lunedì 18 febbraio 2013

La rassegna di Alpignano SiCura - parte V

Questa settimana, insieme all'ultimo contributo di uno dei componenti del nostro gruppo, Andrea Oliva, ricordiamo l'appuntamento alla serata, che abbiamo organizzato insieme alla Lista Civica Indipendente Alpignano Sostenibile, di presentazione di alcuni dei candidati dei principali partiti, che si confronteranno alle urne il 24 e 25 febbrario prossimi.
Con l'occasione di questa collaborazione, accogliamo, a seguire, anche il personale contributo di Roberto Canola, esponente di Alpignano Sostenibile.
  

SENSO CIVICO E SCELTE CORAGGIOSE 

Pochi giorni. Solamente pochi giorni per decidere il mio voto. Come me tanti devono ancora decidere, tanti vogliono ancora decidere. Tanti in crisi di fronte a questo evento. Nelle poche parole espresse è emersa la parola più ricorrente degli ultimi tempi: crisi. Rifletto. Che cos'è lo stato di crisi? Quali pensieri mi evoca la parola crisi? Su un foglio, quasi come fosse un gioco, annoto il flusso dei miei pensieri: crisi finanziaria, Lehman Brothers, crisi economica, cassa integrazione, licenziamento, lavoro, Ministro Fornero. Ho un sussulto quando il pensiero arriva alla politica: la crisi politica, la crisi dei partiti. Cerco alcuni dati storici sulla politica, li metto in ordine e li analizzo: 70 anni, 16 legislature, 67 governi. Due governi Craxi, due D'Alema, due Prodi. Quattro Berlusconi, cinque Moro, cinque Rumor, sei Fanfani. Sette governi Andreotti, otto governi De Gasperi. Sinistra, centro, destra. I partiti: fusioni, accorpamenti, cambi di nome. Prima e seconda Repubblica. Tangentopoli. Discese e salite in campo. Gli scandali dei rimborsi elettorali. Contrapposizione tra i politici e i tecnici. Le campagne elettorali a suon di insulti e impossibili promesse. Mi convinco che negli ultimi settanta anni la politica italiana è stata la forma più rappresentativa dello stato di crisi. 
La crisi è un periodo di tempo, che separa una maniera di essere da un'altra differente. E poichè questi passaggi sono sempre stati peggiorativi, nell'uso comune ha assunto un'accezione negativa. 
E se un momento di crisi portasse, per questa volta, un miglioramento della situazione? Riesco a cogliere per la prima volta una sfumatura positiva. Crisi politica intesa come momento di valutazione, di riflessione, di scelta, può trasformarsi nel presupposto necessario per un miglioramento.
Occorre invertire la tendenza. Occorre cambiare. Occorrono scelte serie e fattibili. Occorrono scelte programmate. Occorrono scelte coraggiose. Occorrono persone nuove. Occorre senso civico.
Occorre il mio voto. Occorre il nostro voto.
 Andrea Oliva


"Vorrei contribuire al dibattito sulle prossime elezioni politiche del 24 e 25 febbraio 2013 e vorrei farlo partendo dall’esortazione ad andare a votare, nonostante tutto. Nonostante le continue notizie, che arrivano dal mondo politico, nonostante la malamministrazione, nonostante le sensazioni che proviamo di fronte a una casta di onnipotenti e di intoccabili, nonostante l’immaginario collettivo, che li vuole tutti ladri, corrotti, farabutti.
Il pensiero comune, in questo come in molti altri casi, non ci aiuta a fare chiarezza anzi, più pensiamo che tutti siano corrotti e ladri, più, per effetto retroattivo, saranno le persone che rinunceranno a scegliere, scegliendo di non andare a votare. Privandosi di un ulteriore diritto, oltre a quelli a cui dovranno rinunciare per aver delegato ad altri un compito che comunque va onorato.
Avrei buoni motivi per pensare di rinunciare al voto, oltre a quelli già detti, per esempio la sensazione di non essere rappresentato dai partiti tradizionali, che si propongono per governare l’Italia. Il voto dovrebbe essere una delega di rappresentanza e invece, per diverse ragioni, non lo è più da diverso tempo; non lo è più prima ancora del Porcellum, da quando la politica ha abdicato a favore del mercato, degli interessi privati, della finanza.
Avrei altrettanti buoni motivi per non andare al voto, per la pochezza del contenuto politico che i partiti esprimono, per l’incapacità di disegnare un orizzonte da osservare, che non sia quello del lavoro, del PIL, della crescita, e di altre fandonie di questa natura.
Ho buoni motivi per dire a tutti coloro che si agitano, progettando la prossima e più vigorosa  crescita economica, che questa crisi è strutturale e non passerà nel breve periodo. Perché questa è in primo luogo una crisi profonda di valori, di aspettative mancate, di un benessere fondato solo sul consumo, su beni che diventano merci e come merci soggetti alle quotazioni di mercato.
Il lavoro, per quanto venga declamato, non è la priorità. La priorità è QUALE LAVORO PER QUALE FUTURO. Siamo stati abituati a sentire, e lo siamo a tutt’oggi, che l’importante è che ci siano il lavoro e la salute. Oltre al fatto che i lavoratori dell’ILVA e i cittadini di Taranto, i cittadini di Casale Monferrato (Eternit), per fare i due esempi più eclatanti, avrebbero qualcosa da dire a riguardo, il punto è riorientare la società verso una economia sostenibile che risponda ai bisogni reali e primari, verso l’artigianato e l’agricoltura; questo è il vero orizzonte occupazionale insieme a un'industria, che si riconverta verso scelte ecologiche.
E’ necessario riconvertire il pensiero consumista e tornare all’uso ragionato dell’energia e delle risorse del territorio. Il pianeta terra sta dando segni evidenti di sofferenza; il modello di crescita fino a oggi proposto non è più credibile. La priorità politica DEVE ESSERE LA SOSTENIBILITA’ di tutte le nostre azioni, della nostra economia e del lavoro, che possiamo creare per ridurre al minimo l’impronta ecologica, che nel corso di questi ultimi 50 anni è stata devastante per l’ecosistema. La crisi che stiamo vivendo è una CRISI ECOLOGICA di dimensioni planetarie. 
Questa è la strada da percorrere. Per farlo è necessario mantenere saldo il principio democratico del voto, andando a votare, assumendosi la responsabilità di cercare il cambiamento. 
Un caro saluto 
Roberto Canola

2 commenti:

  1. Ciao Roby,
    ho letto il tuo intervento. Come non darti ragione? E' impossibile. Quanto scritto corrisponde assolutamente al vero. I temi da te segnalati sono importanti e assolutamente condivisibili. Non sto ad analizzare punto per punto quanto scritto perche' risulterei ridondante e ripetitivo. Penso che per realizzare quanto da te, me, noi desiderato o auspicato sia necessario educare le persone da quando sono piccole e cioe' partendo dalla materna, dall'asilo, dalla scuola, dalla famiglia. Attualmente questo tipo di percorso e' difficilmente percorribile perché' le regole attualmente in vigore non servono a nulla se l'autorità' non ha il potere di farle rispettare.

    Hai un bel insegnare e dire ai bambini "non si buttano le carte a terra" quando tutti o quasi lo fanno e soprattutto davanti alle forze dell'ordine (che rimangono impassibili a tutto). Oppure non bisogna attraversare i binari quando decine di ferrose lo fanno davanti al controllore e capostazione (che impassibili e a volte con un certo menefreghismo voltano le spalle). In un certo senso li capisco: non hanno nessun potere.
    Ovviamente questi sono solo esempi ma ne possiamo elencare a centinaia di situazioni controverse e' prive della più' elementare logica civile e di buon senso.

    Io comunque andrò' sicuramente a votare e voterò' "Movimento 5 stelle". Sono stato sicuramente uno dei primi a seguire il blog fin dalla sua nascita e benché' i vertici siano un comico e un esperto in comunicazione (e non i soliti maiali e ladri) non vergogno assolutamente di dirti che voterò' per loro. Dovessero, dovessimo fallire vorrà' dire che percorreremo un'altra strada.
    Di una cosa sono pero' orgoglioso: di non essere mai stato attaccato (stile tifoso) a delle ideologie. Sono anni e decenni che migliaia di persone continuano a credere nel PD e nel PDL. Tutte le volte che discuto con queste persone chiedo una sola cosa:
    "Dimmi le prime 3 cose buone che ti vengono in mente che il PD-PDL ha fatto!!!".

    Tacciono SEMPRE.

    Ciao
    Andrea Astolfi

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    1. Nell'intervento precedente c'e' qualche errore. Mi perdonerete ma non ho avuto tempo per rileggerlo. Meglio rispondere con qualche errore che non rispondere.
      Ciao
      Andrea Astolfi

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