sabato 27 giugno 2015

CHE COSA DOBBIAMO ANCORA SOPPORTARE?

Un paese che distrugge la scuola non lo fa mai solo per soldi, 
perché le risorse mancano, o i costi sono eccesivi. 
Un paese che demolisce l'istruzione è già governato
 da quelli che dalla diffusione del sapere hanno solo da perdere. 
Italo Calvino

Noi pensavamo che, dopo la tormentata vicenda del passaggio a livello, chiuso con un colpo di mano in piena estate, quando nessuno “vigilava” più di tanto, non avremmo più assistito a colpi di scena. E invece, con la previsione di chiusura della scuola Gramsci dal settembre 2015, è successo di nuovo, e forse è successo qualcosa di molto peggio. Perché ci sono di mezzo i bambini, la didattica e, nuovamente, la qualità della vita delle persone, dei cittadini, di quei cittadini il cui benessere dovrebbe essere al centro dell’azione politica.
Sicuramente questa valanga si è scatenata troppo presto, e la gente non è stata colta nel sonno, ma in piena vita vigile, pertanto la notizia ha avuto un enorme impatto mediatico.
Lo dimostra che la sera dell’11 giugno, data di approvazione della delibera che indicava la possibile chiusura della scuola Gramsci da settembre, si è svolto un consiglio comunale e tra le tante parole non si è speso un minuto per fare questa importantissima comunicazione alla cittadinanza. 
Il fatto che non vi siano stati annunci ufficiali, su nessun media, sembra indicare che così come la chiusura del passaggio a livello, avvenuta il 2 agosto, anche questa notizia sarebbe dovuta venire fuori all’ultimo momento, per togliere mordente alla protesta. Si sa: durante le vacanze siamo tutti distratti e aggregarsi è più difficile.
Dato che non esistono fonti ufficiali, le notizie sulla vicenda sono trapelate da incontri, riunioni a porte chiuse, riunioni a porte aperte, colloqui di forze politiche, di forze non politiche, scuola, insegnanti, genitori, giornalisti... Tutti si stanno esprimendo, tranne chi ha titolo a farlo, ovvero qualche portavoce ufficiale comunale, o – meglio ancora – l’organo politico per eccellenza, il consiglio comunale. È stato detto di tutto: amianto, danni strutturali da 2 milioni, danni da 800 milioni, problemi antincendio da 40.000 euro, adesso la razionalizzazione dei plessi. Ma ci prenderanno in giro fino a quando? A quale incontenibile desiderio inespresso risponde la riorganizzazione dei plessi, avvenuta senza coinvolgere la direzione didattica e il consiglio di istituto? Da quanto tempo covava questo desiderio covava da tanto o è stata una decisione improvvisa?
Possiamo accettare che una scuola chiuda perché non trova 40.000 euro per le manutenzioni? No, non possiamo accettarlo ed è per questo che tutti i genitori dovrebbero mobilitarsi per chiedere quale sia la verità.
A oggi questa è una delle decisioni più strane e irragionevoli prese da questa amministrazione...senza pensare alle conseguenze per le famiglie e la scuola dal punto di vista sociale, didattico, viabilistico.
Aggiungere un'intera sezione nelle due scuole Turati e Matteotti ha degli impatti catastrofici in termini di turni mensa, congestione del traffico, laboratori che spariscono, senza pensare al disagio per insegnanti, per operatori, e al fatto che molti genitori, che avevano la scuola sotto casa, adesso dovranno pagare il traporto scolastico. Ma magari anche i genitori degli allievi che già frequentavano gli altri due plessi dovranno pagare il servizio, per non rimanere congestionati nel traffico, e molti nonni, l’unica vera forma di welfare garantita, saranno costretti a fare tour de force per recuperare i nipoti all’uscita. 

Quanta sofferenza ai loro concittadini devono ancora procurare il Sindaco e il suo vice, con il consenso di tutta la maggioranza? 

Solo il cinismo politico più collaudato può fa compiere le proprie scelte senza mettere a sistema i danni sociali a favore di altre priorità, che nessuno di noi cittadini può minimamente conoscere. 
Come si può confondere bene comune con le azioni intraprese fino a oggi?
Il nostro assessore alla cultura che nell’ultimo consiglio comunale quasi piangeva per un pianoforte, e avrebbe speso senza batter ciglio 12.000 euro per ripararlo, che cosa dirà di una scuola che non riusciamo ad “aggiustare”? Un assessore ai lavori pubblici che dà l’ok a una inutile fontana per 90.000 euro che cosa prova oggi, davanti a una scuola che chiude? Un assessore alle manifestazioni che investe 17.000 euro per la rassegna cinematografica, non prova nessun disagio per aver sottratto risorse, in questo momento? Per il palio, quanto spenderemo? Se facciamo le somme quanto fa? 

Possibile che si creino questi inconvenienti a bambini, famiglie, insegnanti, direzione didattica, associazioni sportive – perché NON CI SONO I SOLDI??? I soldi si DEVONO TROVARE, come si sono trovati per tante cose inutili. Iniziamo a sopprimere il palio, quest’anno, per una giusta causa, e magari recuperiamo qualche soldo in giro, a cominciare dal Cidiu. 

Ma non possiamo non concludere il post con questa “chicca”: mentre l’11 giugno 2015 la Giunta deliberava la chiusura della Scuola Gramsci per l'anno scolastico 2015/2016, il 18 giugno 2015, con delibera n. 86 (tutti presenti Sindaco ed Assessori), la Giunta approvava il calendario per l'utilizzo della palestra Gramsci per l'anno 2015/2016. Allora la scuola non chiuderà veramente…
E ora le belle iniziative: alleghiamo la nostra lettera, inviata il 23 giugno, alle istituzioni e ai media, per avere tutte le risposte che mancano ai nostri interrogativi


OGGETTO: Razionalizzazione e riorganizzazione funzionale dei plessi – linee di indirizzo – Linee di indirizzo - Richiesta chiarimenti e di informazione pubblica alla cittadinanza

In considerazione dell’argomentazione citata in oggetto, della rilevanza della stessa, del limitato tempo a disposizione per la sua trattazione nelle sedi istituzionali, dell’apprensione e dello smarrimento che molta parte della cittadinanza sta vivendo, la forza politica Alpignano Sicura  ritiene urgente e doveroso comunicare ed esigere quanto segue.

  • Considerato che le informazioni alla cittadinanza ed in particolar modo ai fruitori delle scuola Gramsci (genitori e parenti degli studenti, personale ATA, personale docente e non) risultano arrivare da più fonti non istituzionali e non ultimo dai social network, ingenerando confusione ed apprensione fra la popolazione, si chiede che l’Amministrazione proceda immediatamente con l’istituzione di un canale di informazione  alla cittadinanza unico, aggiornato ed ufficiale; 
  • Considerato che le informazione alla cittadinanza provengono da più parti e non è chiaro quali siano ad oggi gli interlocutori a cui far riferimento per portare le proprie istanze, si chiede che l’Amministrazione proceda immediatamente con ufficializzare le convocazioni delle riunioni, dei tavoli tecnici e amministrativi in atto e di ufficializzare quali siano gli interlocutori di rappresentanza partecipanti a cui far riferimento; 
  • Considerato che le informazioni alla cittadinanza derivanti dai  social netwok (ivi compreso quello ufficiale del Ill.mo Signor Sindaco di cui riporta al seguito, fra l’altro, un breve stralcio di un post recente  “……………….. dovremmo chiudere la scuola Gramsci perchè non esistono più le condizioni di sicurezza e dobbiamo pensare in primis ai nostri bambini. Non possiamo mandare i bambini in una scuola che gli ingegneri ci dicono essere NON SICURA. Servono 2 milioni di euro (che non abbiamo) per metterla a posto: ……………)  parlano di chiusura del plesso scolastico delle scuole Gramsci per non meglio identificati problemi strutturali e/o di sicurezza. Allo stesso tempo invece la Delibera di Giunta n.84/2015 (che è organo di indirizzo politico) cita la razionalizzazione e riorganizzazione funzionale dei plessi scolastici ma non riporta nessuna problematica specifica  legata ad una causa di pubblica incolumità tale da portare alla chiusura dall’anno scolastico 2015/2016 del plesso ospitante la scuola primaria. Considerato che la causa di pubblica incolumità prevede percorsi e atti amministrativi di urgenza ben definiti dalla normativa vigente, mentre le linee di indirizzo politico permettono un più razionale e lungimirante percorso, senza per forza sottoporre la cittadinanza a disagi e apprensioni, si chiede che l’Amministrazione Comunale ufficializzi immediatamente se la chiusura del plesso scolastico è dovuta a qualsiasi problema di sicurezza e/o strutturale. Nel qual caso  pubblichi e/o ufficializzi nello specifico gli atti da cui emerge la problematica e la sua gravità, nonché l’ENTE o il funzionario pubblico  che l’abbia accertata  (asl, arpa, VVFF, direttore d’area) con la richiesta di procedere alla chiusura del plesso.
come mai l’Amministrazione Comunale non abbia emesso un Decreto Sindacale o un provvedimento di inagibilità della scritttura.

Considerato che un progetto di razionalizzazione e riorganizzazione funzionale dei plessi deliberata da un Organo Politico normalmente prevede tempi di attuazioni tali da risultare di minimo impatto sul disservizio alla cittadinanza, primo fra tutti il reperimento delle risorse economiche finanziare per attuare le misure alternative o viceversa la chiusura di un plesso per motivi legati alla pubblica incolumità prevede normalmente un iter di urgenza con l’emissione di ordinanze di inagibilità e di interdizioni, non è chiaro alla popolazione quali delle due condizioni si sta venendo a creare.
Alla luce della considerazione sopra espresse ed in relazione alle risposte richieste, Alpignano Sicura, chiede a questa spettabile Amministrazione di indire nell’immediatezza un Consiglio Comunale aperto su tale problematica al fine di esplicare in modo chiaro ed inequivocabile, quali siano le cause che hanno portato questa Amministrazione alla proposta di chiusura del plesso scolastico, se queste siano imprescindibili ed irrevocabili ed in caso di assoluta necessità legata alla pubblica incolumità, quali siano le proposte alternative per i fruitori, per quanto tempo dovranno essere messe in atto in modo tale da permetterà alla cittadinanza di poter limitare al massimo il disagio a cui dovrà  essere sottoposta.  

domenica 21 giugno 2015

FAVOREVOLE O NON FAVOREVOLE, QUESTO È IL DILEMMA



La settimana scorsa abbiamo toccato alcuni argomenti particolarmente importanti, che derivano dall’ultimo Consiglio Comunale svoltosi lo scorso 11 giugno. Molti di queste scelte effettuate avranno ripercussioni future significative, e le analizzeremo ancora nelle prossime settimane.
Su uno in particolare ci vorremmo soffermare, per le diverse implicazioni che ha, che mettono in luce molto bene le contraddizioni della politica, quando gli interessi locali prevalgono sulle visioni globali, proprie delle linee di indirizzo di un partito o di un movimento politico.
Facciamo un breve riassunto della vicenda, perché è molto interessante verificare il cambiamento del punto di vista.
Un costruttore, proprietario della Tecnocross, dopo aver ottenuto l’approvazione di un Pec perla costruzione di un complesso di te piani fuori terra e un piano mansardato non abitabile, ha cambiato idea e ha presentato la proposta per una nuova convezione, che prevede esattamente il doppio della cubatura: sei piani fuori terra più un piano di mansarde abitabili. Sette piani.
Questo frutterebbe al comune un bel po’ di cose, oltre che soldi cash: 
  • la realizzazione parziale della rotatoria su via  Rossini/via Cavour/via Migliarone (peraltro già inserita nel piano triennale oopp), per un valore economico pari a € 156.910,00;
  • la realizzazione di un parco giochi per bambini, con annesso impianto d'irrigazione, sull'area libera del lotto, per un valore economico complessivo di € 24.590,00;
  • il pagamento di € 167.081,40;
  • il pagamento di € 216.889,56, per oneri di urbanizzazione, oltre al contributo sul costo di costruzione. 
Ma dato che effettivamente sette piani sono davvero tanti, soprattutto se manca un progetto architettonico capace di dialogare con il sito, che presenta comunque una sua eterogeneità, anche la più sfacciata delle giunte non può dare seguito a questo pericoloso precedente. 
Quindi si trova il compromesso, di proporre una convenzione che rilancia quattro piani fuori terra, con piano mansardato abitabile, con in cambio la realizzazione comunque delle opere previste. 
Sempre che la proprietà accetti. 
Quello che desideravamo far notare la settimana scorsa era che da un lato “bruciamo” 800.000 euro per la rinegoziazione dei mutui, e poi dobbiamo rimediare e far cassa con queste operazioni, che non hanno nessun orizzonte politico se non quello di accrescere l’ammontare delle risorse da spendere in nuove opere pubbliche. Ma queste opere ci servono veramente? 
Noi abbiamo proposto piuttosto altre opere di pubblica utilità: se rotatoria deve essere, ad esempio, meglio recuperare quella a servizio delle viabilità per il Belvedere, che il nuovo famigerato accordo con Rfi ci ha costretti a stralciare per la mancanza di risorse; oppure percorsi protetti per le scuole. 
Ma tanto com’è consuetudine le discussioni non avvengono in Consiglio ma nelle riunioni di maggioranza, in cui si decreta già che posizione tenere, indipendentemente da quanto siano bravi i membri di opposizione a mettere in discussione le scelte. 
E dato che la maggioranza aveva già stabilito di votare favorevolmente alla deroga, seppur con qualche ritocco, poteva quanto meno rivedere il programma delle compensazioni. 
Un dubbio però non riesce a darci pace: anche se su scala minore, i sostenitori di questo provvedimento (che, ricordiamo, sono dichiaratamente NOTAV), ci stanno dicendo che è possibile usare il territorio come merce di scambio per ottenere denaro dai privati. Quindi potremmo aspettarci che gli stessi, qualora venissero a proporre opere di compensazione per la Tav, potrebbero adottare a livello locale due pesi e due misure. Perché la logica è la medesima: le questioni di principio, davanti a un bel gruzzolo, possono essere tranquillamente essere messe da parte, in nome della PUBBLICA UTILITÀ.
Che non ci vengano poi a fare lezioni di vita… 


E ora le belle iniziative: Alpignano SiCura ha iniziato a trovarsi nelle piazze, per discutere dei problemi della città. Dopo Piazza Caduti e Piazza Robotti, lunedì 22 sarà Piazza Berlinguer ad accogliere gli attivisti del gruppo. UNO DEI PUNTI ALL’ORDINE DEL GIORNO INTERESSA MOLTO GLI ABITANTI DELLA ZONA: LA CHIUSURA, DA SETTEMBRE 2015, DELLA SCUOLA GRAMSCI. DOVE SARANNO RICOLLOCATI GLI ALLIEVI?
Vi aspettiamo, dalle ore 21. In piazza, come ai vecchi tempi.

domenica 14 giugno 2015

TRIPLETE



Se state pensando che questa settimana vi parleremo di calcio, state sbagliando; no, non vi parleremo della Juve che ha mancato di un soffio questo prestigioso traguardo, e men che meno del Barcellona che invece bontà sua lo ha meritatamente centrato. No! Parliamo delle tre decisioni che la nostra amministrazione ha preso, usando tre parole-chiave: RINEGOZIARE - RIPIANARE - CEMENTARE. 
Nella settimana appena trascorsa si sono svolti due Consigli Comunali. Molti sono i passaggi importanti avvenuti, e pertanto vi invitiamo a guardare le videoriprese, perché ci si faccia un’idea completa di quale sia il livello delle argomentazioni della maggioranza, e il livello di un’opposizione come la nostra, che cerca sempre nelle pieghe delle carte degli elementi, che da semplici spunti tecnici delineano lo scenario politico in cui la prima vittima è sempre il cittadino alpignanese. 
Questi fatti avranno un grande impatto sulle generazioni future, pur non avendo oggi nessuna esternalità negativa evidente agli occhi. 
Anzi, sta per aprirsi un periodo (la campagna elettorale è purtroppo già iniziata) in cui chi oggi governa, dopo 4 anni di pressapochismo e inconcludenza, farà una grandissima operazione di marketing, che non deve portare a rimuovere la memoria dei fatti testimoniati da questo blog.

La prima decisione riguarda la rinegoziazione di mutui contratti nel passato, portando le scadenze della loro estinzione da 20 a 30 anni. Questo da un lato “libera” risorse correnti ogni anno per 53.000 €: significa che l’amministrazione non userà questo denaro per fare investimenti e quindi – ad esempio - per finire le opere, ma immaginiamo piuttosto molti cartelloni di eventi, per fare campagna di comunicazione su soluzioni effimere.
Ma è bene che si sappia che questa scelta aggrava il debito di circa 800.000 € complessivi, che ovviamente pagheranno nostri discendenti. Quindi avremo più liquidità per far fronte alle spese (che aumenteranno), ma avremo “bruciato” altri 800.000 €.
Perché questa scelta? Perché non fare interventi strutturali per liberare spesa corrente? Come riduzioni di costi, tagli di spese inutili, risparmio energetico, ottimizzazione di servizi? Si può fare o non è proprio possibile? Oltretutto nella rinegoziazione dei mutui il lavoro sui tassi è di entità modesta: da 4,78 a un max di 5,61, che diventa da 4,56 a un max di 5,15.
L’amministrazione, pur sbandierando collegamenti politici a livello nazionale, infatti, è riuscita a ottenere uno sconto irrisorio, ritenendo l’operazione positiva, senza rendersi conto che comunque stiamo pagando lo stesso tassi troppo elevati, e che magari grazie all’aiuto dei “partiti” si poteva fare leva sulla cassa depositi e prestiti, al di là della negoziazione, per abbassare i tassi.
Allo stesso tempo si apre un altro capitolo assai importante, su cui la Corte dei Conti sta cercando di fare luce da oltre un anno, che riguarda la gestione dei residui passivi. È un malcostume tipico della amministrazioni locali mettere a bilancio delle somme senza preoccuparsi di verificarne la riscossione. Se un’azienda redigesse così il proprio bilancio, in un paio di esercizi fallirebbe. Quindi avremmo dovuto e potuto comportarci “da buon padre di famiglia”, come recita il codice civile, e non mettere a bilancio somme che non siamo in grado di riscuotere, semplicemente perché così fan tutti! 
Secondo il nostro attuale Sindaco questo passaggio è puramente tecnico, per liquidare il dibattito: invece noi riteniamo che abbia diversa implicazioni politiche. 
Il fatto tecnico è da ricondurre al D.Lgs del 10 agosto 2014, in vigore dal 1 gennaio 2015, nella rendicontazione dei residui passivi (diventato un vero e proprio debito), pari a 508.000€ (dal 2009 al 2013), che vanno ripianati, “spalmandoli” sugli anni a venire; incrementiamo quindi il debito di ulteriori 17.000€ annui per i prossimi trent’anni.
Nei due Consigli Comunali di questa settimana questa amministrazione si è finalmente rivelata per quello che è: una mal assortita squadra di burocrati e contabili concentrata a produrre debito pubblico e a procrastinarlo a futura memoria; una bella manovrina per i nostri figli e per i nostri nipoti, all’interno della quale c’è un debito strutturale per i prossimi 30 anni.
Abbiamo spiegato dunque le prime due parole-chiave: 
RIPIANARE: a fronte di un disavanzo di amministrazione di circa 508.000 € la maggioranza guidata dal Sindaco Gianni da Ronco ha deciso di ripianare il disavanzo distribuendolo in 30 anni; in pratica ogni anno si aggiungerà un costo pari a circa 17.000 €; 
Rinegoziare: a fronte di un debito complessivo di circa 17.000.000 € (circa 1000 € ad abitante) la maggioranza guidata dal Sindaco Gianni da Ronco ha deciso di rinegoziarne una parte (3.171.218,00 €  in quota capitale) per ottenerne un vantaggio immediato.
Manca la terza: Costruire. 
Utilizzando il Decreto Sbocca Italia la maggioranza guidata dal Sindaco Gianni da Ronco ha deciso di approvare una nuova costruzione in una ex area industriale dismessa, conosciuta come Tecnocross, in deroga al piano regolatore vigente. Il piano regolatore prevede per quell’area fabbricati a uso abitativo per un massimo di 3 piani più mansarda non abitabile. La delibera approvata consente di costruire un fabbricato di 4 piani più mansarda abitabile.
L’amministrazione, con questa operazione immobiliare, oltre agli oneri di urbanizzazione, spera di far realizzare alla ditta costruttrice lavori per un valore pari alla metà della plusvalenza derivante dal valore commerciale degli alloggi in più, che saranno (forse) costruiti. Tra il lavori che l’amministrazione immagina di far realizzare c’è una rotonda su Via Cavour, al posto del semaforo di incrocio con via Migliarone (anche se la cifra non pare essere sufficiente e andrà integrata con fondi di bilancio).
In sintesi questa amministrazione si assicura per i prossimi 30 anni un maggior costo derivante dalla rinegoziazione dei mutui e dalla ripianificazione del bilancio di circa 1.312.315 € (circa 43.743 € anno) e nel contempo spera di accordarsi con l’impresa costruttrice per realizzare una nuova opera pubblica. 
Ma questa opera ci serve veramente? 
La situazione finanziaria del Comune di Alpignano non è certo felice; le amministrazioni precedenti hanno fatto a gara per realizzare opere inutili e spesso costose sul piano della gestione ordinaria (vedi piscina, Movicentro, palasport). Ma proprio per questa ragione non sarebbe ora di intervenire per ridurre i costi  degli edifici comunali a partire dalle scuole, dai costi energetici, dalla illuminazione pubblica? Non sarebbe ora di intervenire sul costo della raccolta dei rifiuti (oltre 2.000.000 € all’anno)? Non sarebbe ora di valutare la dismissione di parte del patrimonio comunale o almeno una seria opera di affidamento senza aggravi per il Comune? Non possiamo dire a Sandro Giacobbe “… scusa, ci siamo sbagliati, preferiamo degli artisti di strada …”? 

E ora le belle iniziative, un videoclip sull'invezione della stampa a caratteri mobili, girato preso la casa editrice Alberto Tallone Editore, unica al mondo a lavorare come "alle origini della stampa": The quick brown fox jumps over the lazy dog

domenica 7 giugno 2015

MEGLIO CHIARIRE



Alpignano SiCura è un movimento politico spontaneo di cittadini, trasversale e indipendente dai partiti, aperto al contributo di tutte le persone che credono nella necessità di impegnarsi in prima persona, che non guarda alla provenienza politica, etnica, culturale e sociale, ma alla capacità di discutere intorno a un progetto, che abbia al centro il bene comune e la rinascita della città.
I suoi fondatori e tutti coloro che a oggi partecipano attivamente, i sostenitori e i simpatizzanti  sono i promotori di un PROGETTO CIVICO PER UNA CITTà POSSIBILE, ovvero una città vista come luogo urbano, che possiede un valore d’uso collettivo e non è solo un catalizzatore di interessi e di economie su cui esercitare un controllo.
Amministrare una città significa saper interpretare la vocazione propria di un luogo e le potenzialità dei cittadini, visti non come una massa da gestire secondo il profilo elettorale, ma come possibili attori del cambiamento.
Il principio guida è quello di recuperare la fiducia dei cittadini nelle scelte di chi governa il territorio, privilegiando l’onestà, le competenze e la disponibilità al confronto. Questo ci pare atteggiamento fondamentale, che deve prevalere su arroganza, partitismo e tradizioni ideologiche incapaci di fare i conti con la realtà e lo spirito dei tempi.
II nostro sogno è attuare COINVOLGIMENTO e PARTECIPAZIONE dei cittadini alla COSTRUZIONE DEL PROGETTO PER LA PROPRIA CITTà. 
Il PROGETTO CIVICO PER UNA CITTà POSSIBILE è un laboratorio permanente politico e culturale di ricerca e di azione condivisa. 
Tra gli obiettivi da perseguire vi è la formazione di una nuova classe dirigente che abbia idee, competenze, proposte che consentano di far rinascere le economie oggi sommerse dalla crisi e dalla mancanza di progetti, valorizzare il patrimonio pubblico, i beni comuni, le attività sportive e culturali, attraverso l’eliminazione degli sprechi e l’ottimizzazione delle risorse economiche e strutturali.
Riscoprire il piacere delle piccole cose, delle cose fatte con cura, di passeggiare in una città più bella, di ritrovare nel palazzo comunale persone che sappiano ascoltare e prendersi a cuore i nostri problemi, sono gli elementi su cui fondiamo la nostra azione. 
Sappiamo quanto tutto ciò sia difficile. Ma non impossibile. E sappiamo quanto lavorare insieme sia già metà dell'opera. 
Alpignano SiCura aspetta anche te: se ancora credi che le cose possano cambiare, ad Alpignano la LISTA CIVICA C'è. 
Facciamola crescere.