giovedì 13 agosto 2015

BUONE VACANZE ALPIGNANO


Buongiorno alpignanesi,
rimandiamo tutti gli aggiornamenti a settembre, poiché ora è giusto concederci qualche giorno per mettere da parte la nostra rabbia e la nostra indignazione per tutte le ultime vicende. Vi faremo sapere come vanno a finire.
Preparatevi per un autunno intenso: ci sarà bisogno dell'aiuto di tutti, perché, come noi scriviamo sul nostro primo manifesto, "occuparsi di politica è importante", se non necessario. Soprattutto se praticata fuori dai partiti, che da anni hanno ormai ridotto la politica, nell'immaginario collettivo, a un circolo d'affari - non sempre pulitissimi -. E così se ne è persa la sua essenza. 
Anche i bambini sanno che allontanare i cittadini dalla politica è un preciso obiettivo dei "cerchi magici", che possono proliferare quando i cittadini non vigilano attivamente, non si informano dalle fonti e vivono di sentito dire, pregiudizi e complottismi.
Noi non la intendiamo così, la politica, e ve lo possiamo dimostrare. Seguiteci...

Arrivederci a settembre.

sabato 1 agosto 2015

MESSI PEGGIO

servizio sulla chiusura scuola Gramsci, andato in onda il 24 luglio 2015 sul TG3
Stiamo per festeggiare, domani, un nuovo compleanno dell'era della mobilità alpignanese: sono passati esattamente due anni da quando ci è stato sottratto con un atto di forza l'unico attraversamento agevolato della ferrovia, il passaggio a livello su via Verdi. Doveva già essere pronto, per quella data, il sottopasso a norma di via Pietre. I lavori sono purtroppo, ancora oggi, da finire. E si tratta appena della sistemazione di un sottopasso, un lavoro non particolarmente ardito, trattandosi di una semplice ristrutturazione.

Quello del Movicentro, di sottopasso, deve invece ancora essere completamente scavato. Però intanto paghiamo alle Ferrovie un canone di passaggio di 4.026 euro all'anno (delibera 504/2014) oltre a 9.900 euro per la cauzione e altri 3.660 di istruttoria per la convenzione. Tutto questo per non avere ancora un attraversamento, che sulla carta sarebbe già dovuto iniziare da un pezzo.

La settimana scorsa abbiamo presentato un caso particolare del lassismo con cui si sono portate avanti le scelte senza metterle in discussione: così è avvenuto anche per gli 8 milioni di euro dati alla Sodexo senza gara, solo per semplificarsi la vita, oppure il riscaldamento acceso negli edifici vuoti, come Palasport, e fino a poco tempo fa anche al Movicentro, per non fare andare in malora le strutture e gli impianti, 30.000 euro spesi per recintare la ex scuola Borello, per non essersi presi la briga di studiare una sistemazione alternativa, magari sfruttando anche qualche bando per la rimozione dell'amianto -, e poi 90.000 euro per una fontana che si staglia sul meno aulico dei fondali, il rilevato ferroviario; costi crescenti per la gestione degli edifici pubblici che, tra riscaldamento, corrente, spese telefoniche e acqua hanno sempre avuto andamento crescente. Solo per fare qualche esempio.

Dopo aver separato la città in due, drasticamente, con una cesura netta tra borgo Talle e resto della città, e aver prodotto una forte diseguaglianza tra chi ha i mezzi per muoversi con le proprie gambe e chi invece ha dei problemi di mobilità, di qualsiasi tipo, fosse anche un passeggino per bambini, ora la città è nuovamente spaccata: da un lato le famiglie con bambini in fascia di scuola primaria, e il resto della città che il problema scuola lo ha superato con sollievo.

Mettendo in atto il più grande tradimento al proprio programma di mandato, peraltro non svolto in nessuno dei punti illustrati quel lontano 16 giugno 2011 - nemmeno il wi-fi è andato in porto – la giunta ha stabilito che la scuola Gramsci non dovesse più esistere, senza preoccuparsi delle conseguenze per quelle famiglie caposaldo del discorso di insediamento:

“Noi abbiamo posto [...] come punto focale del nostro programma un progetto. Un progetto che parte dalla qualità delle scelte per arrivare al miglioramento della qualità della vita di tutti voi cittadini. Questo è il punto fondamentale […]. Al centro di tutto ci sta la famiglia. La famiglia è importantissima! Le politiche della famiglia devono essere il perno di ogni società civile”.

Poi il sindaco tocca tutta una serie di punti, fino a citare esplicitamente la scuola: “scuola vuol dire mensa, trasporto scolastico, vuol dire qualità delle strutture delle scuole, vuol dire rapporto col comitato genitori, vuol dire tutto questo e tutto questo deve essere potenziato. Dobbiamo coinvolgere tutti! Tutti! Tutti quelli che siedono qua, per far si che la nostra scuola migliori continuamente e dia un servizio qualitativamente alto alle famiglie e alla città di Alpignano”.

È andata così?

Andatelo al leggere, questo documento: è la delibera di consiglio n° 9 del 2011.

Non c'è nulla che si sia avverato.

La scuola chiusa è l'ennesima beffa di un'amministrazione che si scopre sempre più inadatta a gestire questioni politiche di qualsiasi tipo e sostituisce al dialogo, tanto sbandierato, il colpo di mano. E ipocritamente sempre sulla soglia delle ferie estive. Perché questo è: noi possiamo e facciamo quello che ci pare.

L'incapacità a gestire un problema, magari non particolarmente grande, che ha portato a chiudere una scuola all'improvviso, è la stessa che abbiamo conosciuto nelle vicissitudini, ancora non risolte, della questione Rfi, per cui ancora oggi non comprendiamo quali siano i vantaggi per la città di aver rinunciato ai primi accordi con Rfi.

Che cosa resterà, di memorabile, di questa giunta, che avrà anche l'onore, come dice il capogruppo di Alpignano Democratica, di essere stabile dopo 25 anni di commissariamenti, ma ha sancito con la propria intraprendenza alcune delle situazioni più drammatiche che Alpignano potesse vivere, dopo la chiusura dei principali stabilimenti produttivi, che qui hanno portato il benessere la cui coda lunga ancora oggi fa comunque di Alpignano una città tutto sommato benestante.

Nella stessa settimana in cui scoppia lo “scandalo Gramsci” il sindaco annuncia la sua candidatura”: come sarà stata accolta dai cittadini? Vorremmo tanto saperlo.

«Negli ultimi 25 anni Alpignano non ha mai avuto una tranquillità politica e amministrativa - ricorda il capogruppo di Alpignano Democratica, Gabriele Pinsoglio - sono caduti due sindaci in sette anni, ed un altro è prematuramente scomparso. Da Ronco ha invece saputo guidare per quattro anni la sua giunta e non perdere mai pezzi». Ma per fortuna questo non è detto. Noi confidiamo che sia proprio quella stessa maggioranza, che è l'unica stampella che consente al sindaco e alla sua giunta di continuare a fare danni senza nessuna resistenza, di continuare a portare avanti questo percorso di consapevolezza, che si governa solo se le scelte sono quelle più giuste per la città.

La città e la qualità della vita di tutti noi che questa citta vorremmo “viverla” sono inequivocabilmente peggiorate.

Non ce lo meritiamo.

E ora il link utile, se volete vedere il servizio completo del telegiornale regionale:
servizio al TG3 sulla scuola Gramsci