetico (…) ci siamo impegnati a renderla partecipata (…).
Nell’allegato energetico si potrà eventualmente valutare (…) la possibilità di non contabilizzare quella parte di solaio che, al di là delle dimensioni minime strutturali, è realizzata ai fini di “efficientamento” energetico. Forse non ho capito niente io, chiedo il parere dell’assessore Malacrino, mi sembra un po’ inutile rimandare l’approvazione della delibera; però continuiamo a confrontarci”.
Ebbene si, meno male che Malacrino c’è, così può avvalersi delle consulenze di Alpignano SiCura, e confrontarsi con qualcuno che qualcosa, qua e là, capisce.
Ma noi siamo solo all'opposizione, mentre quelli che "non capiscono" li mandiamo all'Ufficio tecnico. E da tante altre parti, come avremo modo di vedere.

giovedì 13 novembre 2014

DI CHI E' L'ACQUEDOTTO



Parliamo tropo poco delle eccellenze del nostro territorio. Qualcuno forse le trascura per disinteresse, qualcuno forse perché le dà troppo per scontate.
Abbiamo già accennato – e ne parlavamo anche nel nostro primo programma elettorale - della Editrice Tallone, dell’Ecomuseo Cruto, del paesaggio, delle sponde della Dora, del nostro patrimonio associativo sportivo; ma abbiamo sempre parlato troppo poco della Società dell’Acquedotto, che è fortunatamente ancora in dote al Comune di Alpignano (il Comune possiede il 69% delle quote societarie e il restante 31% e suddiviso tra provati), che è stata recentemente premiato dalla Camera di Commercio come azienda storica.
La storia del nostro acquedotto inizia infatti nel 1905. Peccato non poter leggere nulla del suo interessante passato, perché nessuna delle voci di menù del sito www.sap-alpignano.it porta a una pagina web leggibile. Né sul sito del Comune, nella sezione trasparenza  (http://www.comune.alpignano.to.it/portals/163/SiscomArchivio/8/SAP.pdf) vi sono riferimenti che possano aiutare a fare qualche analisi significativa. Non ci sono bilanci, non ci sono gli organi, di questo acquedotto, non ci sono notizie dopo il 2009. Eppure di un’azienda come quella avremmo bisogno di saperne molto di più.
E così abbiamo cercato di capire qualcosa di più della storia recente dell’acquedotto, per verificare se tutto funziona al meglio, dal nostro punto di vista.
Il lavoro di approfondimento è come sempre, quando le cose sono così contorte, molto lungo e complesso. In pratica si può solo sapere qualcosa rovistando tra le delibere di giunta o di consiglio o facendo un accesso agli atti. O chiedendo a qualcuno, che abbia voglia di raccontare le sue vicende recenti e passate. Attività che stiamo facendo e che richiede un gran lavoro sui documenti.
Sappiamo che la Società si articola in un Consiglio di Amministrazione di nomina politica (Accalai Presidente, Consiglieri Andrini Morabito –che sostituisce Iguera dopo pochi mesi- e un privato) e che ha dei proventi derivanti dal pagamento delle bollette dei cittadini a cui viene erogato il servizio di acqua potabile.
Una quota di questa bolletta va alla Smat, che è l’azienda che ha in carico la rete fognaria e un’altra ad Aida, il consorzio che depura le acque.
I rapporti tra il Comune e l’Acquedotto sono stati regolati da una Convenzione, che stabilisce l’esclusività dell’erogazione del servizio alla Società Acque potabili di Alpignano (in cambio di 50 lire a metro cubo di acqua erogata), che dal 1935 a oggi è sempre stata rinnovata.
Per capire quale sia il caos che abbiamo oggi, meglio iniziare dalla fine: purtroppo dal 2013 siamo senza convenzione, in quanto la Giunta Comunale, dopo il provvedimento di proroga del 28 febbraio 2013, ha sancito, nemmeno due mesi dopo, il 23 aprile 2013, la revoca della proroga.
Dietro questo cacofonico gioco di parole sta il fatto che la Smat sembra rivendicare una norma che prevede che allo scadere di tutte le convenzioni, se il servizio è affidato a terzi, i beni saranno conferiti a Smat. Il punto è che però rispetto alle osservazioni di Smat non siamo in quella situazione, perché il Comune non è proprietario del 100% delle quote dell’acquedotto.
Il Comune tuttavia ha poi veramente revocato la delibera e quindi Smat, secondo il Comune, ha ragione.
In conseguenza della revoca non risultano accertamenti in merito ai canoni del 2013 e 2014.
Mentre ancora si decide quale sarà l’ente che prenderà il posto delle soppresse Autorità d’Ambito, l’autorità provinciale che si occupava di acque pubbliche, l’acqua per fortuna continua a essere erogata.
Che cosa vogliono fare gli attuali amministratori di questo nostro bene comune? Qui non si tratta di aprire un dibattito di principi sull’acqua pubblica, come da referendum del 2011, quanto piuttosto stabilire se il servizio per i cittadini funziona o non funziona, se è erogato al meglio, se costerebbe di più o di meno in caso di cambio di gestione, ovvero se garantirebbe maggiori o minori tempi di attesa per gli interventi di manutenzione.
Sono molte le zone d’ombra che meritano qualche schiarita, dai lavori pagati, ai canoni versati, che riemergono e riscompaiono tra i residui del bilancio, corrispondenze tra amministratori, gli obiettivi di una scelta piuttosto blindata sul Consiglio di amministrazione venuto fuori dallo spoil system, su cui ci eravamo già pronunciati (vedi comunicato in Consiglio Comunale riportato anche sul nostro blog - http://alpignanosicura.blogspot.it/2012/05/il-nuovo-cda-dellacquedotto-di.html - intitolato provocatoriamente Il “nuovo” cda dell’Acquedotto).
Anche quello dell’Acquedotto Comunale, come tanti altri temi, nelle mani di questa amministrazione potrebbe non trovare risoluzione vantaggiosa per i cittadini alpignanesi, rischiando di diventare un’altra pesante eredità da risolvere per chi gestirà il Comune alla prossima legislatura.

giovedì 6 novembre 2014

LA GRATITUDINE DEL PEDONE



 
Avete mai notato che quando fate attraversare la strada a un pedone, rallentando e fermandovi come si conviene in prossimità delle strisce pedonali, i pedoni ringraziano, sorridono e pure spesso si affrettano, come a non voler dare troppo disturbo?

Chiunque voglia soffermarsi a osservare questo fenomeno, su un arco di tempo piuttosto lungo, si accorgerà che è così (provateci, così almeno i lettori di questo blog inizieranno a dare il buon esempio, che non diventi un fenomeno virale promosso dagli alpignanesi!).

Questo avviene probabilmente perché noi italiani ci stupiamo sempre favorevolmente quando qualcuno rispetta le regole - e quindi automaticamente ci porta rispetto; le regole d’altra parte impongono che l’automobilista rallenti e si fermi in prossimità di svariate situazioni di pericolo, compresi i semafori rossi (arriveremo mica al livello che i pedoni ci ringrazieranno quando attraverseranno con il verde?).

Se la cosa non ci stupisce quando siamo all’estero, nei paesi che per tradizione di costumi riteniamo più civili di noi, in Italia questa attitudine ci colpisce sempre favorevolmente, perché noi stessi, che siamo quasi prevalentemente degli automobilisti, nella maggior parte dei casi non abbiamo voglia di fare questo sforzo: il pedone passerà quando il flusso delle auto, che di diritto hanno assunto il dominio della viabilità, cesserà. Taluni si giustificano addirittura: fermarsi può costare caro al pedone, perché a volte capita che un conducente sovrappensiero non si accorga che il veicolo innanzi si ferma di fronte a un attraversamento pedonale e – imprecando - lo supera tentando di esprimere attraverso l’accelerazione tutto l’odio che ha in corpo. Con gran balzo del povero pedone che comunque ha imparato per fortuna ad attraversare assai guardingo.

E così allo stesso modo ci complimentiamo con il personale di pubblici servizi, quando ci aiuta a risolvere un problema, anche se in fondo fa il lavoro per cui è pagato, ringraziamo i commessi gentili nei negozi, ci stupiamo quando qualcuno ci tiene la porta senza sbattercela in faccia.
L’italica propensione a fare un po’ come ci pare ci ha reso da un lato incapaci di comprendere che sopravvalutare la furbizia prima o poi ci si ritorce contro, ma dall’altro potrebbe farci scoprire un’umanità sconvolgente, nel momento in cui tutti dovessimo cominciare a essere più attenti, gentili e disponibili.

E ora qualche piccolo spiraglio di buona notizia, sugli effetti della prevenzione degli incidenti:

meno incidenti stradali nel 2013