martedì 26 marzo 2013

Ma dov'è finita l'opposizione?


 “Lei si preoccupa di quello che pensa la gente? 
Su questo argomento posso illuminarla, 
io sono un'autorità su come far pensare la gente. 
Ci sono i giornali per esempio, 
io sono proprietario di molti giornali...”
Charles Foster Kane, in Quarto Potere, Orson Wells, 1941


Una piccola parte della minoranza, ovvero Alpignano SiCura, sta cercando di fare il lavoro che normalmente un’opposizione dovrebbe fare: andare a vedere se l’amministrazione lavora correttamente, nel rispetto delle regole, e se rispetta anche il patto con gli elettori.
Sarà che ora tutti, auspicando alle larghe intese, sognano una politica senza opposizione (e l’opposizione sogna che prima o poi si aprano degli spazi anche per lei), ma qui ad Alpignano chi governa domina indisturbato la scena e chi dovrebbe fare opposizione sta a guardare in silenzio.
Solo noi di Alpignano SiCura cerchiamo, nel nostro piccolo, con le risorse che abbiamo, di far emergere i problemi e le criticità: il blog, i banchetti informativi, la collaborazione dei nostri simpatizzanti. Che cos’altro dovremmo fare?
è più facile fare le cose se nessuno le contesta, ed è anche facile presentare il proprio lavoro come efficace se non si dà voce a chi è in grado di completare il quadro dell’informazione.
Questo è il lavoro che ci si aspetterebbe dai giornalisti.
La questione era già stata trattata in un post precedente, dell’11 ottobre 2012, Il fiuto per la notizia, dove si metteva in luce l’atteggiamento dei giornalisti rispetto al modo di trattare l’informazione. Ovvero, se la questione è sollevata da Alpignano SiCura, c’è spazio per un commento del Sindaco o dell’assessore interessato. Ricordiamo un'occasione in cui questo non fu fatto, scatenando una lettera aperta del Sindaco ai giornali (vedi "La Valsusa" del 15 novembre 2012). Ma quando la notizia arriva dai nostri leader, che normalmente ne parlano in tono autoreferenziale, trionfalistico, retorico e omissivo, all’opposizione (che siamo noi) non è richiesto un commento. Succede regolarmente dopo i Consigli Comunali, che si dia alla maggioranza lo spazio per una replica, quando in Consiglio siamo noi ad avere l’ultima parola. E il risultato è spesso fuorviante.
Tuttavia è anche capitato che i giornali, a corto di notizie, ci chiedessero esplicitamente di mandare articoli.
E dato che ora i nostri amministratori, forse preoccupati dal successo del nostro blog, sfornano una notizia dietro l’altra, non mancano i contenuti per le pagine dedicate dai quotidiani locali al nostro comune. Che poi si tratti di cose interessanti, è un altro paio di maniche.
Ma almeno quando si tratta di temi importanti, strategici, perché non sentire che cosa ne pensa l’opposizione?
Ad esempio soffermiamoci sull’ultima notizia uscita nell’articolo di "Luna Nuova" odierno (26 marzo 2013), che riguarda l’apertura della fontana di Piazza Robotti.
Proprio "Luna Nuova" pubblicò in data 9 novembre 2012 un articolo, che riprendeva il nostro post Una fontana tutta da vedere, del 18 ottobre 2012, nel quale si ribadiva che la fontana sarebbe costata 89.000 euro. Ora l’Assessore ai LL.PP. dichiara di aver speso solo 38.500 euro. Perché la giornalista non chiede spiegazioni, lasciando che i lettori, che potrebbero aver dimenticato l’articolo di 5 mesi fa, pensino che il dato sia corretto?
Il costo complessivo dell’indispensabile elemento di arredo urbano è stato ricavato dalle Determine di impegno di spesa del Direttore d’Area Lavori Pubblici:
  • la det. 244/2102 di affidamento degli scavi a GODINO (la ditta già presente in cantiere, incaricata di terminare i lavori esterni del Movicentro), per 38.500 euro;
  • la det. 254 di affidamento dei lavori di realizzazione dell’impianto elettrico a INDINO, per circa 3.200 euro;
  • la det. 265/2012 di affidamento dei lavori di realizzazione dell’impianto idraulico, alla ditta OPPO, per circa 33.700 euro;
  • la det. 286 di affidamento alla ITES, per la fornitura di materiale idraulico, per circa 13.400 euro;
  • la det. 513/2012, di incarico progettuale all’ing. Carbone, per 1.280 euro.
QUANTO FA LA SOMMA?
Da questi documenti, che chiunque può consultare liberamente sul sito web del Comune (www.comune.alpignano.to.it/cms/alpignano/Attipubblici/tabid/13313/Default.aspx), si capisce non solo l’entità della cifra, ma anche che questi lavori sono stati scorporati per poterli assegnare senza gara (soluzione prevista dal Regolamento dei lavori in economia del Comune, applicabile a lavori e forniture sotto i 40.000 euro – ma solo in caso di urgenza).
Forse sarebbe meglio che i giornalisti, oltre che ricordarsi almeno del loro repertorio, si impegnassero a contribuire veramente alla diffusione delle informazioni, per renderle il più complete e veritiere possibile; e questo risultato lo si può ottenere andando in giro per il paese, analizzando le fonti, intervistando noi e i cittadini.

Un consiglio: per rendere più realistiche le dichiarazioni, sarebbe stato opportuno corredare l’articolo con una foto in cui si ritraeva il bagno di folla estasiata alla vista degli zampilli!

Nel lasciarvi alle vostre riflessioni settimanali, lo staff di Alpignano SiCura vi augura felici festività pasquali

mercoledì 20 marzo 2013

AL DI LA' DELLA FERROVIA...

Buongiorno a tutti,
con l’ultimo post abbiamo superato i 30.000 contatti: vuol dire che ormai mediamente, ogni settimana, circa 420 persone leggono quello che pubblichiamo.
Abbiamo iniziato la rubrica settimanale la scorsa estate, e partendo da 150 visualizzazioni a settimana, ora abbiamo quasi triplicato i lettori; ma vorremmo crescere ancora, perché, essendo l’unica voce della minoranza, che sta facendo un lavoro di analisi accurata dell’attività dell’amministrazione, bisogna che le cose si sappiano.
Se le 420 persone che ora ci seguono, a loro volta, raccontassero ciò che hanno letto ad almeno un’altra persona, e poi questa persona ancora a un’altra, immaginate come diventi difficile per la maggioranza sostenere la propria retorica dell’efficienza e del cambiamento, senza riscontri tangibili.
Di questo noi abbiamo bisogno. Di partecipazione. Abbiamo visto come un discorso al cuore degli italiani abbia travolto la politica. Non dimentichiamo la lezione appena appresa: che spesso ciò che è nell’interesse di un partito non è nell’interesse della cittadinanza. è per questo che nascono le liste civiche e i movimenti. 
Ora anche noi vogliamo scoprire se gli alpignanesi sono soddisfatti dei nostri amministratori, o se si sentono nella trappola di una guida senza visioni.
Con questo traguardo, vorremmo iniziare una nuova modalità di racconto dei fatti della nostra città, che cerchi di trasformare le nostre analisi e argomentazioni in spunti di progetto per la città che vorremmo.
Avendo ormai capito che è impossibile che questa amministrazione riesca nei prossimi tre anni a realizzare i diversi punti del proprio programma di mandato, allora forse dovremmo cominciare a costruire con voi, cittadini e residenti del nostro agonizzante paese, le basi per prendere in mano la città e guidarla, liberi dai diktat delle gerarchie di partito, dai regolamenti dei conti e dalle vecchie questioni ancora da sistemare.

Cominciamo concretamente questa rassegna, iniziando a vedere che cosa succede nelle varie zone della città.
C’è un quartiere, trascurato da tutte le amministrazioni, che è la dimostrazione tangibile dell’immobilità di questo paese: il borgo Talle e tutte le sue zone, Belvedere, Pietre, Maggiore.
Lo stato di abbandono della piastra commerciale del Belvedere, unico riferimento per gli acquisti di prossimità del vasto borgo "al di là della ferrovia", la desolazione di un’area a verde pubblico, il giardino mancato che da elemento aggregante, è uno spazio interstiziale inutilizzabile, un centro sportivo caratterizzato da spazi aperti, le cui potenzialità sono ridotte a causa della poco lungimirante collocazione. Quello che doveva essere un centro di aggregazione come la piscina comunale, che avrebbe dovuto far sviluppare un suo indotto locale, è stato lasciato per anni nelle mani di una gestione che va avanti alla giornata, prorogata a botte di rinnovi di sei mesi in sei mesi (siamo nella legittimità?): come si fa a fare un piano di gestione organico e remunerativo, come si possono programmare investimenti senza una presa in carico definitiva? 
Andando avanti, dove dovremmo trovare attenzione per il paesaggio e per la vita all’aria aperta, passeggiamo invece in boschi-discarica (è stata sporta recentemente una denuncia per abbandono di amianto), dove non c'è nessun desiderio di crare un punto di attrazione naturalistico.
Un punto dei tanti punti della Bealera di Rivoli
Scendendo nuovamente verso la stazione, la trascuratezza è a ogni sguardo: miseri ritagli verdi, un giardino poco progettato, frequentato solo da rarissimi bebè (perché è impossibile attraversare la ferrovia e andare altrove). Le strade, devastate e senza marciapiedi, non offrono nessuna sicurezza per la circolazione pedonale o in bicicletta. La Bealera di Rivoli, forse l’unica ancora scoperta in tutto il territorio, è un trionfo di marciume, miasmi, rospi e nugoli di zanzare.
fermata dell'autobus sulla Provinciale




La strada Provinciale, che dovrebbe essere la porta di ingresso, l'accoglienza e il benvenuto del paese, è sporca e priva di qualsiasi connotazione urbana.
L'unica consolazione è la relativa tranquillità della zona, che potrebbe essere stravolta se veramente ci fosse il sottopasso veicolare di Via Verdi, con lo spettro di una circolazione di mezzi priovati, non prevista da nessun piano del traffico, preliminare a qualsiasi studio di fattibilità (che non c'è).

Noi avevamo fatto una proposta, all’amministrazione, nel Consiglio Comunale del 29 maggio scorso, per dare un piccolo segnale di attenzione: una Farmacia Comunale al Belvedere. Invece l’amministrazione, dicendo che il quartiere la sua Farmacia di prossimità ce l’ha già (la Zamparo!!!), ha scelto per la collocazione della nuova farmacia la zona Campagnola. E ora ne sta per atterrare un’altra in zona Sassetto.

Non è ancora il momento per il Belvedere...

Cari lettori, confido nella vostra voglia di intervenire nel processo di trasformazione del modo in cui vengono prese le decisioni. Dite la vostra, sentitevi parte del processo delle scelte, sempre nell’ottica del bene comune.
Tamara Del Bel Belluz


mercoledì 13 marzo 2013

PER CHI VOTA L'ALPIGNANESE

ripartizione alla Camera dei Deputati
ripartizione al Senato della Repubblica


Non deve essere stato particolarmente convincente l’appello del nostro Sindaco, che poche ore prima della chiusura della campagna elettorale scriveva via sms: “Sel ad Alpignano ha abbassato l’imu prima casa, non ha alzato le tariffe scolastiche e ha creato lavoro con tirocini e voucher: domenica e lunedì votate Sel”.
Alpignano è in questo momento guidata da una coalizione costituita da una lista civica e da Sinistra Ecologia e Libertà, dove Sel ha visto ridurre i propri consensi del 30% (aveva preso 717 voti alle comunali del 2011). Addirittura si tratterebbe della metà dei 1061 voti della coalizione (ricordiamo che Alpignano SiCura da sola ha preso più voti della coalizione, ma per le regole del gioco noi siamo all’opposizione con un solo consigliere e loro governano!).
Se consideriamo valido il principio secondo cui il voto politico dovrebbe almeno garantire una tenuta dei partiti, lì dove governano le città, una sorta di “convalida” in itinere di un percorso lungo 5 anni, in sostanza il dato rivela che invece gli alpignanesi hanno guardato altrove. Sel non solo non ha “tenuto”, ma pare addirittura aver diminuito il proprio bacino. Perché? Perché chi ha votato nel 2011 il partito della coalizione in carica ha preferito oggi dirottare il proprio voto su altri? Un po’ perché il ballottaggio è stato una sorta di "forzatura" della scelta, un po’ perché fare ordinaria amministrazione non può fa sognare un paese che aveva invece bisogno di rinascere. Certo, gli elettori, memori degli scandali dei partiti, hanno preferito premiare un movimento nato come reazione allo strapotere e alla autoreferenzialità dei partiti. I partiti non ne azzeccano una, ma continuano a sostenere che senza di loro è antipolitica. 
Abbiamo anche davanti ai nostri occhi, proprio qui, da anni, partiti che dimostrano quale sia il loro modo di lavorare: tra autolesionismo, tristezza e circoli viziosi, continuando a leccarsi le ferite, alimentando correnti personalistiche, senza badare a costruire un vero progetto per la città. Non si può pensare che il progetto per la città sia solo e unicamente l’ossessione per la riunificazione del centro sinistra! 

Noi non chiediamo certo la testa del Sindaco, però vorremmo invitarlo a una riflessione e a dire le cose come stanno. A cominciare dal contenuto del suo short message di invito al voto: a oggi la coalizione, quella delle “politiche di sinistra che solo noi sappiamo fare” [Consiglio Comunale del 29 maggio scorso] non ha portato avanti nessun progetto per la città, tantomeno in quel settore, le politiche sociali, in cui dovrebbero essere in grado di dare lezioni a tutti.

L’abbassamento dell’Imu, come già fatto notare, porta vantaggi a chi ha una bella e grande casa, ma non a chi ha veramente bisogno; non è una vera politica sociale, è demagogia.
Le tariffe scolastiche non bisognava mantenerle, bisognava abbassarle: vedi asilo nido e trasporto pubblico, che ogni anno perde iscritti per il costo elevato, e tra un po’ sarà la volta della mensa, che porta via alle famiglie con due figli almeno 1500 euro all’anno!!!. Non è una vera poltitica sociale, è ripetizione di esperienze pregresse.
Per quanto riguarda la “creazione” del lavoro (che strana parola!) è bene dire che tutti i progetti attualmente in corso non sono un parto di Sel, né un’invenzione recente, in quanto fanno capo ad amministrazioni precedenti. I tirocini sono un'eredità dalla Provincia di Torino; i voucher sono invece finanziati dalla Compagnia di San Paolo (almeno dal 2010), e offrono impieghi di breve durata e a orario ridotto per offrire un sollievo temporaneo a persone in difficoltà, ma non un lavoro definitivo.
Vale la pena anche citare il progetto "1 euro per abitante", anche questo, nato qualche anno fa, promosso dal Patto Territoriale Zona Ovest, che mira ad avviare “azioni di contrasto alla crisi” tramite la formazione.
Tutte cose utili, ma da non confondersi con la "creazione di posti di lavoro".
Questa amministrazione non ha ancora avviato un autonomo progetto di “creazione lavoro” attraverso scelte strutturali, quali ad esempio il finanziamento a fondo perduto dell’imprenditoria giovanile, anche tramite la partecipazione a bandi europei, come proprio Sel ha dimostrato di saper fare in Puglia. Oppure adottando le tanto attese contromisure ecologiche, con un piano di ristrutturazioni che a partire dagli edifici scolastici intressi tutto il territorio.
E poi avviamo finalmente un progetto di domiciliarità, in accordo con le Asl, che permetta di sostituire alcune forme di lungodegenza o di cronicità con il ricovero domestico, dando vita a una rete di supporto comunale, che si occupi dell’assistenza ai malati o ai non autosufficienti con meccanismi più snelli.
Solo azioni di questo tipo innescano processi virtuosi, che oltre che a dare una vera impronta di governo, migliorano la vita dei cittadini, di tutti, anche di quelli che non hanno dato il voto, ma che possono essere testimoni di un cambiamento e dare successivamente la propria fiducia.

martedì 5 marzo 2013

UN CAMMINO DI REDENZIONE



Nell’ultimo consiglio comunale, Alpignano SiCura è stata accusata di essere un gruppo di èlite dal più battagliero dei consiglieri al governo, che, raccogliendo gli esiti delle intense e dotte discussioni politico-filosofiche delle riunioni di maggioranza, esterna immancabilmente le sue notevoli considerazioni su verità e giustizia.
E in effetti i membri di Alpignano SiCura, colpiti dalla coerenza del ragionamento, sul panfilo ormeggiato sulle rive del lago di pesca sportiva, dove sono soliti tenere le riunioni rifocillandosi del pregiato gamberetto grigio dell’Oceano Indiano e di costoso champagne, si stanno ora interrogando se sia più di sinistra impiegare il proprio tempo libero fondando un partito, oppure fare capannello nelle piazze e davanti alle chiese del paese, parlando male di chi fonda un partito.
Ma veniamo ai più interessanti fatti straordinari, di cui si stanno rendendo testimoni alcuni membri della nostra maggioranza, folgorati da nuove intuizioni nell’istante in cui è stato fatto notare che solo chi è povero, malato o emarginato è in grado di dimostrare la dovuta sensibilità verso gli altri, e fare cose “di sinistra”.
Dopo aver visto quanto disposto dal teologo Vitrotti con la casa San Martino, anche il nostro Sindaco compie un clamoroso gesto di donazione dei suoi beni al Comune di Alpignano, con il vincolo di ospitare a rotazione tutti i componenti delle liste d’attesa per la casa popolare, e chiede l’abolizione immediata della proprietà privata al Capo dello Stato, pensando così di attirare le simpatie degli elettori del Movimento 5 Stelle.
L’Assessore all’urbanistica, anch’egli dotatosi di un salario minimo, per non rischiare di essere da meno, perché oggi è un lusso anche quello, impone all’Ufficio tecnico la deroga di tutti i vincoli edilizi, per consentire la realizzazione di villaggi in autocostruzione in tutti i parchi e le fasce protette del paese, eliminando finalmente la terribile piaga dei giardini inutilizzati poiché pieni di deiezioni canine e pensando così di attirare le simpatie degli elettori del Movimento 5 Stelle.
Per fugare il sospetto, congenito nelle classi lavorative impiegatizie, che liberi professionisti, titolari di attività commerciali e imprenditori siano tutti degli evasori fiscali, un altro consigliere lascia il bar, tipica attività che insieme a dentisti e parrucchieri è sempre presa di mira nei notiziari quando si parla di tasse, dopo aver fatto outing per non aver emesso uno scontrino fiscale per un latte macchiato il 17 ottobre del 2009, insieme alla famiglia fonda una comunità sostenibile tramite lo strumento dell’esproprio proletario, con la speranza di attirare le simpatie degli elettori del Movimento 5 Stelle.
Anche il dentista, appena insediatosi come membro del Consiglio Comunale, si dimette, in quanto i suoi redditi lo renderebbero troppo vicino alla denunciata immagine di èlite; si direbbe assai favorevole affinché il suo posto venisse coperto a rotazione da “cittadini” del Movimento 5 Stelle.
Nuovi provvedimenti verranno sottoposti al prossimo Consiglio Comunale, in cui i consiglieri di maggioranza e i membri della Giunta hanno deciso all’unanimità di indossare sandali a piedi nudi e tunica di canapa grezza, per marcare la distanza nei confronti della griffata opposizione: la tassa di possesso su cani e gatti (dove nascondi i fondi neri per l’acquisto delle scatolette?), la tassa sui colli di pelliccia sintetici (detassati invece quelli veri, perché solo così puoi dimostrare di essere un vero comunista, in quanto uso al periodico pellegrinaggio in Russia), e il divieto di utilizzare i trolley scolastici. Alla fiera di San Giuseppe, insieme ai biglietti omaggio per le giostre, a ogni bambino verrà distribuita una fascia tricolore elastica realizzata a mano negli uffici di marketing territoriale del comune, per trasportare i quaderni come una volta, entrando così a pieno titolo nelle simpatie degli elettori del Movimento 5 Stelle.

martedì 26 febbraio 2013

UN'INCREDIBILE CAMPAGNA ELETTORALE



Questa campagna elettorale è stata talmente incredibile che si fa fatica a descriverla.

Tanto era impensabile immaginare le assurdità accadute, quanto è assurdo rendersi conto che sono successe veramente.

Era assurdo pensare che il Pd avrebbe messo da parte Matteo Renzi, lasciandosi scappare anche la possibilità di aprire un dialogo con Monti (con Renzi premier e Monti Ministro dell’economia si sarebbe fatto l’en plein?) - e invece è successo -; era assurdo pensare che Berlusconi stesse pianificando un rientro trionfale sulla scena, con un’escalation di sparate inimmaginabili - e invece è successo -; era assurdo pensare che un premier tecnico, che aveva giurato e spergiurato di non candidarsi, si sarebbe rimangiato tutto in due giorni, per di più accogliendo due vecchi volponi in evidente declino - e invece è successo -; era assurdo pensare che un movimento popolare guidato da un geniale ed energico comunicatore trionfasse nello stupore generale - e invece è successo.

Ma tra le quattro cose evidenziate la più prevedibile era l’ultima.

Erano anni che Beppe Grillo stava raccontando i desideri evidentemente di un’altra Italia, che non è quella che conoscono i politici "di professione", che stava chiedendo alla classe politica e alla classe dirigente di questo paese di cambiare rotta, perché avevano perso completamente di vista la realtà. Erano anni che stava prendendo forma un movimento che avrebbe raccolto consensi puntando su una proposta molto semplice: liberare la politica da soldi e affari. E invece di capire, leaders e giornali l'hanno liquidata come ANTIPOLITICA.
Da anni i comitati costituitisi dapprima attraverso il blog di Beppe Grillo, poi diventati vere e proprie reti territoriali ancora prima di diventare un partito, affrontavano temi importanti, di cui i partiti si erano scaricati la responsabilità politica, uno fra i primi il precariato giovanile, che sarà la vera bomba con cui i governi faranno i conti tra qualche anno; poi la gabbia della finanza internazionale, le opere pubbliche destinate solo ad alimentare il triangolo politica-imprese-mafia, la corruzione, le aziende italiane svendute e ridotte all’osso, sanità e scuola sull'orlo del collasso, la devastazione del territorio, il concetto di bene pubblico, la solidarietà…
C’era tutto il tempo affinché anche i partiti si rimpossessassero del loro ruolo sociale e iniziassero ad affrontare la realtà di questi temi… invece si sono ritirati nei loro gusci dorati a rimpinzarsi e a spartirsi quel poco che era rimasto. E non sono bastati tutti gli scandali impensabili, venuti alla luce di recente, a evitare lo sfacciato presenzialismo dei vecchi leaders, che, in questa incredibile campagna elettorale, hanno fatto finta di niente, facendo anche scomparire dal loro repertorio di retorica la parola “crisi”. 
C'era tutto il tempo per capire ... invece no, nessuno l’ha capito, scambiando questo movimento, fatto da persone che vivono la vita vera di tutti i giorni, senza apparati antiquati e castranti, per una setta di nerds chattanti in un mondo virtuale impalpabile quanto aleatorio. 
Come se invece le sedi locali dei partiti oggi pullulassero di cittadini pieni di energie da mettere a disposizione della comunità!
Ora tutti faranno le loro analisi politologiche, diranno tutto e il contrario di tutto, pro e contro, dimostrando ancora di più di non aver capito la lezione: assumersi le responsabilità della crisi e mettersi al lavoro per cambiare le regole del gioco
Osservare la realtà, comprendere che è giunto il momento di cambiare strada, tornare a rivolgersi ai lavoratori, ai giovani, a parlare di equità e giustizia sociale sono i primi passi. Gli italiani hanno un gran bisogno di essere rappresentati da persone oneste e con una gran voglia di lavorare, per risollevare il destino di una nazione che ha ancora molte potenzialità, a partire dalla scuola; invertire la tendenza del mondo degli affari, sciogliendo l’intreccio perverso che ancora porta i partiti a piazzare le proprie pedine dove la politica non c’entra nulla; stare bene tutti, anche chi non ce la fa con le proprie forze, con una buona politica redistributiva; curare questo paese stimolando le donne a prendere maggiori responsabilità sociali e collettive, per allentare la morsa della misoginia e del maschilismo.
E ora, c’è qualcuno che ha ancora la presunzione di saper prevedere il futuro,?
Forse noi di Alpignano SiCura non siamo le persone giuste per chiedere al Movimento 5 Stelle di dimostrare ora le sue potenzialità; ma magari siamo maturati anche noi, e vediamo positivamente la possibilità che siano proprio loro a far partire il contagio.




sabato 23 febbraio 2013

CANDIDATI A CONFRONTO


Si è svolto davanti a un pubblico numeroso, giovedì scorso, il confronto tra i diversi candidati, invitati a esporre a turno le proposte del loro programma rispetto ad alcuni temi tra i più attuali: il rapporto ambiguo tra crescita e sostenibilità, il lavoro, la legge elettorale, la posizione sulla realizzazione della linea ad alta velocità in Val di Susa, il provvedimenti legislativi più urgenti, concludendosi con un appello al voto dei rappresentati dei partiti intervenuti.
La selezione è avvenuta tra i tanti partiti e movimenti, secondo un criterio di equa distribuzione tra partiti tradizionali, movimenti nuovi, nati proporio per questa campagna elettorale, e forze già presenti sulla scena, ma da poco tempo.
Ci è parsa un'ottima occasione per poter partecipare direttamente, e il pubblico ha dimostrato di avere interesse a vedere e sentire personalmente i politici, senza filtri, con i rischi legati alla manifestazione di aperto dissenso o di gradimento, che, quando non sconfinano nel dileggio o nell'intemperanza, danno vivacità e senso a questi confronti diretti.
Per questo ringraziamo Patrizio Romano, di essere riuscito a contenere le energie del pubblico, dando modo ai candidati di esprimere il proprio punto di vista nel breve tempo a disposizione.
Pubblichiamo le riprese video della serata, divise in più filmati, poiché la serata è stata molto lunga.

Lunedì sera, in via Matteotti angolo via Marietti, noi di Alpignano SiCura ci troveremo per assistere allo spoglio elettorale, a porte aperte. Chi volesse unirsi a noi, per condividere l'attesa e magari l'esito di queste incredibili elezioni, è il benvenuto!

Lo staff di Alpignano SiCura augura BUON VOTO...


Presentazione candidati


Parte 1


Parte 2

lunedì 18 febbraio 2013

La rassegna di Alpignano SiCura - parte V

Questa settimana, insieme all'ultimo contributo di uno dei componenti del nostro gruppo, Andrea Oliva, ricordiamo l'appuntamento alla serata, che abbiamo organizzato insieme alla Lista Civica Indipendente Alpignano Sostenibile, di presentazione di alcuni dei candidati dei principali partiti, che si confronteranno alle urne il 24 e 25 febbrario prossimi.
Con l'occasione di questa collaborazione, accogliamo, a seguire, anche il personale contributo di Roberto Canola, esponente di Alpignano Sostenibile.
  

SENSO CIVICO E SCELTE CORAGGIOSE 

Pochi giorni. Solamente pochi giorni per decidere il mio voto. Come me tanti devono ancora decidere, tanti vogliono ancora decidere. Tanti in crisi di fronte a questo evento. Nelle poche parole espresse è emersa la parola più ricorrente degli ultimi tempi: crisi. Rifletto. Che cos'è lo stato di crisi? Quali pensieri mi evoca la parola crisi? Su un foglio, quasi come fosse un gioco, annoto il flusso dei miei pensieri: crisi finanziaria, Lehman Brothers, crisi economica, cassa integrazione, licenziamento, lavoro, Ministro Fornero. Ho un sussulto quando il pensiero arriva alla politica: la crisi politica, la crisi dei partiti. Cerco alcuni dati storici sulla politica, li metto in ordine e li analizzo: 70 anni, 16 legislature, 67 governi. Due governi Craxi, due D'Alema, due Prodi. Quattro Berlusconi, cinque Moro, cinque Rumor, sei Fanfani. Sette governi Andreotti, otto governi De Gasperi. Sinistra, centro, destra. I partiti: fusioni, accorpamenti, cambi di nome. Prima e seconda Repubblica. Tangentopoli. Discese e salite in campo. Gli scandali dei rimborsi elettorali. Contrapposizione tra i politici e i tecnici. Le campagne elettorali a suon di insulti e impossibili promesse. Mi convinco che negli ultimi settanta anni la politica italiana è stata la forma più rappresentativa dello stato di crisi. 
La crisi è un periodo di tempo, che separa una maniera di essere da un'altra differente. E poichè questi passaggi sono sempre stati peggiorativi, nell'uso comune ha assunto un'accezione negativa. 
E se un momento di crisi portasse, per questa volta, un miglioramento della situazione? Riesco a cogliere per la prima volta una sfumatura positiva. Crisi politica intesa come momento di valutazione, di riflessione, di scelta, può trasformarsi nel presupposto necessario per un miglioramento.
Occorre invertire la tendenza. Occorre cambiare. Occorrono scelte serie e fattibili. Occorrono scelte programmate. Occorrono scelte coraggiose. Occorrono persone nuove. Occorre senso civico.
Occorre il mio voto. Occorre il nostro voto.
 Andrea Oliva


"Vorrei contribuire al dibattito sulle prossime elezioni politiche del 24 e 25 febbraio 2013 e vorrei farlo partendo dall’esortazione ad andare a votare, nonostante tutto. Nonostante le continue notizie, che arrivano dal mondo politico, nonostante la malamministrazione, nonostante le sensazioni che proviamo di fronte a una casta di onnipotenti e di intoccabili, nonostante l’immaginario collettivo, che li vuole tutti ladri, corrotti, farabutti.
Il pensiero comune, in questo come in molti altri casi, non ci aiuta a fare chiarezza anzi, più pensiamo che tutti siano corrotti e ladri, più, per effetto retroattivo, saranno le persone che rinunceranno a scegliere, scegliendo di non andare a votare. Privandosi di un ulteriore diritto, oltre a quelli a cui dovranno rinunciare per aver delegato ad altri un compito che comunque va onorato.
Avrei buoni motivi per pensare di rinunciare al voto, oltre a quelli già detti, per esempio la sensazione di non essere rappresentato dai partiti tradizionali, che si propongono per governare l’Italia. Il voto dovrebbe essere una delega di rappresentanza e invece, per diverse ragioni, non lo è più da diverso tempo; non lo è più prima ancora del Porcellum, da quando la politica ha abdicato a favore del mercato, degli interessi privati, della finanza.
Avrei altrettanti buoni motivi per non andare al voto, per la pochezza del contenuto politico che i partiti esprimono, per l’incapacità di disegnare un orizzonte da osservare, che non sia quello del lavoro, del PIL, della crescita, e di altre fandonie di questa natura.
Ho buoni motivi per dire a tutti coloro che si agitano, progettando la prossima e più vigorosa  crescita economica, che questa crisi è strutturale e non passerà nel breve periodo. Perché questa è in primo luogo una crisi profonda di valori, di aspettative mancate, di un benessere fondato solo sul consumo, su beni che diventano merci e come merci soggetti alle quotazioni di mercato.
Il lavoro, per quanto venga declamato, non è la priorità. La priorità è QUALE LAVORO PER QUALE FUTURO. Siamo stati abituati a sentire, e lo siamo a tutt’oggi, che l’importante è che ci siano il lavoro e la salute. Oltre al fatto che i lavoratori dell’ILVA e i cittadini di Taranto, i cittadini di Casale Monferrato (Eternit), per fare i due esempi più eclatanti, avrebbero qualcosa da dire a riguardo, il punto è riorientare la società verso una economia sostenibile che risponda ai bisogni reali e primari, verso l’artigianato e l’agricoltura; questo è il vero orizzonte occupazionale insieme a un'industria, che si riconverta verso scelte ecologiche.
E’ necessario riconvertire il pensiero consumista e tornare all’uso ragionato dell’energia e delle risorse del territorio. Il pianeta terra sta dando segni evidenti di sofferenza; il modello di crescita fino a oggi proposto non è più credibile. La priorità politica DEVE ESSERE LA SOSTENIBILITA’ di tutte le nostre azioni, della nostra economia e del lavoro, che possiamo creare per ridurre al minimo l’impronta ecologica, che nel corso di questi ultimi 50 anni è stata devastante per l’ecosistema. La crisi che stiamo vivendo è una CRISI ECOLOGICA di dimensioni planetarie. 
Questa è la strada da percorrere. Per farlo è necessario mantenere saldo il principio democratico del voto, andando a votare, assumendosi la responsabilità di cercare il cambiamento. 
Un caro saluto 
Roberto Canola