giovedì 1 novembre 2012

TERRA MADRE E' MULTI-NAZIONALE


L’appena conclusasi manifestazione di Terra Madre ci permette di richiamare l’attenzione su uno dei temi che hanno caratterizzato una delle nostre più vivaci, convinte e ancora aperte prese di posizione, quello delle mense scolastiche.
Scrive la segreteria del Sindaco, sulla pagina dell’ultimo numero del giornalino comunale, dedicata all’iniziativa di Terra madre: “da sempre Slow Food si è schierato per i piaceri della tavola e il buon cibo e ha difeso le culture locali di fronte alla crescente omogeneizzazione imposta dalle logiche cosiddette moderne di produzione, distribuzione ed economia di scala”.
Alla serata di presentazione di Terra Madre ad Alpignano l’Assessore alle Politiche del territorio ricorda quanto sia fondamentale il contenimento degli sprechi, intento nobilissimo ma che fino ad ora non ha avuto un riscontro oggettivo, nel momento in cui ad esempio si volessero recuperare gli avanzi delle mense scolastiche e soprattutto dei dipendenti comunali.
Ecco, tutte queste parole sacrosante scritte e pronunciate dai nostri amministratori e dal loro leader di riferimento (che dichiara che Terra Madre è “una manifestazione che è un inno alla difesa del territorio, al riconoscimento del lavoro dell’uomo”) sembrerebbero abbastanza in linea con la nostra posizione, ovvero considerare fuori luogo il rinnovo dell’appalto delle mense scolastiche proprio a una multinazionale, soprattutto alla luce di tutta questa “voglia di sinistra”, che è stata registrata durante la visita del candidato di Sel alle primarie.
Anche di fronte a una esigenza importante come quella di non aumentare i costi, ci si sarebbe dovuti porre il problema di un’alternativa, che non necessariamente avrebbe significato aumentare le tariffe, ma cambiare strada, cercando di redistribuire le risorse in modo diretto sul territorio e facendo mangiare meglio i bambini.
La domanda a cui bisogna rispondere è: una multinazionale, se mantiene bloccato il prezzo di un servizio per 10 anni, che cosa comprimerà? I profitti? La sicurezza? Le retribuzioni? Il numero di addetti? Il costo degli approvvigionamenti?
Al di là degli scandali in cui è coinvolta, su cui è sufficiente interrogare un motore di ricerca (intossicazioni di migliaia di persone, sfruttamento dei lavoratori, strani appalti), la Sodexo rispetta criteri di qualità che non necessariamente coincidono con quelli identificati nella filosofia che ispira certe iniziative, quali ad esempio proprio quelli contenuti nel recente progetto educativo proposto da Slow food per le mense scolastiche, European school for healthy food - Slow Food a mensa.
Ma allora, perché rinnovare l’appalto alla multinazionale Sodexo fino al 2018, quando ci sarebbe stata finalmente, per un governo sempre più di sinistra, la possibilità di dare vita a un progetto alternativo, DIMOSTRANDO UN PO' PIU' DI COERENZA?
Alla luce di queste ulteriori prove ci viene da pensare che chi ha preso questa decisione sia stato veramente in conflitto con se stesso, addirittura nel momento in cui si è trovato a dover forzare le regole del gioco, con una ripetizione dell’appalto molto discutibile, comportamento recentemente “stigmatizzato” dall’Autorità di Vigilanza sui contratti pubblici, in quanto “non in linea con la normativa” vigente.
Immaginiamo possibili risposte a questo quesito: o la politica cavalca le mode del momento, senza aderirvi nella pratica, ma contando sull’appeal di temi quali la sostenibilità, l’ecologia, l’attenzione al proprio territorio, su un elettorato sensibile, che però non ha il tempo di approfondire tutto ciò che sta dietro le quinte; oppure la politica, pur aderendo completamente a queste filosofie di pensiero, non è capace di cambiare realmente abitudini, spesso per mancanza di idee, più per leggerezza che per cattiva fede; oppure la politica non è libera di scegliere, per condizionamenti che non ci è dato sapere.

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