mercoledì 20 marzo 2013

AL DI LA' DELLA FERROVIA...

Buongiorno a tutti,
con l’ultimo post abbiamo superato i 30.000 contatti: vuol dire che ormai mediamente, ogni settimana, circa 420 persone leggono quello che pubblichiamo.
Abbiamo iniziato la rubrica settimanale la scorsa estate, e partendo da 150 visualizzazioni a settimana, ora abbiamo quasi triplicato i lettori; ma vorremmo crescere ancora, perché, essendo l’unica voce della minoranza, che sta facendo un lavoro di analisi accurata dell’attività dell’amministrazione, bisogna che le cose si sappiano.
Se le 420 persone che ora ci seguono, a loro volta, raccontassero ciò che hanno letto ad almeno un’altra persona, e poi questa persona ancora a un’altra, immaginate come diventi difficile per la maggioranza sostenere la propria retorica dell’efficienza e del cambiamento, senza riscontri tangibili.
Di questo noi abbiamo bisogno. Di partecipazione. Abbiamo visto come un discorso al cuore degli italiani abbia travolto la politica. Non dimentichiamo la lezione appena appresa: che spesso ciò che è nell’interesse di un partito non è nell’interesse della cittadinanza. è per questo che nascono le liste civiche e i movimenti. 
Ora anche noi vogliamo scoprire se gli alpignanesi sono soddisfatti dei nostri amministratori, o se si sentono nella trappola di una guida senza visioni.
Con questo traguardo, vorremmo iniziare una nuova modalità di racconto dei fatti della nostra città, che cerchi di trasformare le nostre analisi e argomentazioni in spunti di progetto per la città che vorremmo.
Avendo ormai capito che è impossibile che questa amministrazione riesca nei prossimi tre anni a realizzare i diversi punti del proprio programma di mandato, allora forse dovremmo cominciare a costruire con voi, cittadini e residenti del nostro agonizzante paese, le basi per prendere in mano la città e guidarla, liberi dai diktat delle gerarchie di partito, dai regolamenti dei conti e dalle vecchie questioni ancora da sistemare.

Cominciamo concretamente questa rassegna, iniziando a vedere che cosa succede nelle varie zone della città.
C’è un quartiere, trascurato da tutte le amministrazioni, che è la dimostrazione tangibile dell’immobilità di questo paese: il borgo Talle e tutte le sue zone, Belvedere, Pietre, Maggiore.
Lo stato di abbandono della piastra commerciale del Belvedere, unico riferimento per gli acquisti di prossimità del vasto borgo "al di là della ferrovia", la desolazione di un’area a verde pubblico, il giardino mancato che da elemento aggregante, è uno spazio interstiziale inutilizzabile, un centro sportivo caratterizzato da spazi aperti, le cui potenzialità sono ridotte a causa della poco lungimirante collocazione. Quello che doveva essere un centro di aggregazione come la piscina comunale, che avrebbe dovuto far sviluppare un suo indotto locale, è stato lasciato per anni nelle mani di una gestione che va avanti alla giornata, prorogata a botte di rinnovi di sei mesi in sei mesi (siamo nella legittimità?): come si fa a fare un piano di gestione organico e remunerativo, come si possono programmare investimenti senza una presa in carico definitiva? 
Andando avanti, dove dovremmo trovare attenzione per il paesaggio e per la vita all’aria aperta, passeggiamo invece in boschi-discarica (è stata sporta recentemente una denuncia per abbandono di amianto), dove non c'è nessun desiderio di crare un punto di attrazione naturalistico.
Un punto dei tanti punti della Bealera di Rivoli
Scendendo nuovamente verso la stazione, la trascuratezza è a ogni sguardo: miseri ritagli verdi, un giardino poco progettato, frequentato solo da rarissimi bebè (perché è impossibile attraversare la ferrovia e andare altrove). Le strade, devastate e senza marciapiedi, non offrono nessuna sicurezza per la circolazione pedonale o in bicicletta. La Bealera di Rivoli, forse l’unica ancora scoperta in tutto il territorio, è un trionfo di marciume, miasmi, rospi e nugoli di zanzare.
fermata dell'autobus sulla Provinciale




La strada Provinciale, che dovrebbe essere la porta di ingresso, l'accoglienza e il benvenuto del paese, è sporca e priva di qualsiasi connotazione urbana.
L'unica consolazione è la relativa tranquillità della zona, che potrebbe essere stravolta se veramente ci fosse il sottopasso veicolare di Via Verdi, con lo spettro di una circolazione di mezzi priovati, non prevista da nessun piano del traffico, preliminare a qualsiasi studio di fattibilità (che non c'è).

Noi avevamo fatto una proposta, all’amministrazione, nel Consiglio Comunale del 29 maggio scorso, per dare un piccolo segnale di attenzione: una Farmacia Comunale al Belvedere. Invece l’amministrazione, dicendo che il quartiere la sua Farmacia di prossimità ce l’ha già (la Zamparo!!!), ha scelto per la collocazione della nuova farmacia la zona Campagnola. E ora ne sta per atterrare un’altra in zona Sassetto.

Non è ancora il momento per il Belvedere...

Cari lettori, confido nella vostra voglia di intervenire nel processo di trasformazione del modo in cui vengono prese le decisioni. Dite la vostra, sentitevi parte del processo delle scelte, sempre nell’ottica del bene comune.
Tamara Del Bel Belluz


2 commenti:

  1. Condivido alcuni elementi della descrizione della zona Belvedere. Alcuni, non tutti, perchè, da residente, non mi riconosco in un quadro così totalmente negativo. Mi sembra strano però che un'analisi così accurata e capillare non si concluda con delle proposte specifiche su ognuno dei punti. Ad esempio: cosa si propone per la gestione della piscina? come si possono realizzare percorsi pedonali sicuri dove le case sono addossate alla strada? come risolvere la pressione del traffico sulla strada provinciale? ecc..
    Invece trovo la proposta di una farmacia comunale: potrebbe anche avere senso, ma non mi pare davvero una priorità.

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  2. Capisco la provocazione, però forse non è ancora abbastanza chiaro il messaggio che stiamo cercando di dare: noi vorremmo che le proposte potessero partire da voi!
    Perché i cittadini non possono diventare i suggeritori delle scelte, anziché delegare e fare poi del cinismo il proprio criterio di valutazione?
    Noi le idee le abbiamo, ma quello che potrebbe fare la differenza è dire come voi vorreste abitare la vostra città; invece a me pare che alla fine si trovi sempre il modo di accontentarsi.
    Credo che molto si potrebbe fare, e si dovrebbe fare, a partire dal fatto che già solo un passeggino ti limita molto la mobilità. Hai mai visto dei bambini in giro da soli in bicicletta? Hai mai visto il giardino del Belvedere d'estate pieno di gente? Eppure ne avrebbe una naturale vocazione. Chi passseggia nei boschi dietro il belvedere? Basterebbe magari anche solo un'area pic nic.
    La piscina va riaffidata, non è che ci sia molto da fare, ma sono due anni che non ci si prova nemmeno. La piscina deve diventare un punto di attrazione, un luogo dove si va non solo per iscriversi a un corso.
    Un'altra farmacia comunale andava collocata per legge sul territorio: perché non dare qui questo servizio? Non sarà certo la priorità, ma sarebbe stato un segnale di attenzione. E poi a volte i meccanismi si innescano a partire da un'azione.
    La città deve essere un luogo da vivere, e non solo un luogo di transito per i veicoli.
    Basterebbe iniziare a sistemare i giardini, magari dare qualche licenza per chioschi, segnare percorsi pedonali o ciclabili anche solo con dissuasori, aggiustare le strade, mettere dei dossi di riduzione della velocità, rendere i sottopassi transitabili con un passeggino o una bicicletta, per non parlare dei disabili.
    Chi non ha problemi e vive via da qui la maggior parte della giornata, tutte queste cose magari non le vede, o gli risultano secondarie, ma invece io ritengo che siano alla base di una città vivibile e dignitosa.
    Un caro saluto, tamara

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