Da un po’ di tempo si parla di antipolitica … una questione
che crea non pochi grattacapi, a chi cerca di capire che cosa voglia dire e
qualche disagio a chi scrive. Come se ci si sentisse in qualche modo non
legittimati a esprimere al propria opinione, se non sotto l’ombra di qualche
simbolo, seppur riciclato.
La critica giunge da partiti che, nati in condizioni
storiche molto diverse dalle attuali, persi alcuni riferimenti illuminati, hanno
sempre tentato di mantenere la propria rendita di posizione. Questa rendita di
posizione ha però, nel tempo, fatto perdere di vista lo scopo principale che ha
chi decide le sorti di un paese, ovvero il benessere generale attraverso
adeguate politiche redistributive. Con tutti i meccanismi che tale principio
mette in moto.
Mettendo allo scoperto che esiste un malcostume abbastanza
diffuso e generalizzato, tra scandali, truffe e incapacità, gli elettori hanno
progressivamente perso la fiducia nei partiti e stanno cercando nuovi riferimenti.
E questi riferimenti li hanno trovati molto spesso in personaggi emersi da
contesti culturali completamente nuovi, che hanno conosciuto, studiato e magari anche vissuto in realtà
evolute in cui classe politica e classe dirigente hanno un’etica improntata
prevalentemente al rispetto del bene pubblico e all’interesse comune. Con una
classe politica modello, tutti i soldi finiti nelle tasche delle varie cricche
sarebbero invece finiti in servizi utili alla collettività, e ci troveremmo in
condizioni economiche non così disastrose.
Ma questo esame realistico dei fatti, anziché dare vita a un
vero dibattito tra intellettuali e politici, per fare autoanalisi e individuare
un nuovo modello di rappresentanza, ha dato vita a una controffensiva dei
partiti che si sono sentiti messi in discussione e minacciati dall’avvento
della “società civile” che non avrebbe gli strumenti (gli appoggi?) per poter
governare un paese. Sui vari palcoscenici mediatici sono stati lanciati allarmismi
e diffidenza, battezzando questo spirito di contestazione con la parola
ANTIPOLITICA.
Ma come ci si può ancora ispirare a soggetti che guidano i
partiti, a livello nazionale, che non hanno nessun contatto con la realtà, e che
da decenni vivono in “universi paralleli”, dove il rapporto con i problemi
quotidiani è semplificato fino diventare inconsistente?
In più, viviamo in una inconscia contraddizione, continuando
a dividere l’universo politico in destra e sinistra, chiedendoci se l’IMU sia
di destra o di sinistra; ma il mondo è già da un pezzo che non è più diviso in
blocchi contrapposti.
Tutto questo, per quanto sia in scala, lo stiamo vivendo
anche nel nostro comune: non è cambiato nulla, le dinamiche sono sempre le
stesse, i personaggi sono sempre gli stessi e quindi anche l’immaginario sarà sempre
lo stesso.Stando così le cose, è difficile intravvedere il necessario cambiamento.
Abbiamo già fatto riferimento a questo tema la scorsa
settimana: su questi dilemmi dovrebbe spaccarsi la testa la maggioranza, e non
sull’esigenza di ricompattare il centrosinistra, per riproporre la solita
minestra riscaldata. Non può essere questa la ricetta giusta per affrontare un
futuro che i partiti così strutturati e antiquati non sono in grado di
conoscere né di capire.
E ammesso che comunque i partiti ancora esercitino il loro fascino, come
organizzazioni collettive, vi è da chiedersi: perché chi si iscrive, facciamo
un esempio, in partiti come Sel, Lega Nord, o in rimasugli di Pd o Pdl, oggi,
dovrebbe avere maggiore cognizione politica di chi milita in Alpignano Sicura,
o in qualsiasi altro movimento politico libero e trasversale? Che cosa determina
capacità e coscienza politica?
In definitiva, tutte le tradizioni politiche avranno pur avuto un inizio...
Chi oggi gestisce la politica Alpignanese che tanto doveva o voleva essere portatrice di novità continua a navigare con i vecchi criteri dell'era pre-Pinzi . Manifestazioni, fuochi d'artificio, serate d'estate, etc...perchè attenzione cheoltre ai costo veri e propri ci sono anche quelli indiretti del personale ....poi mancano i soldi per la manutenzione ordinaria per la città...la gente cade nelle buche che si aprono sulle strisce pedonali e fa causa all'amministrazioni ( e io pago!!!), qualsiasi rattoppo, guasto o quan'altro diventa emergenza .....ma chi a casa sua penserebbe prima a divertirsi, a fare festa, (che sono cose che indubbiamente fanno piacere) per poi non avere le somme per aggiustare la lampadina o la serratura della porta! Gli alpignanesi così hanno deciso di farsi governare (purtroppo io compreso) ma forse un po' più di coraggio da parte di tutti noi avrebbe potuto premiare il Vs modo di operare anche se antipolitica magari avrebbe potuto portare ad una amministrazione più equilibrata. Non mollate, continuate con i vostri principi che seppur un po' utopici ci danno almeno speranza per il futuro. Solo così potrete dimostrare che si può ben amministrare anche in minoranza e con l'etichetta dell'antipolitica.Se avrete la costanza chissà che al prossimo giro non abbiate qualche voto in più compreso il mio che aihmè non avete avuto!
RispondiEliminaV.C.
Le utopie non devono essere sempre viste con disincanto, perché rappresentano comunque una tensione, una visione.
RispondiEliminaAltrimenti si continua ad andare avanti sempre e solo pensando alla competizione elettorale successiva: basta vedere che cosa sta succedendo ai partiti. In mezzo alla tempesta si stanno spaccando la testa per configurare una legge elettorale che li mantenga vita così come sono, esangui e non attrezzati a capire la realtà, e non che premi che si è distinto per il lavoro svolto.
Grazie gentile lettore per il tuo contributo, abbiamo bisogno di sentire che non si è ancora spenta la voglia di un cambiamento.
Gentile C.V.,
RispondiEliminaunendomi alle corrette esternazioni di Tamara e al piacere di leggere che dietro di noi c'è "qualcuno", permettimi solo di precisare che noi non abbiamo mai voluto essere antipolitici, poichè questo avrebbe reso incoerenete la ns decisione di fondare una lista "civico-tecnica" e entrare in "politica" bensi, antipartitici. La ns intenzione è quella di governare/amministrare nell'interesse comune con le mani libere, senza condizionamenti di partito o sottomissione a decisioni partitiche prese fuori dal territorio comunale.
Grazie ancora per il tuo intervento