giovedì 6 febbraio 2014

LA CLASSE OPERAIA VA IN PARADISO




C’è qualcuno che per sentirsi realizzato ha bisogno di un nemico.
Sdoganato Silvio Berlusconi, che nella sua fragile vecchiezza si propone agli occhi degli italiani come coscienzioso salvatore della patria, in nome di larghe intese benvolute dall’establishment nella sua nuova vulgata del giovanilismo a tutti i costi, per fortuna un nuovo, roboante nemico si è affacciato sulla scena politica italiana: il Movimento 5 stelle.
Tra i detrattori (basta collegarsi a Facebook in un momento qualsiasi della giornata da una settimana a questa parte) piovono insolenze di ogni tipo, per rispondere ad altre insolenze, tanto che gli elettori più moderati dei 5 stelle, che ci sono eccome, inizieranno a pensare di dovere vivere questa loro militanza in clandestinità, per non essere additati come “fascisti”.
Una cosa va detta: gli esponenti politici del Movimento 5 Stelle, essendo costantemente tenuti d’occhio, non possono permettersi nessuna caduta di tono, pena diventare immediatamente bersaglio di un sistema di attacchi multi-mediatici, che nel passato hanno riservato pene ben meno feroci ad altrettante nefandezze. Perdonate e dimenticate, forse, perché nel sistema tutto si tiene.
Da quanti anni non c’era opposizione in Parlamento?
Sarà la pena da scontare, la condanna all’opposizione, di chi non vuole allearsi per dividere la torta?
Sembra che il male oggi sia incarnato da chi ha deciso di dire basta a un sistema di privilegi, sprechi e malgoverno, mettendosi in gioco in prima persona, seppur con una certa naïveté che unisce immaturità politica a tanta voglia di lavorare.
Ma come si deve reagire di fronte alle ingiustizie?
Senza andare troppo lontano nel tempo e nello spazio, per fare un esempio, ricordiamo una riunione che si è tenuta proprio qui da noi, nelle sale del Comune di Alpignano, tra politici e cittadini, in seguito alla decisione di chiudere il passaggio a livello. Di certo non sono circolate carinerie e gentilezze. Perché quando il cittadino è stufo degli abusi dei politici, e quando la politica ha esaurito gli strumenti per risolvere problemi e non ne trova di nuovi, la rabbia si fa sentire.
Ad altri livelli, da almeno un anno i politici delle larghe intese si arrovellano intorno a questioni di carattere formale più che sostanziale, mentre il paese è alla presa con licenziamenti di massa, disastri ambientali, un welfare che arriverà a un punto di non ritorno, tutto questo mentre un inattaccabile sistema di garanzie protegge tuttavia chi questo situazioni dovrebbe risolverle.
Chi è che oggi parla di licenziamenti a tappeto, di dissesto del territorio, di inquinamento, di beni pubblici? Sono temi che dovrebbero essere cari alla sinistra; invece dov’è finita la sinistra? Di che cosa si sta occupando? Forse potrebbe tornare a fare politica proprio partendo dagli spunti del Movimento 5 Stelle.
Questa voce presumibilmente fa paura perché ricorda dove risiedono i veri problemi, e pertanto va resa inoffensiva, spostando l’attenzione su temi importanti ma non fecondi, quali ad esempio la retorica della condizione femminile, quando poi il vero e più sconcertante fenomeno di degrado femminile, quello della prostituzione, non è mai stato nell’agenda politica di nessuno dei ritrovati moralisti.
E le scontate accuse di ostruzionismo, quando, senza dinuovo andare troppo lontano, sempre qui da noi, proprio i consiglieri del Pd, non certo per questioni di giustizia civile, ma per un capriccio, non si presentano in consiglio comunale in segno di protesta (tentando di coinvolgere tutta l’opposizione con l’obiettivo di far mandare il numero legale).
Tutto questo rumore ha coperto una svolta epocale, che si è consumata proprio in quei giorni: il definitivo tramonto della fabbrica italiana e della classe operaia, con un’operazione accolta come inevitabile segno dei tempi e della globalizzazione, da parte di un governo che ha più a cuore la tenuta dell’indecifrabile impalcatura finanziaria, che regge le sorti di ognuno dei suoi componenti, piuttosto che dei posti di lavoro.
E la transizione in una nuova era del lavoro e della produzione avviene senza che nessuno abbia la più pallida idea di come fare.


E ora, le belle iniziative:

1 commento:

  1. L'assenza della sinistra nel dibattito politico e, ben più grave, nella proposta e nell'azione politica è un fatto oramai strutturale. La sinistra ha perduto l'orientamento perché non dispone più di un orizzonte di riferimento. Fautrice della modernità e della industrializzazione, confusa dall'idea che il trinomio capitale, mercato e finanza potessero dettare le regole per realizzare il benessere dei popoli, ha lasciato campo libero ai cannibali del profitto e della deregulation. Renzi è la naturale declinazione di questa deriva. Il movimento 5S ha, per le cose che dice , la possibilità di ridare un orizzonte credibile alla politica, se solo coniugasse il fare con il dire. O meglio se collocasse le molteplici proposte di azione dentro uno scenario di senso compiuto e se si convincesse che la forma, in politica come nella vita, è anche sostanza. Proprio per non offrire ai media l'occasione, sempre ghiotta, di depistare l'informazione del contenuto da quella della gazzarra, è opportuna una certa autodisciplina ed una censura delle vocazioni sessiste dei soliti quattro imbecilli. Oltre a ciò credo che il M5S abbia preso molti voti da molti insoddisfatti e da altrettanti che vedevano il possibile segno di una svolta civica, altri che riponevano speranza nel cambiamento a vocazione ambientale e sostenibile. Se dovessimo votare adesso a rivotarli saranno solo gli insoddisfatti che ,nel mentre, sono aumentati a dismisura. R.C.

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