giovedì 13 novembre 2014

DI CHI E' L'ACQUEDOTTO



Parliamo tropo poco delle eccellenze del nostro territorio. Qualcuno forse le trascura per disinteresse, qualcuno forse perché le dà troppo per scontate.
Abbiamo già accennato – e ne parlavamo anche nel nostro primo programma elettorale - della Editrice Tallone, dell’Ecomuseo Cruto, del paesaggio, delle sponde della Dora, del nostro patrimonio associativo sportivo; ma abbiamo sempre parlato troppo poco della Società dell’Acquedotto, che è fortunatamente ancora in dote al Comune di Alpignano (il Comune possiede il 69% delle quote societarie e il restante 31% e suddiviso tra provati), che è stata recentemente premiato dalla Camera di Commercio come azienda storica.
La storia del nostro acquedotto inizia infatti nel 1905. Peccato non poter leggere nulla del suo interessante passato, perché nessuna delle voci di menù del sito www.sap-alpignano.it porta a una pagina web leggibile. Né sul sito del Comune, nella sezione trasparenza  (http://www.comune.alpignano.to.it/portals/163/SiscomArchivio/8/SAP.pdf) vi sono riferimenti che possano aiutare a fare qualche analisi significativa. Non ci sono bilanci, non ci sono gli organi, di questo acquedotto, non ci sono notizie dopo il 2009. Eppure di un’azienda come quella avremmo bisogno di saperne molto di più.
E così abbiamo cercato di capire qualcosa di più della storia recente dell’acquedotto, per verificare se tutto funziona al meglio, dal nostro punto di vista.
Il lavoro di approfondimento è come sempre, quando le cose sono così contorte, molto lungo e complesso. In pratica si può solo sapere qualcosa rovistando tra le delibere di giunta o di consiglio o facendo un accesso agli atti. O chiedendo a qualcuno, che abbia voglia di raccontare le sue vicende recenti e passate. Attività che stiamo facendo e che richiede un gran lavoro sui documenti.
Sappiamo che la Società si articola in un Consiglio di Amministrazione di nomina politica (Accalai Presidente, Consiglieri Andrini Morabito –che sostituisce Iguera dopo pochi mesi- e un privato) e che ha dei proventi derivanti dal pagamento delle bollette dei cittadini a cui viene erogato il servizio di acqua potabile.
Una quota di questa bolletta va alla Smat, che è l’azienda che ha in carico la rete fognaria e un’altra ad Aida, il consorzio che depura le acque.
I rapporti tra il Comune e l’Acquedotto sono stati regolati da una Convenzione, che stabilisce l’esclusività dell’erogazione del servizio alla Società Acque potabili di Alpignano (in cambio di 50 lire a metro cubo di acqua erogata), che dal 1935 a oggi è sempre stata rinnovata.
Per capire quale sia il caos che abbiamo oggi, meglio iniziare dalla fine: purtroppo dal 2013 siamo senza convenzione, in quanto la Giunta Comunale, dopo il provvedimento di proroga del 28 febbraio 2013, ha sancito, nemmeno due mesi dopo, il 23 aprile 2013, la revoca della proroga.
Dietro questo cacofonico gioco di parole sta il fatto che la Smat sembra rivendicare una norma che prevede che allo scadere di tutte le convenzioni, se il servizio è affidato a terzi, i beni saranno conferiti a Smat. Il punto è che però rispetto alle osservazioni di Smat non siamo in quella situazione, perché il Comune non è proprietario del 100% delle quote dell’acquedotto.
Il Comune tuttavia ha poi veramente revocato la delibera e quindi Smat, secondo il Comune, ha ragione.
In conseguenza della revoca non risultano accertamenti in merito ai canoni del 2013 e 2014.
Mentre ancora si decide quale sarà l’ente che prenderà il posto delle soppresse Autorità d’Ambito, l’autorità provinciale che si occupava di acque pubbliche, l’acqua per fortuna continua a essere erogata.
Che cosa vogliono fare gli attuali amministratori di questo nostro bene comune? Qui non si tratta di aprire un dibattito di principi sull’acqua pubblica, come da referendum del 2011, quanto piuttosto stabilire se il servizio per i cittadini funziona o non funziona, se è erogato al meglio, se costerebbe di più o di meno in caso di cambio di gestione, ovvero se garantirebbe maggiori o minori tempi di attesa per gli interventi di manutenzione.
Sono molte le zone d’ombra che meritano qualche schiarita, dai lavori pagati, ai canoni versati, che riemergono e riscompaiono tra i residui del bilancio, corrispondenze tra amministratori, gli obiettivi di una scelta piuttosto blindata sul Consiglio di amministrazione venuto fuori dallo spoil system, su cui ci eravamo già pronunciati (vedi comunicato in Consiglio Comunale riportato anche sul nostro blog - http://alpignanosicura.blogspot.it/2012/05/il-nuovo-cda-dellacquedotto-di.html - intitolato provocatoriamente Il “nuovo” cda dell’Acquedotto).
Anche quello dell’Acquedotto Comunale, come tanti altri temi, nelle mani di questa amministrazione potrebbe non trovare risoluzione vantaggiosa per i cittadini alpignanesi, rischiando di diventare un’altra pesante eredità da risolvere per chi gestirà il Comune alla prossima legislatura.

2 commenti:

  1. Finalmente qulacuno che provi ad interessarsi di eccellenze alpignanesi, provando a preservarle e "aiutarle" a resistere sul territorio. Non abbandoniamo la società per la condotta acque potabile, la sua professionalità, le competenze dei suoi operatori. Ora serve un attento controllo su cosa intenda fare questa amministrazione che pare poco chiaro. GARIBUIA

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  2. tranquilli, abbiamo sollevato la questione e ora prontamente scatta la mozione della maggioranza...siamo curiosa di leggerne i contenuti

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