mercoledì 4 marzo 2020

Lettera aperta: il destino delle ciclabili

Una pagina del progetto di viabilità sostenibile presentato un anno fa e mai attuato


All’attenzione di Andrea Oliva, ex sindaco di Alpignano
e di Maurizio Morra Di Cella, ex assessore ai lavori pubblici e ambiente

Alpignano, 4 marzo 2020

Gentilissimi,
in quanto ex consigliere comunale della maggioranza di cui anche voi siete stati parte in veste di assessore e sindaco, vi scrivo per esprimere il mio rammarico in relazione al disinteresse dimostrato dall’organo esecutivo rispetto ad una chiara direttiva proveniente dal gruppo politico.
Come sapete, ho personalmente avuto mandato da parte dell’assemblea politica di Alpignano SiCura e SiAmo Alpignano, voi inclusi, di redigere un piano di viabilità sostenibile per il nostro comune. Ciò per adempiere a quanto scritto nel nostro programma di mandato, che recita, fra l’altro: Alpignano non è un paese per biciclette. […] Una città che vuole modernizzarsi non può trascurare la presenza di una viabilità ciclopedonale, che nel nostro paese deve tradursi in un’infrastruttura leggera, mista […]. Bisogna ripensare a un’organizzazione della viabilità che metta a sistema tutti gli elementi che compongono una mobilità sostenibile [fra i quali] il traffico ciclopedonale.”
A tal fine, ho coordinato un gruppo di lavoro che coinvolgeva non solo membri eletti e non eletti dei nostri gruppi consiliari, ma anche persone ed esperti della società civile. Questo tavolo di confronto si è riunito per diversi mesi, tra settembre 2018 e gennaio 2019, lavorando alacremente e con metodo, mettendo a punto un progetto di viabilità sostenibile che fosse veramente rispondente ai bisogni della cittadinanza, sia dei suoi pendolari sia del traffico interno, e che gravasse il meno possibile sulle casse comunali. Quest’ultimo punto in particolare è stato affrontato cercando di creare un progetto che, pur nella sua unitarietà, fosse modulare e per quanto possibile realizzabile insieme ai lavori di riasfaltatura degli assi viari principali e secondari. In tali occasioni si sarebbero creati anche i suddetti percorsi di mobilità leggera, con minimo dispendio di denaro pubblico in quanto il progetto era già scritto e la sua realizzazione in quasi tutte le sue parti non avrebbe previsto la creazione di ulteriori infrastrutture, fatta salva la normale integrazione della segnaletica verticale e orizzontale. Nella maggior parte del suo sviluppo, l’intervento si sarebbe dovuto concretizzare nel ridimensionamento delle corsie di marcia e nella contestuale creazione di corsie preferenziali destinate alla mobilità leggera.
Il progetto, nella sua interezza, ha ricevuto l’approvazione del nostro gruppo politico ai fini del compimento del programma elettorale ed è stato depositato presso la giunta, in vostra presenza, nel mese di febbraio 2019.
Tutto ciò nonostante, in questi mesi abbiamo assistito ai lavori per la ribitumazione di vari chilometri di strade e alla realizzazione di infrastrutture iscritte nel piano di abbattimento delle barriere architettoniche – tutti lavori che meritano il nostro plauso in quanto anch’essi parte della nostra visione di città. Tuttavia, mi domando perché sia stato invece del tutto ignorato un progetto di miglioramento già pronto, che aveva coinvolto più forze (politiche e non) del territorio, e che avrebbe dato una risposta sostanziale e un deciso indirizzo politico in relazione all’annoso problema del traffico di attraversamento del nostro comune, nonostante i ripetuti solleciti da parte del sottoscritto e di altri consiglieri comunali di maggioranza.
Non i resta che augurarmi che tale disegno, che da un anno giace all’assessorato ai lavori pubblici e presso i relativi uffici tecnici, possa essere finalmente valorizzato da una prossima maggioranza che speriamo veramente attenta, non solo a parole, a questi aspetti, oggi più che mai fondamentali per la nostra società.
Cordiali saluti
Giacomo Bosio
ex consigliere SiAmo Alpignano

lunedì 2 marzo 2020

Solidarietà a Olimpia Orioli


Oltre al danno, la beffa: la nostra concittadina onoraria Olimpia Orioli non solo non vede ancora giustizia per il caso della morte del figlio, ma il mese scorso è stata condannata al pagamento delle spese processuali (qui, al minuto 9:30, la notizia sul TGR Basilicata).

La nostra associazione si è unita al coro di lettere di sostegno inviate al pool di avvocati che supporta la signora Orioli. Pubblichiamo qui di seguito il testo del nostro messaggio.
La signora Orioli con l'ex vice-sindaco Brignolo e il presidente dell'Ass. Calabresi Lotufo
L'associazione di cultura politica “Il Laboratorio Delle Idee” intende manifestare la propria vicinanza alla concittadina in questo momento di particolare difficoltà di un percorso giudiziario già lungo e travagliato.


Infatti, a distanza di 32 anni dall’inizio di questa vicenda, apprendiamo che oggi si chiede il risarcimento delle spese processuali alla signora Olimpia Orioli.

La nostra associazione ha la propria sede ad Alpignano (TO), e nel supporto dei cittadini alpignanesi la sig.ra Olimpia Fuina Orioli ha trovato da tempo non solo la cittadinanza onoraria, bensì una vera e propria seconda casa e famiglia. In qualità di concittadini che difendono e promuovono la partecipazione politica attiva, l’impegno sociale e l’applicazione dei principi di legalità e giustizia non possiamo che manifestare ora più che mai la nostra vicinanza alla sua lotta pacifica per ottenere risposte. Come più volta Olimpia ha avuto modo di dirci durante le riunioni pubbliche a cui abbiamo avuto l’onore di partecipare, una mamma ha il diritto di sapere la verità. Senza la verità non c’è giustizia e senza giustizia non c’è libertà. Olimpia ha il desiderio e secondo noi il diritto, di presentarsi al cospetto di Luca “non a mani vuote”. Le basta la verità. Crediamo anche che il lungo calvario che ha dovuto sostenere, psicologico, mediatico, economico debba avere il nostro sostegno ma anche quello delle istituzioni. Non possiamo prendere che il sostegno passi attraverso la “cum patior” latina e nemmeno attraverso il sentimento della prossimità, ma possiamo pensare che le Istituzioni, ognuna per la propria parte di competenza, possano fare un gesto concreto, solidale di equità verso Olimpia Orioli.

Vi chiediamo quindi, con tutta il rispetto che poniamo nelle Istituzioni che in una Repubblica Democratica in cui la sovranità appartiene al popolo che la esercita nei limiti e nelle forme della Costituzione l’impegno a colmare le mani di Olimpia, ed un “ripensamento” sulla opportunità che a questa mamma venga richiesto (dopo tanto dolore) anche il ristoro delle spese legali di questa terribile vicenda.