giovedì 31 ottobre 2013

ALLA RICERCA DEI FONDI PERDUTI



La vicenda della chiusura del passaggio a livello continua a rivelare aspetti molto interessanti sul fronte delle attitudini di molti enti nel gestire la “cosa pubblica”.
La storia è molto complessa e piano piano stiamo cercando di ricostruire che cosa è avvenuto realmente, non tanto perché si possa tornare indietro e fare altre scelte, ma almeno per individuare responsabilità politiche per le situazioni di inerzia o improvvisazioni.
Ci siamo lasciati qualche settimana fa con un interrogativo: perché 5.200.000 euro stanziati per le opere di compensazione da realizzarsi da parte di RFI, sulla base di un progetto esecutivo in fase di approvazione, sono diventati oggi 2.800.000 euro, quantificati senza precise indicazioni progettuali?
Sappiamo che nel 2010 RFI, dopo aver portato avanti per un paio d’anni il confronto con l’amministrazione alpignanese allora in carica, non riceve mai il via per chiudere l’esecutivo e partire con i lavori, finché la giunta Andreotti decade anticipatamente il 21 gennaio 2011.
Da allora l’ente ferroviario non ha più avuto ulteriori indicazioni dal Comune di Alpignano su che cosa fare, fino al 2012, anno della firma della Convenzione che ci destina 2.800.000 euro e ci proclama stazione appaltante delle opere viarie sostitutive al passaggio a livello.
Le ragioni per cui non si sia concluso l’iter, tra il 2008 e il 2010, per cui oggi avremmo una strada e un nuovo sottopasso in cantiere, bisognerebbe quindi chiederle al Sindaco Andreotti e agli assessori competenti che di fatto, con i loro tentennamenti, hanno posto le condizioni per cui RFI si è trovato nelle condizioni di dirottare i fondi.
Nessuno sa fino a quando questi fondi siano stati disponibili, ma di sicuro, quando l’amministrazione ora in carica riapre metaforicamente le carte, quei soldi non ci sono più.
Da questo punto riparte l’intera vicenda: non sappiamo come, ma i fondi in qualche modo tornano a essere parzialmente disponibili, nella somma di 2.800.000 euro, a patto che il Comune segua personalmente tutto l’iter (studi di fattibilità, redazione progetti, richiesta autorizzazioni, espropri, appalti, esecuzione opere e manutenzione delle stesse).
Se l’amministrazione precedente aveva peccato di eccessiva inconcludenza, questa amministrazione accetta in tutta fretta una cifra, senza avere un progetto in base al quale si sia potuto determinare se la cifra elargita sia sufficiente, e chiude il passaggio a livello senza aver realizzato nemmeno un’opera compensativa.
Quindi ora abbiamo i soldi – almeno sulla carta - ma nessuno sa ancora che cosa fare. E dato che la politica, che dovrebbe avere gli strumenti per dare le risposte corrette per il proprio territorio, non è riuscita a prendere le decisioni, la responsabilità delle scelte ricadrà su liberi professionisti (quasi certamente provenienti da fuori), insieme ai cittadini. Attendiamo ancora il bando per la progettazione partecipata, decisa lo scorso luglio, a un anno e mezzo dall’approvazione della convenzione.
Ma questa versione semplificata della vicenda lascia spazio ad altri interrogativi: perché RFI ha dirottato i fondi su altre opere e non li ha accantonati, nell’attesa che l’amministrazione desse una risposta? Il piano delle opere, per intervenire su tutta la linea Torino-Modane, avrebbe dovuto infatti già essere completamente finanziato e quei 5.200.000 sarebbero spettati a noi.
E perché RFI, che pur essendo una S.p.a. gestisce comunque un patrimonio pubblico, accetta di lasciare la gestione di tutta la vicenda nella mani dell’Assessore ai LL.PP. del nostro comune, anziché portare avanti, come in tutti gli altri comuni, il completamento delle opere previste dalla legge per la soppressione dei passaggi a livello?
E se le opere non verranno realizzate o se i soldi ricevuti non basteranno a coprirne gli oneri, questo non si configura come un danno per i cittadini, che nell’ottica dell’interesse pubblico vanno tutelati sia che siano viaggiatori sia che siano residenti di un comune?
RFI accetta in definitiva, con apparente disinvoltura, che il Comune di Alpignano abbia “cambiato idea”, annullando un progetto elaborato in un periodo di 10 anni, anni di riunioni, incontri, conferenze dei servizi, rielaborazione: costi enormi, tutti a carico delle finanze pubbliche.
Di chi è la responsabilità di aver elaborato un progetto che poi è divenuto carta straccia? Non ci sono danni?
RFI è un’azienda che fornisce un servizio pubblico, ha impegnato gli uffici tecnici per redigere un progetto che ha costi notevolissimi: tutto perso a causa delle croniche indecisioni della politica, che è evidentemente quasi del tutto assorbita a alimentare la propria sopravvivenza piuttosto che a puntare tutto sull’efficacia dei processi decisionali.
Basta guardare d’altra parte che cosa succede in questo nostro paese, da almeno un anno, nel “teatrino della politica”. Questa nel piccolo è una vicenda “all’italiana” ovvero una vicenda che rivela che l’interesse pubblico è sempre in secondo piano rispetto ad altri aspetti di cui non è possibile però conoscere le varie sfaccettature.

Qualcuno si chiederà che cosa avremmo fatto noi.
Non è necessario rispondere che cosa avremmo fatto noi, perché è pura disquisizione filosofica dato che non si può più tornare indietro, né recuperando il progetto della circonvallazione, né riaprendo il passaggio a livello. Forse è più utile chiedersi che cosa faremmo se, trovandoci davanti a un passaggio chiuso, a opere che forse saranno in cantiere, dovessimo fare i conti con un problema di viabilità non risolto e con stanziamenti insufficienti.
Questo è il vero problema, un problema enorme, che sarà lasciato in eredità al paese dal susseguirsi di amministrazioni poco lungimiranti.

1 commento:

  1. Ottima idea dare il via al progetto della circonvallazione, con l'appoggii dei comuni vicini. In via verdi, con tutti i fondi raccolti e le tasse pagate dai cittadini della zona dovrebbe essere fatto un passaggio pedonale.

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