Sono passati alcuni decenni da
quando tutti noi scendevamo sotto casa a fare le compere: il fruttivendolo, la
drogheria, il lattaio. Ogni giorno, quello che serviva.
Si andavano già a comprare
scarpe e vestiti nei grandi magazzini, ma la vera nostalgia resta per quelle
quattro chiacchiere abituali, quotidiane, con chi ci vedeva crescere e ci
diceva com’eravamo cresciuti.
Tutto ciò potrebbe apparire
inattuale, ma in realtà è un patrimonio che si è andato perdendo e che lascia
solo spazio a compere bulimiche, frettolose e impersonali: quantità al posto di
qualità.
Per cercare una sintesi tra il
desiderio di recuperare una dimensione umana dei rapporti e la propensione al
consumo, che ha fatto dello shopping
uno dei principali passatempi – per tutte le tasche – dobbiamo guardare non
solo alle trasformazioni delle dinamiche sociali, ma anche alle grandi
trasformazioni urbane.
Di un paese come Alpignano,
dove sicuramente tanti abitanti sono cresciuti sotto gli occhi dei tanti
commercianti che popolavano i vari quartieri della città, vorremmo comprendere
se c’è la possibilità di creare nuove occasioni per un rifiorire del commercio,
secondo lo spirito dei tempi e le trasformazioni che sono avvenute nel modo di
vivere la città.
La situazione del commercio ad
Alpignano è una delle principali preoccupazioni delle amministrazioni, ma le
soluzioni non sembrano facili, e quindi non succede nulla. Da anni non un
provvedimento viene emanato a favore del commercio, nessuna iniziativa, se non
qualche sporadico mercatino. Nessuna politica integrata ha permesso che si
rinnovasse l’immagine della città attraverso i suoi negozi e le sue attività
artigianali.
Questo è lo spaccato di realtà
che noi cogliamo, ma è solo il nostro punto di vista.
Volevamo iniziare a
vedere la realtà anche con gli occhi di chi oggi gestisce un’attività, che
affronta sicuramente problemi a noi non noti. E così abbiamo provato ad aprire un dialogo con alcuni commercianti, che hanno sacrificato il loro poco tempo libero per iniziare a individuare i punti critici, che impediscono una qualsiasi speranza di un rifiorire in automatico del commercio in Alpignano, anche passata la burrasca della profonda crisi economica.
Sono emerse così le note dolenti che in primo luogo hanno a che vedere con iniqui sistemi di calcolo della tassa rifiuti, ma che sono anche proprio peculiari del nostro paese: la conformazione urbanistica, la viabilità irregolare, la distribuzione delle soste, oltre alla totale assenza, ormai da decenni, di politiche del commercio, di qualsiasi tipo: dai servizi minini, in termini di disponibilità all'ascolto, al sollievo burocratico, all'assoluta mancanza di attenzione e propositività (è un'assurdità ad esempio la gran quantità di bandi lasciati scadere nell'indifferenza più totale).
A nostro avviso sarà fondamentale
continuare a discuterne insieme: potrebbe essere una buona occasione per capire se ci
troviamo di fronte a un inesorabile declino, o se ci sono ancora delle
possibilità per rivitalizzare il commercio in Alpignano, unendo le energie e cercando degli spunti da cui fare una cosa fondamentale: INIZIARE UN PERCORSO INSIEME.
E solo quando la rete commerciale di Alpignano tornerà a soddisfare il bisogno dei consumatori alla varietà e alla qualità, potremo dire che questo percorso si sarà concluso.
E ora un punto di vista in più dagli "addetti ai lavori":
Speriamo sia l'inizio di un percorso costruttivo per tutti.
RispondiEliminaCantina Vittoria
si bisognerà solo superare qualche diffidenza iniziale, e sperare nel cambiamento radicale di rotta!!!!
EliminaMa mi dite quante sono le determine e le delibere di giunta che questa amministrazione ha fatto in favore del commercio? Secondo me se arriviamo a due l'anno sono tante... tolto qualcosina che riguarda qualche fiera (che nemmeno ha organizzato il Comune come invece dovrebbe...) e qualcosa sui mercati ( e vediamo in che stato sono soprattutto quello del sabato...) NON C'E' NULLA. Ma lAssessore al commercio o il nostro Sindaco qualche volta si confrontano con quello che succede nelle città vicino alla loro?. Uno può anche non conoscere, piuttosto guarda dal compagno di banco e copia...non sarà farina del suo sacco, ma se funziona...... Ricordo la frase di Chiamparino nel caso Berta..." a san nen e a ciamu gnanca" - Garibuia!
RispondiEliminagaribuia è meglio che traduci per l'assessore in questione...
EliminaHo letto su facebook un interessante commento, relativo a questo post sul commercio in Alpignano, fatto da un consigliere comunale di maggioranza. Purtroppo non nelle dovute sedi, ma anche loro ogni tanto si esprimono (in autonomia, forse)
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