venerdì 19 maggio 2017

Verso il primo compleanno dell’amministrazione Oliva


La cornice entro la quale si esprimono i cittadini andrebbe meglio circoscritta, quando si vogliono tirare le somme di un lavoro impostato su diversi fronti.
Alpignano alle scorse elezioni ha espresso il desiderio di voltare pagina, rispetto ai partiti, ma crediamo anche rispetto a un modo trasandato di gestire la cosa pubblica.
Noi su quest’ultimo aspetto abbiamo concentrato non solo i contenuti del nostro programma, ma soprattutto il modo di operare di questi primi mesi di mandato.
Non è possibile negare che Alpignano abbia pesanti eredità, a cui nessuno è mai riuscito a dare risposte efficaci; abnormi quantità di problemi si sono accumulate nei cassetti, in attesa di una soluzione. Aprirli è stato uno sconforto, dal quale riprendersi subito perché era necessario lavorare. Ma pensare di poter risolvere in dieci mesi le cronicità di decenni di gestioni devastanti è una infelice e ingrata provocazione.
Per la maggior parte dei cittadini che ha dato fiducia al Sindaco Oliva, siamo certi che l’esigenza fosse quella di mettere in ordine questo paese cominciando dall’inizio. Le toppe incollate malamente non danno certezza di lunga durata.
I bidoni, le buche, l’erba che cresce sono problemi la cui risoluzione è legata alla disponibilità di risorse. Le risorse si possono trovare con l’indebitamento, ma l’indebitamento ricade sui cittadini e vi si deve ricorrere con attenzione. È per questo che il nostro lavoro si è concentrato in questi mesi sui bandi pubblici. E piano piano qualcosa arriva.
Sinceramente pensavamo di trovare pronto un progetto sulle asfaltature, perché le emergenze erano già evidenti anche prima di noi. Invece abbiamo trovato il portafoglio vuoto e un grande disorientamento generale.
Se potessimo liberarci dei mutui della piscina e del palasport, investimenti effettuati con grandissima lungimiranza politica (e non è una battuta), per poterne contrarre di nuovi, per sistemare le strade, lo faremmo. Invece questa decisione l’abbiamo presa per un’altra emergenza: la scuola. Era necessario risolvere un problema noto (la chiusura Gramsci) e un nuovo problema, la possibile chiusura della Rodari, che siamo riusciti a sventare. Subito. La scuola Gramsci verrà ristrutturata, secondo quanto previsto da diversi mesi e già comunicato.
Sul nido si sono fate scelte coraggiose, che nessuno avrebbe mai avuto il coraggio di fare, scelte che in parte sono determinate anche da un modo tutto italiano di approfittare in talune circostanze dei benefici pubblici, che nel lungo periodo hanno mandato in crisi il sistema del welfare, già resto instabile dai conti pubblici. I cattivi comportamenti sono un fattore saldamente legato alla politica ed è su questo che la politica deve principalmente agire.
Il palasport, il passaggio a livello, la piscina, il movicentro, il patrimonio pubblico in malora, la viabilità, una macchina comunale senza motorino di avviamento sono temi giganteschi, che stiamo analizzando, cercando di risalire a come si sono generati e degenerati, per poi capire che cosa è possibile fare. E questi problemi non li ha creati la giunta Oliva. Sono temi che sono scappati di mano a chi ci ha preceduto e ora il peso è tutto sulle nostre spalle. Ma noi questo peso lo stiamo sopportando orgogliosamente e con entusiasmo. Quello che chiediamo è solo tempo. Tanto tempo e pazienza. I risultati arrivano perché il percorso intrapreso è un percorso di grande responsabilità civica e politica.
Ai politici ciascuno chiede di risolvere il proprio problema, ma la città è un sistema e i problemi sono interconnessi. Lo dimostra che una cosa che non funziona per qualcuno è una risorsa per un altro. Ogni volta che si fanno delle scelte, sono scelte che a taluni piacciono, ad altri no.
Ma l’attenzione, la capacità di far rispettare le regole, l’attribuzione di competenze, la capacità di trovare soluzioni a questioni incancrenite sono le vere sfide alla politica oggi. Noi questa sfida abbiamo raccolto, quando ci siamo candidati. Volevamo cambiare le regole del gioco, per il bene comune.
Noi vogliamo investire sulla rinascita culturale e sulle persone, sulle possibilità che le persone, mettendosi in relazione, creino una rete virtuosa. E così vanno reinseriti nella rete i giovani come gli anziani. I nostri progetti sono avviati anche in questa direzione, con la consulta giovanile e i senior attivi.
Noi stiamo concentrando la nostra azione su scelte strutturali, che dovrebbero riuscire nel giro di qualche anno a dare un nuovo volto al paese e a determinare nuovi modo di vivere la città da parte di suoi abitanti.
Nessuno prima di noi era riuscito a dare un nuovo impulso alla macchina comunale, perché i dipendenti comunali sono il primo ingranaggio che si deve mettere in moto. Una revisione completa e strutturale dell’organizzazione comunale, su cui abbiamo speso grandi attenzioni, ci permetterà di migliorare i rapporti con il cittadino e con l’offerta qualitativa dei servizi. Ma anche per questo ci va tempo. Come nessuno prima di noi era riuscito a dialogare con Cidiu, con il quale stiamo rimettendo in discussione una serie di aspetti legati alla gestione del servizio. Ci interessa risolvere i problemi in modo stabile e duraturo; non ci interessa appellarci ai media per dare clamore a questioni irrilevanti, né rincorrere la notizia.
Stiamo cercando da tempo soluzione per recuperare una importante area del nostro paese, la zona Campagnola, e vorremmo farlo riattivando i campi sportivi con un interessante progetto. I tempi di gestazione sono lunghi, ma promettenti.
Abbiamo prestato grande attenzione a uno spazio pubblico semi abbandonato, come il Movicentro; stiamo pensando al recupero dell’ex area Borello. Stiamo ripensando la viabilità. Non sono cose che si fanno in fretta. Presto partiremo con il nostro progetto sul commercio. Ci siamo riavvicinati al mondo della scuola, con il quale è diventato facile collaborare. Per la cultura, in questo paese, significa tanto.
Ci sono tante attività in corso, più o meno grandi. Difficile elencarle tutte, ma se si osserva senza filtri è possibile percepire che cosa sta succedendo.
Il Sindaco Andrea Oliva ha un altro grande merito: nessuno prima di lui era riuscito a mettere in piedi una squadra così compatta e costituita da persone di elevato profilo professionale. Come in una grande azienda in crisi, il profilo dei manager è uno dei primi aspetti da valutare, per rimetterla in piedi. Nessuna lotta intestina scalfirà il progetto, perché la squadra è nata e cresciuta sin dai primi passi unita e solidale, in un gruppo di straordinaria levatura. Questo conta.
Tutti insieme, cercheremo di risolvere anche i grossi problemi legati alla disponibilità di risorse, ma anche per quello dovremo fare delle scelte. Scelte che saranno comunque criticate, come dimostra che da un lato si descrive Alpignano come città dormitorio, ma dall’altro si chiede di tagliare sulle manifestazioni. Come se 30.000 euro bastassero a sistemare chilometri di strade, degradatesi nel corso degli anni. Salvo poi gridare allo scandalo se voci di corridoio parlano di annullare il Palio del Cossot o di non fare i mercatini di Natale. Che cosa vogliono veramente i cittadini?
Che i problemi di Alpignano, accumulatisi negli anni, possano essere liquidati con un taglio dell’erba, ci fa sorridere e pensare tuttavia che la percezione sarà sempre soggettiva e legata a quanto ciascuno di noi sia in grado di osservare la realtà con onestà.
Non siamo così ingenui da non pensare che ci attendono molti sgambetti dall’opposizione e da chi non appoggia il nostro progetto. Ma faremo attenzione a dove mettiamo i piedi.
Non possiamo permetterci di farci dettare l'agenda politica dai nostri avversari e pretendiamo che i cittadini ci giudichino sulla base del rispetto del nostro programma. Ma ci permettiamo di chiedere di rinviare il giorno del giudizio ancora di qualche anno.

Le altre amministrazioni sembravano viaggiare a fari spenti e sono andati a sbattere contro ostacoli imprevisti. Quegli ostacoli non possono essere gli stessi che ora ci vengono rinfacciati: ci vuole maggiore onestà intellettuale anche da chi ha tutto il diritto di criticarci.

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