giovedì 30 maggio 2013

A "CACCIA" DI FINANZIAMENTI



La scuola materna Luigi Caccia, l'unica scuola privata di Alpignano, riceve dal Comune un finanziamento annuale di 40.000 euro, suddiviso in 25.000 euro di quota fissa e di 15.000 per eventuali lavori di manutenzione, da assegnare su rendicontazione. Avendo 3 sezioni e per ogni sezione un massimo di 26 bambini, la scuola accoglie al massimo annualmente 78 bambini. Significa che il comune mette a disposizione mediamente circa 513 euro a bambino complessivi, ovvero 194 euro se riferito ai soli lavori di manutenzione.
Vediamo se la stessa cifra è disponibile per i circa 1300 bambini della scuola pubblica, con l’esclusione dell’asilo nido, che è un servizio alle famiglie e non una “scuola”.
Sul territorio di Alpignano sono presenti 7 plessi scolastici pubblici: 3 scuole dell’infanzia, 3 scuole primarie e una scuola secondaria, per un totale, nel 2012, di 1294 alunni.
Se adottassimo lo stesso parametro di spesa pro-capite, ci dovremmo aspettare che il Comune impegni ogni anno almeno 665.000 euro per il mantenimento complessivo delle scuole, di cui 250.000 per gli investimenti.
In realtà lo stanziamento per il 2012, per questa voce, è stato di 165.000 euro, che resta ancora da verificare sul conto consuntivo. Un bella differenza. Significa che ciascun iscritto della scuola privata ha maggiori possibilità, rispetto a chi si iscrive alla scuola pubblica, di frequentare un istituto in migliori condizioni di manutenzione. E' molto più probabile che non si debbano attaccare fogli di carta alle finestre per schermare il sole, che non vi siano zone delimitate da nastro rosso e bianco per mesi perché ci sono controsoffittature pericolanti, che non piova nelle palestre, che i bagni abbiano la dotazione regolare di sapone e di carta igienica, che i bambini lavino i denti perché ci sono le mensoline per appoggiare gli strumenti, che tutti i locali siano agibili, accessibili e attrezzati.
Vediamo i dati della scuola pubblica.
Se non abbiamo dimenticato nulla, prendendo come fonte la relazione sul rendiconto 2012, e ciò che da questa si può estrapolare, ovvero i contributi vari (libri di testo, progetti, assistenza, presidenza), la quota parte a carico del comune sui servizi a domanda individuale, e sommandoli alla cifra stanziata per le manutenzioni straordinarie, arriviamo alla cifra di circa 494.000 euro.
A questa va aggiunta la spesa delle utenze (telefono, riscaldamento, illuminazione, acqua), per un totale di circa 278.000 euro. Cifra su cui ci sarebbero margini per intervenire.
E così arriviamo a circa 936.770 euro di spese annuali per la scuola pubblica (circa 724 euro a iscritto).
è ovvio che su una cifra del genere 40.000 euro in più non farebbero tutta questa differenza, mentre 512 euro di retta annuale in più per iscritto alla scuola Caccia sarebbero più evidenti. Perché comunque anche chi sceglie la scuola privata vuole pagare quanto gli altri.
In occasione del referendum di Bologna del 26 maggio scorso sul sito www.sinistraecologialiberta.it si trovavano alcuni appelli coerenti con una visione politica, che come tale è adeguata al momento storico attuale:
“Sgomberando il campo da quelle che sono false premesse, la più grave delle quali è: il sistema scuola e i servizi per l’infanzia pubblici costano troppo e sono insostenibili, dunque dobbiamo affidarci ai privati. Diciamoci chiaramente che questa premessa non equivale ad una constatazione. Questa premessa è già un’indicazione di scelta prioritaria. Vale solo se nella scala delle priorità di spesa locali e nazionali non si investe sulla scuola, se si dà per scontato che l’istruzione sia un servizio come altri soggetto dunque alle leggi del mercato, se si scambia la libertà con il liberismo. E’ questa premessa che ha permesso la continua erosione di risorse pubbliche al sistema scuola con l’affidamento ai privati, creando un circolo vizioso. Il referendum ci dice che questo circolo vizioso va rotto e si può rompere. E che le priorità di investimento si possono cambiare. Anche a livello nazionale.” (giovedì 23 maggio 2013 / Cathy La Torre)
E poi ancora:
“vogliamo si investa nella Scuola Pubblica, non per demonizzare gli istituti privati, ma per ribadire che il diritto costituzionale fissato dall’art. 33 è esigibile, che una famiglia di questo paese, una volta pagate le tasse, se vuole avere scuola pubblica DEVE avere scuola pubblica […] vogliamo che vinca la Scuola Pubblica, Laica e Pluralista!” (lunedì 27 maggio 2013 / Cathy La Torre).
Il problema non è tanto sentito nel nostro Comune, che non ha sicuramente gli stessi problemi di Bologna (anche se da un paio d'anni iniziano a formarsi le liste di attesa per le materne, e di certo non vengono assorbite dalla scuola Caccia). Ma il rinnovo della convenzione del Comune con la scuola materna Luigi Caccia pone un problema di coerenza con le linee di principio individuate da Sinistra Ecologia Libertà.
In seguito ai fatti di Bologna arriva un primo segnale che potrebbe indicare che, quando i soldi scarseggiano, dovrebbero essere indirizzati verso beni pubblici e servizi fondamentali. Come la scuola.
è evidente che il discorso è complesso e molto condizionato da un susseguirsi di provvedimenti che hanno reso più flessibile la visione di scuola pubblica, in rapporto alla libertà di scelta. 
La domanda da porsi, per tornare qui da noi, dovrebbe essere: ma perché a fronte di 3 scuole dell’infanzia statali, molto belle e gestite da insegnanti validissime, con spazi adeguati e tempi di pre e post scuola pensati proprio per chi ha bisogno di maggiore flessibilità di orario, c’è qualcuno che desidera scegliere una scuola privata, oltretutto scomoda, senza parcheggi, con poco verde e poco spazio aperto?
Il massimo rispetto per chi realmente sceglie la scuola per le sue caratteristiche confessionali, ma di tutti gli altri motivi si potrebbe tornare a discutere?

3 commenti:

  1. non posso metter becco sul finanziamento-convenzione tra il comune di alpignano e la fondazione caccia che gestisce la scuola materna.
    non posso dir nulla in proposito perchè non ho nessuna conoscenza tra i rapporti economici che reggono l'asse in questione.
    posso però raccontare perchè ho deciso di far frequntare a mia figlia propio quella scuola materna privata, scomoda, senza parcheggi, con poco spazio aperto e poco verde.
    faccio un passo indietro.
    settembre 2010
    riunione alla scuola materna gobetti (dove avevo iscritto senza alcuna titubanza la bambina)
    trovo un ambiente professionale gelido, trovo una rappresentante d'istituto che si alza più volte a rispondere al cellulare per 10 minuti abbondanti ogni volta.
    trovo una rappresentante d'istituto che più volte viene ripresa dalle insegnanti in quando descriveva attività didattiche diverse da quelle che le maestre fanno.
    trovo un muro sulla comunicazione quando mi viene detto che devo scrivere su di un quaderno posto all'ingresso le varie comunicazioni
    vedo mia figlia di due anni e 8 mesi impaurita quando mi dicono che devo lasciarla all'ingresso
    vedo del filo spinato quando parlano delle assenze. dicono che segnalano le assenze numerose per far posto ad altri bambini in lista e così mi ritrovo a fare i conti... io lavoro 12 ore al giorno dal marted' alla domenica, il lunedì mia figlia starà con me, perchè anche io ho diritto al mio giorno in famiglia.... insomma 4 giorni al mese x 10 mesi... ... forse troppi per questa scuola.
    mi è parso il posto sbagliato dove far crescere ed educare mia figlia.
    non ho visto amore. ho visto solo l'azienda scuola, la non personalità.
    sono uscita da quella riunione con la chiara consapevolezza che quello non era il posto adatto a me, a mia figlia, alla mia famiglia.
    ero contraria al caccia. da sempre. io e mio fratello l'abbiamo frequentata entrambi.
    no, al caccia no. no, i grembiuli no. no, la religione no.
    avevo solo più una settimana di tempo e tappandomi il naso mi faccio forza e visito il caccia.
    entro dentro e trovo serenità, sicurezza, percepisco amore.
    lo spazio all'aperto l 'ho trovato nel cuore delle maestre che il primo anno hanno asciugato ne innumerevoli lacrime di mia figlia, il poco verde l'ho sostituito con l'amorevole pazienza delle maestre che per tutto il secondo anno scolastico prendevano in braccio mia figlia affinchè potesse inviarmi un bacio al volo su ogni finiestra del perimentro.
    ho sopperito la difficoltà di parcheggio con la camminata al mattino dal salone alla classe , passando nella zona refettorio.
    la libertà di scelta. ecco perchè bisogna discuterne.
    sentire che quello che è il posto giusto per i propri figli.
    ah... il mio contributo era 160 euro al mese.
    tornassi indietro rifarei la stessa scelta

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  2. grazie per l'intervento, ora questo rende ancora più significativo il nostro post successivo a questo, in cui ci chiediamo perché stiamo rinunciando a rafforzare la scuola pubblica, e piuttosto che cambiare LA SCUOLA cambiamo scuola. Non sarebbe ora che si aprisse un dibattito, a livello ministeriale, per riprendere in mano il diritto allo studio, ad avere scuole in ordine, insegnanti motivati? Stiamo nascondendo, dietro alla necessità di sostenere comunque le scuole private perché se no il sistema non regge, l'incapacità di ricominciare da capo a riconsiderare l'istruzione pubblica una questione centrale per le società evolute, dove l'obiettivo non è più affrontare l'analfabetismo ma ricreare condizioni di partenza uguali per tutti.
    E comunque chiudo con una considerazione personale: i mei bambini hanno frequentato entrambi la scuola Borello e posso dire con assoluta sincerità che abbiamo trovato un ambiente molto accogliente, da tutti i punti di vista: i bambini venivano cambiati dai genitori e accompagnati dentro alle classi, dove potevano dialogare a tu per tu con le maestre per qualsiasi problema, i più infelici potevano salutare i genitori dalla finestra per tutto il tempo necessario, e i più coccoloni erano regolarmente abbracciati alle gambe delle maestre, si addormentavano con la mestra che leggeva loro le fiabe, c'era pre e post scuola. E stiamo parlando del perido compreso tra 2006 e 2011.

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  3. Veramente interessanti i due interventi
    Vedo intanto con piacere un problema reale, affrontato con serenità, coerenza e trasparenza.
    Faccio una premessa, il mio intervento non vuole essere contro le scuole private, bensì a favore della scuola pubblica. La sottiliezza non è indifferente.
    Ben lungi dal criticare le scuola private, il loro lavoro e la loro presenza. Anzi evviva le scuole private, la loro offerta formativa a patto che non sottragano risorse alla scuola pubblica.
    Io per primo sono andato alla ricerca di una scuola stahanleriana per mio figlio Aspi perchè ricercavo un'offerta formativa specifica e che la scuola pubblica non era in grado di garantirmi.
    Una persona ha diritto di poter scegliere (se lo ritiene opportuno) una scuola che offra un piano educativo mirato, anche confessionale se vogliamo; ognuno è libero di ritenere anche che la scuola debba essere confessionale perchè pensa che il sistema educativo debba prevedere anche un cammino educativo specifico. Nessun problema; si sceglie e in questa scelta si è anche dispoti a pensare di investire (la scuola non è una spesa è un investimento educativo) delle somme a sostegno e finanziamento di una scuola privata.
    Diverso credo che sia la scuola pubblica, che deve essere laica, pluralista iberale, non confessionale e dedita all'inclusione in una progetto che l'intera società vuole portare avanti per le nuove generazioni secondo i principi della nostra costituzione.
    Ci sono però dei valori che debbono essere "universali" a fondamento della nostra scuola, che non possono essere una eccezzione, ma debbono essere la norma; la passione, la preparazione, una scuola che accoglie, una ascuola laboratorio di idee, unaa scuola laboratorio di esperienze di vita, una scuola che entusiasma, che sappia far emergere i propri carismi e sappia includere ins enso totale le fargilità dei nostri figli. Una scuola accogliente nelle strutture, nei sentimenti, una scuola che METTA I BAMBINI AL PRIMO POSTO. Quella scuola la dobbiamo pretendere e dal punto di vista politico sostenere. Il soddisfacimentodelle esigenze di quella mamma debbono essere la norma, scontate....e se non ci sono ..cosa aspettiamo a far si che si possano creare perchè ogni mamma ed ogni papà in qualsiasi scuola accedano trovino la norma senza doversi ritenere fortunati o anadare alla ricerca di qualcosa di cui hanno diritto. Se sceglieranno la scuola privata sarà per altri motivi, per una scelta mirata, consapevole e voluta e non per l'esigenza di trovare un qualcosa di cui avrebbero comunquediritto . In una sola frase che trovo bellissima: Noi che ci occupiamo di politica (quindi tutti!) dobbiamo CAMBIARE LA SCUOLA, e non trovarci costretti a CAMBIARE SCUOLA. Un abbraccio Gianni Brignolo

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