martedì 22 agosto 2017

Parlapà: le ragioni di una protesta e la risposta delle istituzioni

Un momento del pranzo di lunedì  a cui è seguito l'incontro tra il viceprefetto Donatella Giunti e gli ospiti del CAS Parlapà sulle questioni sollevate da questi ultimi nella scorsa settimana.

Durante la scorsa settimana, prima di fronte all’ex-Hotel Parlapà e poi a Torino sotto i locali della Prefettura, un gruppo di ragazzi ospiti del Centro di Accoglienza Straodinaria hanno protestato con un sit-in, lamentando alcuni disagi in particolare circa il cibo a loro somministrato, le visite mediche e i costi relativi al permesso di soggiorno. Già nella giornata di mercoledì 16 agosto, Paola Spena, vicario del prefetto di Torino, aveva incontrato una delegazione dei richiedenti asilo per ascoltare le loro motivazioni.
A seguito di un confronto è emerso che il problema principale della rimostranza era dovuto all’impossibilità di introdurre all'interno delle camere qualsiasi alimento o bevanda. Le lamentele nascono anche dal fatto che non tutti riescono a rispettare gli orari di distribuzione dei pasti presso la mensa del centro di accoglienza e perciò spesso tentano di trasgredire il regolamento.
Il divieto di consumare i cibi fuori dall’area mensa (che esiste in tutti i centri di accoglienza italiani per ragioni igieniche) è stato tuttavia ribadito sia dai responsabili del CAS, sia dalla Prefettura durante l'incontro tenutosi lunedì 21 agosto. In tale occasione il funzionario della Prefettura, Donatella Giunti, ha biasimato il comportamento di chi ha impedito l'ingresso al refettorio alle persone che non hanno aderito alla protesta, ricordando a tutti gli ospiti l'importanza della libertà individuale.
Dopo il pranzo, è stato illustrato il “decalogo” delle regole cui debbono attenersi tutti gli ospiti del centro da parte della Dr.ssa Giunti.
L’Associazione Acuarinto, nel frattempo, ha acconsentito a variare maggiormente il menù introducendo saltuariamente piatti etnici, sebbene sia i gestori, sia gli ospiti ammettano che non sarà semplice venire incontro ai gusti di 300 persone di 18 nazionalità diverse.
Per quanto concerne il problema delle marche da bollo per i vari documenti, il funzionario della Prefettura ha precisato che il costo del permesso di soggiorno deve essere a carico dell’associazione Acuarinto, mentre quello relativo alla carta d’identità spetta ai rispettivi ospiti che ne fanno domanda.
La richiesta di una maggiore attenzione all’assistenza medica, inoltre, è stata considerata priva di reale fondamento poiché ogni migrante è assegnato a uno dei medici di famiglia del territorio, oltre a poter ricorrere ad un medico privato messo a disposizione dai gestori dalla struttura durante la settimana.

Al pranzo presso l’Hotel Parlapà con tutti gli ospiti della struttura ed i gestori hanno inoltre partecipato il sindaco Andrea Oliva ed una delegazione del Movimento Cinque Stelle. Proprio il sindaco, nella scorsa settimana, aveva richiamato l’attenzione sul fatto che un’eccessiva concentrazione di richiedenti asilo sia un ostacolo alla realizzazione di un’integrazione efficace, auspicando nuovamente una ridistribuzione più equa dei migranti presenti sul territorio piemontese.

D’altro canto, la presenza dei migranti ad Alpignano ha dato luogo a interessanti collaborazioni con il Comune e con varie associazioni cittadine, ad esempio nel mese di giugno alcuni ragazzi stranieri hanno collaborato con giovani alpignanesi alla nascente Consulta Giovanile per la sistemazione dei locali al Movicentro. Molto bella anche l’esperienza con il Judo Alpignano, che ha coinvolto un gruppo di stranieri in una relazione di scambio reciproco: i ragazzi aiutano il maestro D’Abbene nella preparazione dei tatami prima e dopo le lezioni e in cambio fanno attività sportiva. Nel mese di luglio, invece, alcuni ospiti del Parlapà hanno lavorato a fianco dei soci della sezione del CAI di Alpignano per sistemare il giardino retrostante l’ex-scuola Riberi.