La cornice entro la quale si
esprimono i cittadini andrebbe meglio circoscritta, quando si vogliono tirare
le somme di un lavoro impostato su diversi fronti.
Alpignano alle scorse elezioni ha
espresso il desiderio di voltare pagina, rispetto ai partiti, ma crediamo anche
rispetto a un modo trasandato di gestire la cosa pubblica.
Noi su quest’ultimo aspetto
abbiamo concentrato non solo i contenuti del nostro programma, ma soprattutto
il modo di operare di questi primi mesi di mandato.
Non è possibile negare che Alpignano
abbia pesanti eredità, a cui nessuno è mai riuscito a dare risposte efficaci;
abnormi quantità di problemi si sono accumulate nei cassetti, in attesa di una
soluzione. Aprirli è stato uno sconforto, dal quale riprendersi subito perché
era necessario lavorare. Ma pensare di poter risolvere in dieci mesi le
cronicità di decenni di gestioni devastanti è una infelice e ingrata provocazione.
Per la maggior parte dei
cittadini che ha dato fiducia al Sindaco Oliva, siamo certi che l’esigenza
fosse quella di mettere in ordine questo paese cominciando dall’inizio. Le
toppe incollate malamente non danno certezza di lunga durata.
I bidoni, le buche, l’erba che
cresce sono problemi la cui risoluzione è legata alla disponibilità di risorse.
Le risorse si possono trovare con l’indebitamento, ma l’indebitamento ricade
sui cittadini e vi si deve ricorrere con attenzione. È per questo che il nostro
lavoro si è concentrato in questi mesi sui bandi pubblici. E piano piano
qualcosa arriva.
Sinceramente pensavamo di trovare
pronto un progetto sulle asfaltature, perché le emergenze erano già evidenti
anche prima di noi. Invece abbiamo trovato il portafoglio vuoto e un grande
disorientamento generale.
Se potessimo liberarci dei mutui
della piscina e del palasport, investimenti effettuati con grandissima
lungimiranza politica (e non è una battuta), per poterne contrarre di nuovi,
per sistemare le strade, lo faremmo. Invece questa decisione l’abbiamo presa
per un’altra emergenza: la scuola. Era necessario risolvere un problema noto
(la chiusura Gramsci) e un nuovo problema, la possibile chiusura della Rodari,
che siamo riusciti a sventare. Subito. La scuola Gramsci verrà ristrutturata,
secondo quanto previsto da diversi mesi e già comunicato.
Sul nido si sono fate scelte
coraggiose, che nessuno avrebbe mai avuto il coraggio di fare, scelte che in
parte sono determinate anche da un modo tutto italiano di approfittare in
talune circostanze dei benefici pubblici, che nel lungo periodo hanno mandato
in crisi il sistema del welfare, già resto instabile dai conti pubblici. I
cattivi comportamenti sono un fattore saldamente legato alla politica ed è su questo
che la politica deve principalmente agire.
Il palasport, il passaggio a
livello, la piscina, il movicentro, il patrimonio pubblico in malora, la
viabilità, una macchina comunale senza motorino di avviamento sono temi
giganteschi, che stiamo analizzando, cercando di risalire a come si sono
generati e degenerati, per poi capire che cosa è possibile fare. E questi
problemi non li ha creati la giunta Oliva. Sono temi che sono scappati di mano
a chi ci ha preceduto e ora il peso è tutto sulle nostre spalle. Ma noi questo
peso lo stiamo sopportando orgogliosamente e con entusiasmo. Quello che
chiediamo è solo tempo. Tanto tempo e pazienza. I risultati arrivano perché il
percorso intrapreso è un percorso di grande responsabilità civica e politica.
Ai politici ciascuno chiede di
risolvere il proprio problema, ma la città è un sistema e i problemi sono
interconnessi. Lo dimostra che una cosa che non funziona per qualcuno è una
risorsa per un altro. Ogni volta che si fanno delle scelte, sono scelte che a
taluni piacciono, ad altri no.
Ma l’attenzione, la capacità di
far rispettare le regole, l’attribuzione di competenze, la capacità di trovare
soluzioni a questioni incancrenite sono le vere sfide alla politica oggi. Noi
questa sfida abbiamo raccolto, quando ci siamo candidati. Volevamo cambiare le
regole del gioco, per il bene comune.
Noi vogliamo investire sulla
rinascita culturale e sulle persone, sulle possibilità che le persone,
mettendosi in relazione, creino una rete virtuosa. E così vanno reinseriti
nella rete i giovani come gli anziani. I nostri progetti sono avviati anche in
questa direzione, con la consulta giovanile e i senior attivi.
Noi stiamo concentrando la nostra
azione su scelte strutturali, che dovrebbero riuscire nel giro di qualche anno
a dare un nuovo volto al paese e a determinare nuovi modo di vivere la città da
parte di suoi abitanti.
Nessuno prima di noi era riuscito
a dare un nuovo impulso alla macchina comunale, perché i dipendenti comunali
sono il primo ingranaggio che si deve mettere in moto. Una revisione completa e
strutturale dell’organizzazione comunale, su cui abbiamo speso grandi
attenzioni, ci permetterà di migliorare i rapporti con il cittadino e con
l’offerta qualitativa dei servizi. Ma anche per questo ci va tempo. Come
nessuno prima di noi era riuscito a dialogare con Cidiu, con il quale stiamo
rimettendo in discussione una serie di aspetti legati alla gestione del
servizio. Ci interessa risolvere i problemi in modo stabile e duraturo; non ci
interessa appellarci ai media per dare clamore a questioni irrilevanti, né
rincorrere la notizia.
Stiamo cercando da tempo
soluzione per recuperare una importante area del nostro paese, la zona Campagnola,
e vorremmo farlo riattivando i campi sportivi con un interessante progetto. I
tempi di gestazione sono lunghi, ma promettenti.
Abbiamo prestato grande
attenzione a uno spazio pubblico semi abbandonato, come il Movicentro; stiamo
pensando al recupero dell’ex area Borello. Stiamo ripensando la viabilità. Non
sono cose che si fanno in fretta. Presto partiremo con il nostro progetto sul
commercio. Ci siamo riavvicinati al mondo della scuola, con il quale è
diventato facile collaborare. Per la cultura, in questo paese, significa tanto.
Ci sono tante attività in corso,
più o meno grandi. Difficile elencarle tutte, ma se si osserva senza filtri è
possibile percepire che cosa sta succedendo.
Il Sindaco Andrea Oliva ha un
altro grande merito: nessuno prima di lui era riuscito a mettere in piedi una
squadra così compatta e costituita da persone di elevato profilo professionale.
Come in una grande azienda in crisi, il profilo dei manager è uno dei primi
aspetti da valutare, per rimetterla in piedi. Nessuna lotta intestina scalfirà
il progetto, perché la squadra è nata e cresciuta sin dai primi passi unita e
solidale, in un gruppo di straordinaria levatura. Questo conta.
Tutti insieme, cercheremo di risolvere
anche i grossi problemi legati alla disponibilità di risorse, ma anche per
quello dovremo fare delle scelte. Scelte che saranno comunque criticate, come
dimostra che da un lato si descrive Alpignano come città dormitorio, ma
dall’altro si chiede di tagliare sulle manifestazioni. Come se 30.000 euro
bastassero a sistemare chilometri di strade, degradatesi nel corso degli anni. Salvo
poi gridare allo scandalo se voci di corridoio parlano di annullare il Palio
del Cossot o di non fare i mercatini di Natale. Che cosa vogliono veramente i
cittadini?
Che i problemi di Alpignano,
accumulatisi negli anni, possano essere liquidati con un taglio dell’erba, ci
fa sorridere e pensare tuttavia che la percezione sarà sempre soggettiva e
legata a quanto ciascuno di noi sia in grado di osservare la realtà con onestà.
Non siamo così ingenui da non
pensare che ci attendono molti sgambetti dall’opposizione e da chi non appoggia
il nostro progetto. Ma faremo attenzione a dove mettiamo i piedi.
Non possiamo permetterci di farci
dettare l'agenda politica dai nostri avversari e pretendiamo che i cittadini ci
giudichino sulla base del rispetto del nostro programma. Ma ci permettiamo di
chiedere di rinviare il giorno del giudizio ancora di qualche anno.
Le altre amministrazioni
sembravano viaggiare a fari spenti e sono andati a sbattere contro ostacoli
imprevisti. Quegli ostacoli non possono essere gli stessi che ora ci vengono
rinfacciati: ci vuole maggiore onestà intellettuale anche da chi ha tutto il
diritto di criticarci.