giovedì 7 novembre 2013

SE AD ALPIGNANO ARRIVA IL CROWDFUNDING



Nella notte di Halloween – che è ormai una festa più sentita del Carnevale -, qui ad Alpignano, gruppi organizzati di bambini capeggiati da mamme e papà hanno percorso le vie di Alpignano per suonare ai campanelli delle case e chiedere non il consueto dolcetto, ma, senza peli sulla lingua, un contributo per “La Scuola”. Motore dell’organizzazione, il Comitato Genitori, che in collaborazione con il Consiglio di Istituto e la Direzione didattica ha stabilito di andare incontro alla cronica mancanza di fondi, determinata dalla drastica riduzione dei trasferimenti regionali nei bilanci della scuola pubblica.
Questo “scherzetto” ha fruttato 2000 euro tondi tondi. Si tratta di contributi volontari non solo delle famiglie che hanno bambini iscritti a scuola, ma di tutti i cittadini, che hanno capito l’urgenza del problema, dato che è ormai sulla bocca di tutti che la scuola non ha più i soldi “nemmeno per la carta igienica”. Un sistema di raccolta fondi, modello crowdfunding, che, anche se non ha ancora incontrato l’evoluzione delle piattaforme web, gode di ampi esempi e consensi nel mondo e viene usata per diversi scopi.
L’iniziativa, oltre che a sensibilizzare le persone a prendere coscienza che una scuola pubblica che non è finanziata è una scuola che non può funzionare - se ancora la scuola pubblica è vista come servizio di formazione che uniforma i punti di partenza e rende possibile una reale rinascita culturale del paese - evidenzia una aspetto collaterale, non poco importante. Ovvero che per ottenere dei risultati la società civile si deve organizzare, tirandosi su le maniche e lavorando in prima persona, oppure ponendo istanze alla classe dirigente.
Chiaramente intorno all’iniziativa sono fioriti diversi punti di vista, anzi, ci sono stati giudizi diametralmente opposti. Ci sono stati molti genitori che hanno condannato la scelta, come inadeguata e altri che hanno apertamente rifiutato di mandare i propri figli “a chiedere l’elemosina”.
Sono tanti i “se” e i “ma” che ciascuno di noi avrebbe potuto sollevare, ma potrebbe avere più valore soffermarsi sul lato vitale dell’iniziativa, perché i “se” e i “ma” potrebbero diventare alibi per non fare mai nulla: un’occasione di festa per i bambini è servita per insegnare loro la responsabilità civile di mettersi al servizio di una comunità, quella della scuola. I bambini hanno lavorato per gli altri, realizzando con le proprie mani piccoli gadgets da offrire ai residenti, e i genitori, PER LA PRIMA VOLTA, sono stati stanati dalle loro case e, mettendosi insieme, hanno valorizzato un’esperienza collettiva, fatta di divertimento ma anche di coraggio, perché non è facile andare in giro a chiedere denaro. Tutti insieme hanno conosciuto un volto diverso dei propri concittadini, che hanno aperto la porta pronti ad ascoltare, senza pregiudizi o rivendicazioni.
Fortunatamente esiste ancora una minoranza di persone che ritiene che l’orizzonte del bene comune sia superiore ai propri pregiudizi e riesce, magari anche senza condividere fino in fondo le proposte, a fare la sua parte. Perché o facciamo in modo, tutti insieme, che la scuola pubblica recuperi la dignità e abbia le cure necessarie, oppure la fuga verso gli istituti privati di chi ritiene di difendersi con mezzi economici non farà altro che creare un pesante circolo vizioso.
L’unico aspetto che si sarebbe potuto curare di più (ma quando si decide in fretta non è facile coprire il ventaglio dei problemi) è stabilire prima l’obiettivo: ovvero a che cosa devono essere destinati questi fondi? L’appello è che le risorse vengano impiegate in modo corretto, e che non vengano riversate nel calderone dei fondi volontari che sono richiesti agli iscritti a inizio anno, dato che sono due canali di acquisizione completamente diversi, e che dovrebbero avere destinazione diversa, valorizzando l’apporto dei cittadini alpignanesi che evidentemente credono molto nel futuro dei nostri bambini.

Il link alle belle iniziative, questa volta rimane in tema:

6 commenti:

  1. .....non molto da aggiungere!!!
    è stata un'occasione speciale: noi genitori spettatori di questi "giovani" entusiasti di poter rendere un servizio alla loro comunità e non spettatori....un grazie a tutti i cittadini di alpignano che hanno aperto loro la porta di casa..
    confido nel buon utilizzo del fondo raccolto e condivido quanto scritto sopra nel dare una finalità alle prossime iniziative perché chi vive in alpignano possa credere in "alpignano" nella scuola di alpignano

    cinzia

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  2. non importa se sicuramente da molti sarò considerato retrogrado, ottuso, vecchio sentimentale, reazionario o altro ma anzitutto non condivido Halloween... cos'è Halloween per noi? nulla. O meglio la COMMEMORAZIONE DELLE PERSONE CARE DECEDUTE -perchè questo è stata, è, e dovrebbe essere quella data- è diventata una carnevalata, una ennesima occasione di divertimento come se questa nostra società non si divertisse abbastanza, una festa commerciale dove si propone di tutto, dalle patatine fritte per la festa dei piccoli, alla lingerie Halloween per la festa dei grandi. Ad Halloween si va in discoteca, ci si diverte, questo è il messaggio educativo che diamo alle nuove generazioni? e la commemorazione dei defunti? è li rappresentata negli scheletri, nei vampiri, nelle maschere, nei tanga...questo basta per i genitori di oggi e per gli educatori di oggi, per la scuola di oggi. Trovo questo vergognoso e mi stupisco che questa onda abbia travolto tutti. Una sera, un giorno un po’ più silenziosi, qualche meditazione in più, una visita al cimitero non farebbe che del bene a tutti. Questa nostra società non riesce a non sballarsi nemmeno per un giorno e nemmeno per ricordare un nonno, genitore, un figlio che non ci sono più? Vede bene Cinzia questi "giovani e giovanissimi -purtroppo dico io- entusiasti" ma non credo certamente per il "servizio" (ammesso che servizio sia) alla comunità ma per il semplice fatto di scorrazzare di notte per la città, urlando, fare scherzi, cercando di spaventare la gente. Certamente un divertimento molto raro e per questo molto più divertente. Non credo ci sia altre più profonde motivazioni. Ultima considerazione sulla raccolta fondi. Io credo sia sbagliato ed anche deleterio accettare di fatto l’idea che si debba, oltremodo, aiutare finanziariamente la scuola; la scuola va finanziata –anche per la carta igienica- dagli Enti pubblici con i denari che noi versiamo in tasse ed imposte. I soldi ci sono non devono essere sprecati, finchè c’è spreco è semplicemente IMMORALE chiedere altro denaro in qualsiasi forma, compresa la questua di Halloween. Dal volantino consegnato agli studenti s’è visto che anche il nostro Comune è stato sponsor di questa iniziativa; non è forse lo stesso Comune che ha speso 90.000 € per quella fontana tanto criticata da tutti ed anche da Alpignano Sicura? (la fontana è solo un esempio di spreco e senz’altro il meno dispendioso). Ma….evviva abbiamo raccolto –diseducando- 2000 € per la scuola!!!

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  3. Mi permetto di dare il mio contributo al piccolo forum che mi pare molto interessante, nonostante i soli due interventi. Leggendo ho la sensazione di due posizione diverse che hanno però in comune una cosa importante la necessità assoluta ed il bisogno di educare al senso civico ed al rispetto reciproco i nostri figli. Intanto va da se che istituzionalmente il giorno di chiusura della scuole corrisponde al solo primo novembre (giorno che il calendario cristiano dedica a tutti i Santi). Il due novembre (non festivo) è invece il giorno dedicato sempre dal calendario cristiano alla commemorazione dei defunti. Diciamo che il 31 ottobre (giorno non festivo e in cui si festeggia Halloween) è dedicato invece a S. Quintino di cui non conosco molto per non dire nulla. E' indubbio che prima della consuetudine della festa di Halloween, tutto il periodo che va dagli ultimi giorni di ottobre, fino anche ai primi di novembre per tutta una serie di motivi è sempre stato dedicato alla commemorazione dei defunti e per rispetto a chi magari vive questo momento di ricordo (chi ha avuto lutti imminenti o particolarmente tragici) tutte le famiglie tendevano a riunirsi in casa, mangiare le castagne , magari anche dedicare il periodo ad una riflessione legata alla "spiritualità" in senso lato, al significato profondo della vita, alla morte, e tante altre cose. Per molti è sempre stato il momento in cui parenti e amici si riunivano a ricordare i propri cari e per chi veniva da più lontano un momento per riunificarsi con persone lontane che si vedono di rado. Io ho sempre vissuto questo periodo in questo modo.
    Bisogna però avere il coraggio di dirci che non è più così. I nostri figli vedono il 01 novembre come un giorno in cui non c'è scuola e se proprio va bene e sono obbligati (non tutti per carità) a fare una visita con noi al cimitero e a far visita a persone che spesso non conosco e che a loro non dicono nulla. Loro invece vorrebbero trovare un'occasione per far festa. Certo sarebbe l'occasione invece magari per riuscire a fare qualche riflessione in più. Mi faccio alcune domande. Per coloro che appartengono ad un'altra religione, che sono atei, che non riconoscono a questo periodo questo senso, cosa possiamo chiedere? Magari di non stare a casa da scuola e/o lavoro, o piuttosto di avere rispetto per chi vive questa festa in modo profondo di "non disturbare troppo". Per me è sufficiente che il loro divertirsi non turbi l'atmosfera mia personale e delle persone che in quel momento stanno dando alla festa un altro significato, non perchè la cosa mi dia fastidio dal punto di vista personale (credo che se ho convenzione non è una festa di alcuni ragazzi che mi turbi) ma perchè così incominciamo ad educare al diverso, al parere non comune, che il proprio modo di vedere una cosa non necessariamente è quello di altri ed il mio vivere non può essere prevaricante in assoluto su chi in quel momento sta vivendo un'altra esperienza...ovvero la mia libertà di dare un significato spirituale a questa festa non venga limitata da voler dare a questo periodo un altro significato deve valere anche in senso inverso....se non educhiamo alla diversità in senso lato, fremo crescere generazioni di individualisti. Non è con l'imposizione che posso far cambiare idea. Senza andar troppo lontano lo stesso concetto è applicata alla festa del S.Natale, alla Pasqua e che cosa vogliamo dire invece del Mercoledì delle Ceneri (che però non è festa).
    (Prima parte)

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  4. (II parte)
    Pensiamo per un momento al periodo della Pasqua (quello di maggior importanza per un cattolico). Pensiamo al momento di raccoglimento del Venerdi Santo e la festa della Resurrezzione della Domenica con l'mmancabile festa di Pasquetta. Qui siamo nell'inversione delle cose, c'è un momento laico di festa e due giorni dopo la commemorazione dei defunti. Certo la questione e che la Pasqua non ci tocca così da vicino come la commemorazione dei defunti (cerchiamo di essere onesti). Ma soprattutto almeno qui la festa viene fatta non il giorno della commemorazione. Quante sono le famiglie che si reputano cattoliche credenti e che nel periodo di Pasqua, complice i ponti vari vanno in vacanza al mare, oppure ancora a sciare, piuttosto che a far festa già a partire dal giovedì santo, fino a Pasquetta senza nessun rispetto della sensibilità altrui? Perchè non ci scagliamo anche contro questo modo di concepire la festa? Potrei fare altri esempi ma mi pare superfluo.
    Diciamo che più passa il tempo e più le feste istituzionali tendono ad assumere un significato laico e non più religioso.
    Credo che sia solamente importante il rispetto reciproco.
    Se vogliamo, anche la raccolta fondi, potrebbe essere passibile di critica: se solo nelle nostre scuole educassimo i nostri figli (e non solo) a non sprecare (riscaldamenti a palla, luci accese anche quando non servono, etc..., etc...) aiuteremmo maggiormente le scuole nella gestione dei contributi. Ci pensate che i soldi risparmiati da una migliore gestione nel riscaldamento (un grado in meno magari) o nell'illuminazione avrebbero uno zero in più rispetto al contributo raccolto? Anche qui una questione di educazione.
    Mi pare che il post abbia però anche evidenziato dei lati positivi dell'iniziativa non ultimo quella della possibilità di vedere un esempio di educazione civica attraverso la partecipazione alla vita scolastica, senso della condivisione, il mettersi in gioco per una causa che sentiamo nostra, un modo per sentire che la scuola dipende anche da ognuno di noi, alunni e genitori in primis, che prima di chiedere bisogna essere disposti a dare......etc...... forse non era proprio l'occasione giusta perchè in questo modo di poteva capire di poter urtare la sensibilità di chi in questi giorni vive una situazione particolare, magari maggior prudenza o sensibilità poteva non guastare, ma vi ricordare l'esempio di come si vive il periodo della Pasqua? Perchè li si e qua no? Forse si poteva far uguale, forse si poteva far diverso.....forse.....forse le due cose potrebbero anche convivere se entrambe sono viste come una occasione per crescere sotto il profilo dell'educazione civica, e del rispetto delle sensibilità altrui, il resto secondo me vien da se. Se siamo capaci di insegnare ai nostri che possiamo divertirci, impegnarci, lavorare, guadagnare, giocare, leggere, riflettere......sempre rispettando tempi, modi e la sensibilità delle persone che al momento non vivono la mia stessa esperienza, magari fra dieci anni avremmo una occasione in meno di avere posizioni differenti ed una in più di crescita reciproca.
    Non credo che posizionandoci sulla cima della montagna della verità assoluta riusciremo ad educare i nostri figli al rispetto delle posizioni altrui, ma solo a posizioni di integralismo assurdo.
    Grazie dell'opportunità
    Garibuia

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  5. pur comprendendo la necessità di dare sfogo a un pensiero che in parte condivido, ovvero alla superficialità con cui abbiamo recepito una festa che non appartiene alla nostra cultura, vorrei ribadire il motivo per cui mi sono preoccupata di riportare l'attenzione su una iniziativa che non ha nulla a che vedere con il giudicare se halloween sia o non sia interessante, ma che ne sfrutta il potenziale per innescare possibili circoli virtuosi.
    Tutti viviamo immersi in contraddizioni, ipocrisie e in modalità comunicative che mancano di coraggio, ma la vera domanda è: se la scuola pubblica va in bancarotta, chi ci rimette? Se perdiamo di vista questo aspetto perdiamo di vista il senso del messaggio, ovvero che ormai siamo in una fase storica per cui il nostro destino non può più essere delegato alle alte sfere della politica. Prendere posizione in base a premesse ideologiche, per quanto possa metterci al riparo da una mancanza di coerenza, non trasfoma la realtà delle cose e quindi io preferisco comunque e sempre entusiasmarmi per la possibilità di fare qualcosa, piuttosto che disilludermi che le cose non verranno mai fatte come dico io.
    Se il lettore volesse uscire dall'anonimato e venire a discutere con noi delle sue proposte per puntellare il sistema lì dove ha le sue falle maggiori, noi saremo pronti ad ascoltarlo.

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  6. La scuola e l'istruzione sono qualcosa a cui non si può rinunciare, e penso che sia necessario fare in modo che rimanga pubblica e accessibile a tutti. E quindi anche se non sono solita ... sono scesa ad un compromesso. Partecipo a "Soldino o Scherzetto" senza tanta morale (perchè è dentro di me) rispettando comunque nel profondo tutti i pensieri e le persone. Faccio qualsiasi cosa perchè i miei figli possano avere una buona scuola pubblica. La mia idea è che a furia di nasconderci dietro le parole e le polemiche di ogni genere ci siamo dimenticati che si può anche FARE o tentare di FARE, comunque si può provare a mettersi in gioco, magari qualche risultato arriva. La ricchezza più grande di questo evento rimane la solidarietà di tantissimi cittadini. Siamo ormai talmente occupati a lamentarci e a fare questioni per ogni piccola sciocchezza che perdiamo di vista il problema principale. Non serve che due persone stiano a discutere vicino ad una porta per decidere di chi sia compito di aprirla ... io la apro (così posso uscire) dopo di che posso anche fare una discussione che possa risolvere il problema alla radice. Si, è vero spetta al comune, al ministero finanziare la scuola, ma anche lì ... sempre a osservare cosa devono fare gli altri, mai cosa è tenuto a fare ogni singolo cittadino (non buttare la carta per terra? fare la differenziata? fermarsi per far passare i pedoni? non lasciare l'auto accesa vicino ai cancelli della materna mentre i bambini entrano così evitano di fare un aerosol con i gas di scarico? e mi fermo qui ...) Ringrazio l'autore del testo per aver capito ed espresso chiaramente quali sono state le motivazioni che hanno fatto nascere questa iniziativa, e chiedo scusa anticipatamente per lo sfogo.

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