giovedì 24 gennaio 2013

La Rassegna di Alpignano SiCura - parte I

Alpignano SiCura, pur non partecipando alla campagna elettorale in corso, intende fornire alcuni spunti di riflessione a tutti coloro che, in vista delle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio prossimi, ci stanno chiedendo un consiglio.
Pubblicheremo quindi dei contributi, a firma di alcuni esponenti del nostro gruppo,  tratteggiando alcuni caratteri generali delle linee di tendenza attuali.
Iniziamo la rassegna, che continuerà per le prossime settimane, con il contributo del Consigliere Comunale, Tamara Del Bel Belluz

iniziata ufficialmente la campagna elettorale, senza soluzione di continuità dal momento della dichiarazione di dimissioni del Premier Mario Monti.
Questa ondata di apparizioni televisive, da parte delle celebrità del mondo politico, ha inaspettatamente travolto l’elettore, che era ormai pronto ad accettare che un colpo di spugna cancellasse le tracce di un’idea di partito in piena crisi. 
Per tutto ciò che è successo, avremmo dovuto essere finalmente alla resa dei conti, all’anno zero della politica italiana. 
E invece non è così. Ritroviamo vecchie conoscenze e il Presidente del Consiglio dimissionario che non è più riuscito a uscire di scena. Quanto può essere credibile un establishment che parla di cambiamento? 

Una classe politica che non ha saputo esprimere le proprie migliori rappresentanze e un governo tecnico che non sa nemmeno che cosa voglia dire la parola “popolo” sono il punto di partenza per una analisi.
La situazione che si delinea seguendo i media tradizionali (talk show e quotidiani) è, semplificando molto, la presenza di tre schieramenti principali: la destra liberale e riformista, il centro liberale e riformista, la sinistra liberale e riformista.
E i cittadini questo appiattimento su altri tipi di interesse (finanza, corporazioni, industriali …) l’hanno capito, tant’è che in un recente sondaggio, alla domanda “destra e sinistra significano ancora qualcosa per gli italiani?” la risposta è stata “NO” per il 63% del campione statistico (Ipsos, gennaio 2013).
Penso che questo dualismo debba essere ripensato: o recuperiamo le identità senza ambiguità e contraddizioni, con visioni ideologiche chiare e azioni conseguenti, o smettiamo di dividere il mondo in due, e iniziamo a parlare di tendenze, di programmi, di pianificazione, di progetti.
Questa accanita campagna elettorale, puntando nuovamente a fare leva sul non ancora del tutto sradicato atteggiamento da “tifosi”, ci ha fatto perdere di vista istanze fondamentali che la società civile stava iniziando a chiedere, alle quali è fondamentale rispondere con solide argomentazioni.
RECUPERO DELLA CREDIBILITà DELLA MACCHINA POLITICA: rinnovamento della classe dirigente e rotazione degli incarichi, ristrutturazione dei partiti e ridimensionamento delle forme di finanziamento, incentivo alla costituzione di scuole della politica aperte alla società civile, revisione delle cariche, dei compensi, delle tutele, riduzione del numero degli esponenti politici a carico dello stato. 
EFFICACIA DELLA SPESA PUBBLICA: educazione al contenimento degli sprechi, soprattutto in ambito sanitario, affidabilità e formazione permanente dei dipendenti pubblici, con particolare attenzione agli insegnanti, riorganizzazione della pubblica amministrazione a partire dall’analisi della necessità dei servizi decentrati, riduzione degli enti a carico dello stato, aggiornamento delle procedure burocratiche e riduzione degli adempimenti, razionalizzazione normativa, che avrebbe effetto anche sui tempi della giustizia.
BENESSERE DELLA COLLETTIVITà: tutela del territorio, delle acque, dell’agricoltura e del patrimonio artistico, nuove politiche per la casa, nuova formulazione del concetto di diritto al lavoro, educazione scolastica pubblica all’avanguardia e revisione dei programmi scolastici, rilancio del turismo, investimenti pubblici nel campo della ricerca e della tecnologia, recupero delle eccellenze e dei mestieri perduti, creazione di sinergie tra distretti industriali e poli scientifici, università e laboratori di ricerca, valorizzazione dei giovani e degli anziani, recupero delle marginalità sociali con interventi sul tessuto urbano e sulle forme di cooperazione, revisione dei sistemi di detenzione carceraria, riequilibrio delle dipendenze energetiche…il quadro potrebbe non esaurirsi qui ed è chiaro che si tratta di trasformazioni strutturali che daranno frutti alle generazioni future.
I concetti che sono maggiormente espressi in questa campagna elettorale mi suscitano grandi perplessità: crescita, sviluppo, tasse. Se potevano avere una loro cruciale correlazione negli anni ’50, sono oggi concetti deboli e irritanti, e andrebbero reintepretati. Va rivisto il concetto di sviluppo, che secondo il modello economico dominante non sarà sostenibile andando a impattare nei limiti di un mondo fisico finito; va rivisto il concetto di crescita, perché le relazioni tra soggetti non possono esaurirsi nell'escalation del consumo di beni a rapida obsolescenza; va rivisto il concetto di tassazione, che, nascendo per attuare giuste politiche di redistribuzione, è stata piegata contro natura ad alimentare la voragine del debito pubblico. 
In che modo i protagonisti, che hanno militato per decenni nei partiti e nelle istituzioni, che hanno vissuto di politica, e che oggi si ripropongono con estrema disinvoltura, hanno trovato finalmente le risorse, finanziarie e intellettuali, per impostare questo lungo e laborioso percorso, affinché i gravissimi problemi di cui soffriamo trovino le soluzioni che aspettiamo da tempo? Non c’è più il tempo per la polemica sul perché non sia stato fatto nulla prima, ma ci serve sapere quali sono e quali obiettivi si pongono i candidati, per consentirci di prendere una decisione ponderata.
La possibilità di avere delle risposte dipende da chi pone le domande e oggi gli interlocutori principali, conduttori televisivi e giornalisti, dovrebbero lasciare il posto ai cittadini, che dovrebbero pretendere delle risposte concrete, recuperando una certa sensibilità per la "verità". è fondamentale recuperare questa sensibilità, perché dietro la potenza di un simbolo o dietro lo slogan della credibilità internazionale potrebbero celarsi le insidie di una politica che ha spostato i propri interessi e non conosce più la complessa stratificazione del popolo italiano."



4 commenti:

  1. be allora è chiaro che il fondatori di alpignano sicura per un cambiamento radicale saranno costretti a votare un movimento nuovo fatto da gentte e da persone semplici e (populiste)come dicono i girnali!!! grazie !!! alpignano sicura per questo pensiero!!!


    cinque stelle????

    RispondiElimina
  2. Cerchero' di essere breve e diretto.

    A grandi linee condivido in pieno quanto da te espresso e cioe' il ritrovarci per l'n-sima volta alle fatidiche votazioni che, per la maggior parte delle persone, non cambieranno nulla. Si potrebbe addirittura dire che "se le votazioni servissero a qualcosa le avrebbero gia' abolite".

    Non voglio essere cosi' pessimista pero' mi limito a fare un'analisi della situazione italiana e dell'italiano medio.

    – La situazione italiana e' particolarmente critica. Abbiamo oramai da tempo perso fiducia nella politica (parlo in generale perche' personalmente da circa 10 anni ho "aperto gli occhi"). C'e' una distanza talmente ampia tra il popolo e i "maiali" (bisogna chiamarli con il loro nome) che sembra incolmabile. E' un po' come il feudo con alte mura, il ponte elevatio e il fossato con i coccodrilli. Noi siamo fuori ed i maiali dentro a festeggiare.

    – L'italiano medio e' colui che generalmente pensa: "non e' un problema mio, quindi me ne frego" oppure "io ho un lavoro, per quale motivo dovrei appoggiare gli operai che protestano". Insomma ognuno coltiva il proprio orticello.

    Se a tutto questo aggiungiamo il fatto che non abbiamo mai vissuto in un paese civile ed evoluto e quindi non aver mai potuto apprezzare la bellezza di avere scuole d'eccellenza, una sanita' funzionante, trasporto pubblico efficiente, burocrazia snella, politici onesti (e non dei maiali) etc etc.. diventa difficile votare per un ideale (gia' vissuto).

    La corruzione, molto diffusa in Italia, ci costa pro-capite circa 5400 euro all'anno (cinquemilaquattrocento). Per una famiglia di 3 persone vuol dire rinunciare ogni anno a poco piu' di 16.000 euro (sedicimila): un mutuo.
    A chiunque tu dica questo dato sono sicuro che ti guardera' con gli occhi sconfortati, un po' impotente e comunque fara' un timido sobbalzino per poi riprendere ad essere il classico italiano medio che pensa "tanto non cambia nulla". Questo forum ne e' la dimostrazione. In quanti hanno lasciato un commento?

    Io alle prossime elezioni, come quelle degli ultimi 10 anni, non votero' oppure mettero' una bella X su "Movimento 5 stelle". Che piacci ao meno e' l'unico che ha pubblicato un o straccio di programam da un bel po' di anni. SIcuramente rivotare i soliti maiali non serve a nulla.
    Andrea Astolfi

    RispondiElimina
  3. è vero, io che sono amministratrice del blog posso confermare che abbiamo ormai una media di circa 300/350 accessi settimanali, ma i commenti sono sporadici e quei pochissimi sono per lo più in forma anonima.
    Questo è un segno che comunque le persone sono interessate, si informano, sono curiose, vogliono sapere che cosa succede, ma non sono più capaci di confrontarsi, di esprimere la propria opinione, di interagire alla pari. E' come se si avesse sempre bisogno di una guida, di qualcuno che decida per noi.
    Noi non vogliamo dire a nessuno chi e che cosa scegliere, oggi; quello che scriveremo in queste settimane serve a stimolare riflessioni o confronti ma non c'è nessun interesse a imporre un punto di vista o a giudicare chi ha opinioni diverse.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Quando ho sottolineato la poca partecipazione non era per "smontare" il tutto ma solo per evidenziare il fatto che il processo di cambiamento e' piuttosto lento (almeno all'inizio). Io sono convinto che se la gente quando si rendera' conto di vivere e apprezzare il cambiamento comincera' a difenderlo. Purtroppo al momento c'e' ancora una notevole distanza tra noi e i maiali. La gente crede di essere ancora troppo lontana per poterli "prendere a c. n. c." Scusa l'acronimo latino.
      Ciao
      Andrea Astolfi (entro come anonimo ma poi mi firmo)
      andrea.astolfi@yahoo.it

      Elimina