Alpignano SiCura inaugura simbolicamente il nuovo sottopasso di Via Pietre |
E così si chiude il
passaggio a livello.
Insieme al
passaggio si chiude un pezzo di passato, ma purtroppo il futuro di questa
vicenda non si è ancora delineato.
La chiusura del
passaggio a livello è un evento importante, perché comporta una radicale
trasformazione della viabilità di un paese. L’operazione, con altri esiti, sarebbe
potuta veramente essere il fiore all’occhiello di questo biennio di lavoro
della nostra amministrazione. Invece come sempre si prendono le decisioni
facendo prevalere la realpolitik
sull’efficienza e l’intervento che avrebbe generato un grande ritorno politico
si sta risolvendo nella solita occasione persa.
Della vicenda si è
iniziato a parlare nel maggio dell’anno scorso e solo ora l’assessore inizia a
parlare di un ipotetico avvio dello studio di fattibilità (Luna Nuova del 26
luglio 2013): ma lo studio di fattibilità deve essere la premessa di qualsiasi
decisione. Noi lo dicemmo già allora.
Ci sarebbe stato
tutto il tempo per avviare l’esame costi benefici della realizzazione del
sottopasso viario di via Verdi, anche - perché no? – condividendo politicamente
delle soluzioni alternative con il Comune di Rivoli. Ma contemporaneamente si
sarebbe dovuto dare il via ai nostri uffici tecnici di partire con la realizzazione
del sottopasso pedonale di via Pietre.
Era necessario un
progetto generale organizzato fin nei minimi dettagli, prima della chiusura. La
trasformazione invece avviene in modo non lineare, frutto di passaggi logici mancati,
dell’incertezza e dell’indecisione. Ora si naviga a vista, magari iniziando a
spendere parte del capitale ottenuto per prendere ancora un po’ di tempo: per
dare una veste socialmente accettabile l’hanno chiamata progettazione
partecipata.
Ci sarebbe stato tutto il tempo per dare corso a quanto
promesso, se chi governa passasse più tempo a pensare alla città che agli
scenari elettorali futuri.
Invece ora per un
periodo indefinito i cittadini di Alpignano soffriranno di nuovi disagi, di cui
non c’era proprio bisogno.
L’operazione è
stata condotta in modo scoordinato e casuale, tanto che nessuno ha anticipato
in tempo le pesanti modifiche sulla viabilità, in special modo quella pedonale,
informando i cittadini residenti in via XXV Aprile che da un giorno all’altro,
per andare a piedi ai giardinetti dall’altra parte della ferrovia, con i
passeggini e le biciclette, avrebbero dovuto fare un percorso di due chilometri
in più, però per un periodo ben definito. E scusandosi per il disagio.
Il sottopasso di Via Pietre non è pronto, purtroppo –
come volevasi dimostrare - e non lo sarà per i prossimi mesi; il sottopasso viario resta una proposta che non è nemmeno sulla
carta, e buona parte dei cittadini che abitano nella zona non è al corrente di
ciò che accade.
Siamo stati messi
davanti al fatto compiuto, nonostante da mesi la stessa maggioranza avesse proposto
di fare un consiglio comunale aperto per informare i residenti (Consiglio
Comunale del 27 novembre 2013).
Forse per
l’assessore vale la pena soffrire tutto ciò per portarsi a casa 2.800.000 euro:
però per essere dei bravi amministratori bisogna anche avere un progetto
politico chiaro e trasparente, senza nascondere la disorganizzazione dietro a
cittadini ignari.
La chiusura del
passaggio a livello è uno di quei tormentoni che stenterà a chiudersi, finché
chi prende le decisioni in questo paese penserà solo a ricadute in termini di
equilibri elettorali e non in termini di efficacia e di pubblica utilità.