domenica 24 maggio 2015

PARLAPÀ ... IL PARLAPÀ



Sala convegni dell'Hotel Parlapà, usata per il Consiglio Comunale

Nell’ormai lontano settembre 2011, subito dopo il ripristino delle sedute del Consiglio nella tetra sala attuale, divenuta nel frattempo un deposito del comune, avevamo presentato un’interrogazione, poiché il sindaco entrante Gianni Da Ronco, con uno dei primi atti seguito al suo insediamento, aveva già iniziato a reinterpretare accordi e convenzioni, azioni che – abbiamo già avuto modo di vedere -, in un modo o nell’altro, hanno fatto sì che l’Amministrazione comunale ci perdesse sempre qualcosa.
In effetti, il motivo per cui le sedute consiliari si fossero svolte fino a quella data all’Hotel Parlapà derivava da un accordo molto preciso, grazie al quale erano stati annullati i circa 75.000 euro di oneri di urbanizzazione alla società che aveva costruito l’hotel.
Vediamo più precisamente i passaggi:
·      il comune in data 05/12/2003 (quando era Sindaco Accalai - che tempo 4 giorni decade), rep. 3602, stipula una convenzione con la Società Adriana, titolare dell’hotel Parlapà, che prevede, all’art. 4, l’utilizzo pubblico trentennale dei locali della Fornace, per manifestazioni ed eventi organizzati dal Comune;
·      con Delibera di giunta n° 127 del 24/06/2008 (quando era sindaco Andreotti) viene stabilito il trasferimento della Sala Consiliare presso l’hotel Parlapà, “in via provvisoria” - poiché la destinazione finale è prevista presso i locali del Casello di Provana – anche in seguito alla riorganizzazione degli uffici comunali a conclusione dei lavori del Movicentro;
·      in data 31/10/2008, rep. 4005, viene modificato l’art. 4 della suddetta Convenzione, con cui la Società Adriana concede, in cambio dell’uso della Fornace, l’uso gratuito per trent’anni (in contraddizione con le esigenze di transitorietà individuate dalla delibera) di una delle sale del Centro Congressi, espressamente attrezzata a tale uso a spese dell’Hotel;
·      con delibera di giunta n° 133 del 05/06/2009 viene trasferito il Consiglio Comunale nella nuova sede temporanea;
·      con delibera di giunta n° 12 del 06/06/2011 è stata ripristinata la Sala Consiliare nella sede principale del Municipio, senza tuttavia nulla specificare in merito all’eventuale rinegoziazione dei termini di utilizzo della Fornace e alla riorganizzazione degli uffici.

Quello che ci premeva sapere era che cosa avremmo avuto in cambio della nostra rinuncia a utilizzare la sala convegni del Parlapà per le sedute di consiglio. 
Non ci pareva nemmeno che venisse utilizzato così volentieri lo spazio delle Fornace per gli eventi dell’amministrazione, usato invece regolarmente dall’hotel come location di eventi privati a pagamento, possibilità data all'hotel in cambio della sala convegni.

Evidentemente a seguito della nostra interrogazione, l’amministrazione incarica un avvocato, con l’obiettivo di modificare unilateralmente gli accordi e chiedere il pagamento degli oneri a suo tempo non versati.
La Società Adriana S.r.l., come prevedibile, fa ricorso al Tar, che il 16 aprile 2015 si esprime e dà ragione all’Adriana: ai circa 75.000 euro non riconosciuti dobbiamo quindi aggiungere le spese legali (circa 10.000 euro) e le spese sostenute dalla società Adriana per fornire la garanzia fideiussoria disposta dal TAR, ancora da quantificare.
Qual è la morale della favola?
Il motivo dello spostamento, a detta del Sindaco, era di consentire una maggiore partecipazione di pubblico alle sedute del consiglio comunale, dato che per raggiungere il Parlapà tutti avremmo dovuto prendere l’auto (così come dobbiamo prenderla per andare in posta, a scuola, in farmacia, al centro per l'impiego, all'ospedale …).
Noi, che siamo presenti a ogni consiglio comunale, abbiamo visto che di pubblico non ce n’è mai così tanto: a parte il nostro gruppo di Alpignano SiCura, che è sempre il più numeroso, qualche addetto ai lavori, qualche sporadico spettatore occasionale, normalmente verso le 23.00, 23.30 la sala si svuota e restiamo solo noi di Alpignano SiCura, i vigili, i direttori d’area e gli addetti alle riprese video.
Non si può pretendere che la gente resti fino alle 2 di notte, ad ascoltare i nostri battibecchi, le polemiche, testimoniando oltretutto la sfacciata noncuranza con cui la Giunta e i consiglieri di maggioranza non replicano alle istanze che provengono sempre dall’opposizione.
Forse la causa della disaffezione non è tanto la sede: la gente si muove, lo sappiamo, quando le interessa qualcosa.
Forse bisogna cambiare gli orari, il linguaggio, il copione.
E bisogna smettere di pensare che il denaro possa essere sperperato con il solo obiettivo della propaganda politica.


Chi volesse leggere interamente il testo della sentenza, ecco il link:

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