martedì 31 dicembre 2013

FELICE 2014


In senso orario da sinistra: Andrea Oliva, Gianni Brignolo - portavoce -, Roberto Canola, Roberto Salvaia, Tamara Del Bel Belluz - consigliere comunale -

Cari Alpignanesi, nell’auguravi un felice e propizio 2014, vi informiamo di alcune novità che riguardano l’organizzazione di Alpignano SiCura.

Come forse sapete, l’esperienza aveva inizio nel gennaio 2011, per dare vita a un movimento che potesse nascere, crescere, consolidarsi e partecipare alle elezioni, che si sarebbero dovute svolgere a scadenza naturale della Giunta Andreotti, nel 2012.
La sorte ha stabilito che proprio nel gennaio 2011 il sindaco rassegnasse le dimissioni, accelerando di fatto questo processo, e costringendoci tuttavia a lavorare in tempi molto ristretti.
La consapevolezza di vivere in una città che stava diventando un paese di cui si faceva fatica a essere orgogliosi, avvolto da immobilità e zavorrato da errori di valutazione, ha riunito un gruppo di 18 persone intorno ad alcuni valori-guida quali competenze, passione e trasparenza, e in pochi mesi, a maggio 2011, ha fatto sì che Alpignano SiCura si confermasse come il secondo movimento politico alpignanese.
In questi tre anni siamo rimasti, all’interno del panorama alpignanese, l’unico riferimento politico sicuro e affidabile di tutto lo scenario, date le alterne vicende che hanno caratterizzato partiti come il Popolo della Libertà e il Partito Democratico, con cui l’elettore sta facendo sempre più fatica a riconoscersi e a identificarsi, essendo - come dimostrato dalle cronache degli ultimi anni - percorsi da correnti e sottocorrenti, protagonismi e personalismi che spostano ora qui ora lì i baricentri ideologici di queste storiche ma forse superate tendenze politiche.
Il Movimento 5 stelle, che potrebbe diventare futuro protagonista, non ha ancora proposto ad Alpignano la sua rappresentanza definitiva e, seppur promotore di lodevoli iniziative, non ha ancora colto la profonda domanda della città, che è quella di tornare a essere una città da vivere, una città di cui essere fieri e in cui avere voglia di invitare i nostri amici, perché vi trovino un modello dinamico, interessante e attraente.
Certo, lo stato di agonia non è un punto di partenza facile per nessuno, per curare un malato.
Ma noi abbiamo voglia di andar avanti fino in fondo e abbiamo le idee chiare.
Per questo motivo abbiamo deciso di riorganizzare il nostro movimento, dotandoci di un organo direttivo, che è stato eletto e che vi presentiamo in apertura di questo post: Gianni Brignolo, Roberto Canola, Tamara Del Bel Belluz, Andrea Oliva e Roberto Salvaia saranno per il 2014 coloro che guideranno il gruppo, per stabilire un percorso che abbia come obiettivo la costruzione del nuovo progetto per Alpignano, dopo un lavoro incessante di documentazione e iniziative locali.
Ora abbiamo bisogno di tutto l’aiuto dei cittadini, che credono che questo paese abbia delle risorse da valorizzare attraverso politiche diffuse e reazioni a catena, e quindi ci auguriamo che il 2014 sia per noi e per voi l’anno in cui ritrovarsi intorno a un bisogno comune e lavorare insieme, per farci tornare a esser orgoglioso di questo nostro bel paese.

Un sincero augurio da tutto lo staff di Alpignano SiCura

E per finire, il link alle belle iniziative:

ECONOMIA DELLA COLLABORAZIONE 

martedì 24 dicembre 2013

COME PROMESSO: CASO R.F.I. ATTO SECONDO

VI AUGURIAMO UN FELICE NATALE




Cari lettori, insieme agli auguri per le migliori festività, come promesso a tutti coloro che in questo periodo ci chiedevano come stessero andando avanti le cose sulla questione legata alla chiusura del passaggio a livello, riportiamo gli esiti della fase di attesa, che abbiamo dovuto rispettare prima di decidere come andare avanti.
Lo scorso 27 novembre, come ricorderete, abbiamo presentato una mozione per impegnare il Comune a dare ai cittadini, a più di un anno dall’approvazione della Convenzione con R.F.I. e a 5 mesi dalla chiusura definitiva del passaggio a livello, una risposta su come si intendesse investire il contributo di 2.800.000 euro ottenuto per la soppressione del passaggio a livello. 
Chiedevamo che questa risposta fosse data pubblicamente nell’ultimo consiglio utile per il 2013, previsto per dicembre. 
In occasione della convocazione della conferenza dei capigruppo, prevista per il 10 dicembre (finalizzata a formalizzare l’ordine del giorno per il Consiglio) abbiamo ricordato al Presidente del Consiglio, perché può sempre sfuggire, di inserire la risposta alla nostra mozione tra gli argomenti da trattare.
Subito dopo però il Consiglio è stato annullato, e quindi abbiamo dovuto ribadire che noi, quella risposta, comunque, la volevamo entro l'anno e non in un consiglio a venire.
La risposta ci è arrivata in questa forma, indirizzata solo al nostro Consigliere Comunale.
Tutti gli altri Consiglieri e i cittadini, interessati a questa risposta, ne avranno purtroppo notizia solo attraverso il nostro blog.
18.12.2013

al Consigliere Tamara Del Bel Belluz
Oggetto: Risposta a Mozione



In merito alla mozioni presentate relative alla soppressione del P.L. di via Verdi dai gruppi consiliari:


A - secondo quanto stabilito dal Consiglio Comunale del 2013 (mozione di SEL in data 20.06.2013) è stata data disposizione all'Ufficio Tecnico di porre in essere quanto necessario al soddisfacimento delle richieste presentate.
Tale mozione prevedeva I'individuazione di un professionista con compiti di comunicatore con i cittadini residenti per poi formulare, in qualità di progettista, uno o più studi per la realizzazione delle opere.
B - vista la mozione presentata da Alpignano SiCura in data 17.09.2013 con la quale veniva richiesta la presentazione, entro l'ultimo consiglio del 2013 di uno schema progettuale di prefattibilità atto ad evidenziare le opere da eseguire secondo l'art. 2 della Convenzione, corredato da impegno di spesa e cronoprogramma di ciascuna opera:
si comunica quanto segue:
1 - Adeguamento sottopasso via Pietre:
a - è stato affidato incarico professionale a libero professionista esterno in data 12.07.2013
b - è stata eseguita la progettazione definitiva/esecutiva che è stata consegnata a R.F.l. in data 22.10.2013, per il rilascio del parere di competenza;
c - in data 13.12.2013 è stato rilasciato il parere di competenza da parte di R.F.l.
d - in data 27.12.2013 è prevista l'approvazione da parte della giunta Comunale
e - l'approvazione del bando ed aggiudicazione lavori sono previsti per il mese di febbraio

2 - Soppressione P.L. Via Verdi.
Premesso che è stata inoltrata all'Amm.ne Com.le una petizione popolare firmata dai cittadini che si allega [allegato mancante];
In esecuzione a quanto previsto dalla mozione SEL sopracitata l'ufficio tecnico ha:
a - eseguito le procedure necessarie all'individuazione del professionista esterno a cui affidare sia il compito di comunicatore che di progettazione preliminare da sottoporre all'Amm.ne Com.le per la sua approvazione;
b - dopo approvazione del progetto preliminare si procederà mediante pubblicazione di bando di appalto integrato per l'individuazione della ditta a cui sarà affidato il compito della progettazione esecutiva ed esecuzione delle opere, previo rilascio del parere di competenza da parte degli Enti interessati.
c - in linea di massima i tempi di rilascio delle autorizzazioni di R.F.l. non sono brevi (si parla di circa un anno di attesa) quindi non è possibile quantificare con giusta proporzione I'inizio dei lavori.
La volontà dell'Amm.ne Com.le è quella di giungere in tempi rapidi all'ottenimento dei pareri e comunque iniziare l'opera entro l'anno 2014.

3 - Sottopasso pedonale Movicentro.
Il progetto esecutivo è previsto in approvazione, dall'attuale Piano triennale degli investimenti, nell'anno 2014.
Lo stato delle opere è il seguente:
a - è stato approvato il progetto definitivo;
b - è stato richiesto e rilasciato parere favorevole da parte di R.F.l.
c - siamo in attesa della dichiarazione di R.F.I. per la corresponsione di €.100.000,00 promessi per la realizzazione della scala di accesso ai binari.
Noi lasciamo ancora in sospeso i commenti a questa risposta, perché il momento legato alle festività non permetterà ai nostri lettori di concentrarsi a dovere su ciò che sta realmente succedendo, ma vorremmo quanto prima fornire una nostra lettura sia politica sia tecnica di tale documento, che non rappresenta in nessun modo secondo noi una risposta accettabile alla nostra mozione e sostanzialmente dice una cosa sola: che il sottopasso veicolare tra Via Verdi e via XXV Aprile, che i cittadini lo vogliano o no, si farà. 
E allora i consiglieri proponenti di SEL sapranno spiegarci a che cosa pensavano proponendo il COMUNICATORE?

mercoledì 18 dicembre 2013

MOVIMENTI AL MOVICENTRO

Il progetto di Artom & Zanotti, del 2000


Lo scorso 27 novembre 2012 il Consiglio Comunale aveva approvato il progetto preliminare della variante al PRGC, per il cambio di destinazione d’uso di un’area di proprietà RFI a destinazione commerciale, nei pressi della Stazione Ferroviaria.
Questo passaggio pareva di fondamentale importanza, a dire della maggioranza, per poter procedere con l’”operazione Movicentro”, in quanto dal 2006 si attendeva che venisse approvato questo documento.
Per capirne la fondamentale importanza bisogna sapere che il terreno su cui è stato realizzato il Movicentro appartiene quasi interamente a R.F.I. s.p.a. In un accordo con la Regione Piemonte, si precisavano le condizioni con cui RFI avrebbe ceduto il diritto di superficie del terreno su cui è realizzato il Movicentro al Comune di Alpignano (che ne possiede solo una piccola parte, e per il cui accatastamento abbiamo già sborsato 15.000 euro di parcella), per 30 anni. Allo scadere dei 30 anni, R.F.I. sarebbe tornata in possesso dell’edificio.
L’Assessore all’urbanistica, presentando questa variante più di un anno fa, si chiedeva come mai l’atto non fosse stato portato avanti dalla Giunta Pinzi, dato che era di così fondamentale importanza, per poter firmare la convenzione tra R.F.I. s.p.a. e Comune, e poi anche dalla Giunta Andreotti, lanciando evidentemente delle accuse all’immobilità delle precedenti amministrazioni.
Atto che invece questa giunta porta avanti con solerzia, tant’è che lo scorso 29 novembre 2013 (un anno dopo) passa in Consiglio Comunale il progetto definitivo.
Le premesse però sono cambiate: forse tutta questa attesa era necessaria, sono stati fatti i dovuti approfondimenti, in fondo questo ritardo non è da attribuirsi alle amministrazioni che si sono succedute ma a RFI, perché ha cambiato tante volte idea, referenti, e poi in generale sono intervenuti processi storici che hanno modificato i presupposti dell’accordo quadro iniziale (quello che istituisce i Movicentri, che risale al 2001).
Iniziamo quindi ad addentrarci nell’”Operazione Movicentro” con maggiore curiosità, dato che l’idea iniziale che avevamo del Movicentro, ovvero di un’opera ancora incompiuta a causa di alcuni colpi di sfortuna, stona con la sequenza di questioni ancora irrisolte che avrebbero forse comunque bloccato tutto per qualche tempo (così come sta avvenendo di fatto per il Palasport, concluso da più di un anno).
La prima delle questioni irrisolte parte dalla considerazione che noi concediamo alle Ferrovie l’utilizzo a fini commerciali di un terreno in cambio del diritto di superficie di un altro, per cui non era richiesta compensazione.
Questo aspetto era già stato dibattuto nel 2006, quando Agrimano (attuale assessore ai LL.PP) era Presidente del Consiglio della giunta Pinzi e l’allora opposizione (in particolare il Consigliere Liccardi) interveniva sulla vicenda ricordando che proprio la precedente amministrazione Accalai (in cui attuali amministratori già militavano) si batteva per evitare di dover “regalare a RFI un terreno”, in quando i principi dell’accordo quadro (che dava vita ai Movicentri) prevedevano che RFI mettesse a disposizione dei comuni i terreni per il Movicentro, che è un’opera pubblica, senza generare lucro (art. 3 della Bozza di Convenzione Regione-Comune). 
Perché invece R.F.I. ha preteso il cambio di destinazione d’uso, per poter firmare la convenzione? 
Ma se noi oggi diamo a R.F.I. s.p.a. la possibilità di creare un’area commerciale prossima al Movicentro, e allo scadere della trentennale Convenzione di tornare anche in possesso di buona parte del Movicentro, IL COMUNE DI ALPIGNANO DI QUALI BENEFICI HA GODUTO? Tenendo conto che poi oltretutto per i 30 anni è già iniziato il conto alla rovescia (dal 2006), ci resta se va bene una ventina d’anni di affitti dei locali (negli allegati tecnici ai documenti si valutava questo diritto di superficie pari a circa 724.000 euro, circa 24.000 euro all’anno).
Però sappiamo anche che l’attuale politica del patrimonio, come dichiarato dall’Assessore ai LL.PP., è di dare i beni in gestione a un "prezzo politico", pur di non occuparsi delle manutenzioni, per cui ci disinteressiamo degli utili degli affitti.
Una parte dell’edificio, inoltre, sembra destinata a ospitare alcuni uffici comunali, che da Piazza Vittorio si sposterebbero qui, liberando altro patrimonio comunale (che fine farà è un altro capitolo). 
Il Movicentro non nasce però per diventare il Palazzo Comunale, è un progetto finanziato da Cipe e Regione per incentivare l'interscambio modale, creando strutture a servizio principalmente dei passeggeri del trasporto pubblico. L’"Operazione Movicentro" è un progetto su scala nazionale messo in moto nel 2000, con il presupposto di rivoluzionare la viabilità lì dove vi fosse una stazione ferroviaria a servizio di un sistema metropolitano.
L’idea era grandiosa, e la Regione aveva un ruolo propulsivo, finanziando per circa 31.000 euro il progetto iniziale del nodo di Alpignano, che aveva un valore di 22 milioni (poi ridimensionato a 3.800.000 euro), il Piano del traffico (di cui nulla sappiamo ancora – e d’altra parte come si fa a progettare un Movicentro senza piano del traffico?), facendo un accordo nel 2005 per incentivare la mobilità pubblica, dopo aver sottoscritto sia con RFI (nel 2001) sia con i Ministeri Economia e Trasporti (nel 2003) un Accordo di Programma quadro per la mobilità sostenibile.
Nessuno di noi ha finora potuto godere dei benefici di questa rivoluzione. Che cosa ne abbiamo ricavato?
Si dirà che abbiamo ottenuto un finanziamento per fare l’opera e abbiamo riqualificato l’area. 

Ma noi abbiamo ottenuto circa 3.800.000 euro di finanziamento, mentre l'opera complessiva e' arrivaTA a costare, FINORA, 7.200.000 EURO. E NON E' ANCORA TERMINATA. 
Possiamo ritenere che con la differenza, EVIDENTEMENTE STANZIATA DAL COMUNE DI ALPIGNANO, avremmo potuto riqualificare NON SOLO PIAZZA ROBOTTI MA MEZZA CITTà??? 

Finora abbiamo assistito a un inutile e squalificante teatrino delle accuse: “l’opera la dovevi fare tu, no tu, è colpa tua, no è colpa tua”, trasformando un’operazione che doveva rappresentare una rivoluzione per il concetto di mobilità urbana, di cui non si vedono i frutti, in un’opzione da campagna elettorale. 
Forse la fastosa inaugurazione che avverrà durante la prossima campagna elettorale ci farà dimenticare tutti questi guai? 
L’autodifesa è che comunque si deve andare avanti, non potendo lasciare così le cose. Certo, e ci mancherebbe, ma possiamo iniziare a parlare di responsabilità politiche di scelte disastrose per la nostra città, dalla piscina in avanti? E chi può scommettere che invece le cose per il presunto sottopasso di via Verdi – altra operazione assurda dell’amministrazione - andranno meglio?

È ora di smettere di credere alla propaganda di questa amministrazione e di iniziare a chiedere delle risposte. Noi vogliamo sapere il perché delle cose e ci chiediamo se chi ha le responsabilità politiche dei danni alla nostra città (piscina in primis) possa continuare a godere di credibilità e di fiducia da parte dei cittadini. 

E adesso, finalmente, anche le belle iniziative:

mercoledì 11 dicembre 2013

A CHE PUNTO SIAMO?

Lo scorso 30 novembre abbiamo divulgato un volantino che prendesse in esame i risultati della prima metà del mandato Da Ronco.
Ne diffondiamo i contenuti anche sul nostro blog. 

Trovandoci esattamente a metà del mandato elettorale del Sindaco Gianni Da Ronco, è doveroso fare il punto della situazione.

I 93 i punti del Programma elettorale, presentati il 16 giugno 2011, sono raccolti nel Programma PROGETTO ALPIGNANO La qualità delle scelte per la qualità della vita, consultabile sul sito web comunale, amministrazione trasparente/Provvedimenti/Provvedimenti organi indirizzo politico/Delibere Consiglio 2011/009.

Di questi, solo uno è stato definitivamente compiuto: la chiusura del passaggio a livello (punto n° 89 del Programma).

Altre azioni significative, tutte volte al miglioramento della vita di chi vive e lavora in Alpignano, non sono ancora state intraprese. Forse perché - mette le mani avanti il Sindaco - “prima di questa nuova pagina l’impegno principale sarà quello di portare a termine ciò che da troppo tempo è immobile, il Movicentro e la Palestra polifunzionale”.

Allora vediamo a che punto siamo.



MOVICENTRO

Il Movicentro è un’opera pubblica che nasce con l’obiettivo di rivoluzionare la mobilità urbana e intercomunale, sulla base di un nuovo Piano del Traffico. L’edificio dovrebbe inoltre garantire una rendita, per le casse comunali, data dai proventi degli affitti dei locali.

Il nuovo tunnel pedonale, già finanziato dalla Regione, ma mai avviato, avrebbe dovuto mettere in comunicazione, dal 2007, le due parti di città separate dalla ferrovia.

Dopo tredici anni dall’avvio del progetto, e dopo 7 anni dall’inizio dei lavori, non abbiamo ancora raggiunto nessuno degli obiettivi, né la Giunta, a due anni e mezzo dal suo insediamento, ha ancora stabilito quali saranno le modalità di gestione dell’opera, in modo da portare benefici ai cittadini.

A ciò si aggiungono 474.000 euro di oneri aggiuntivi, per danni dovuti ad abbandono e incuria, che integriamo noi.



PALASPORT

Dopo 6 anni di lavori, e 2.650.000 euro spesi, da settembre 2012 siamo ancora in attesa, da che vengano stabiliti i criteri per il suo utilizzo.

Il Palasport è un edificio che nasce già vecchio, perché non è stato affrontato, in corso di progettazione, né con le varianti, il problema più gravoso: il contenimento dei costi di gestione.

Vorremmo sottolineare un altro aspetto, che denota scarsa lungimiranza: nel fortunato caso che qualche società sportiva (o chissà chi altro) decida di investire comunque sull’edificio, in caso di manifestazioni di richiamo, dove si parcheggerà?



Che cosa ha impedito, A CHI GOVERNA OGGI, A CHI GOVERNAVA PRIMA, di concludere le opere in tutti questi anni? La sfortuna? La crisi?



Se questi sono i due elementi che vincolano l’amministrazione nel proseguire nelle altre attività, allora che ne sarà delle altre decine di punti del programma, che aveva l’ambizione di affrontare in modo innovativo temi assai complessi, dai rifiuti all’energia, dalla scuola all’aggregazione, dal commercio ai settori produttivi, dalla mobilità alla promozione del territorio, dal recupero edilizio al cohousing, e poi politiche del lavoro, politiche giovanili e tanta cultura?

Il volto della città - se non fosse per la fontana – resterà probabilmente immutato. I problemi preesistenti non sono stati affrontati in modo organico e di nuovi se ne sono aggiunti, lasciando il consueto pesante fardello alle amministrazioni future.

Esaminiamo, tra le decine di piccoli e grandi esempi, i più eclatanti:



Piano Regolatore Generale

Era prevista per l’autunno la consegna del Progetto preliminare, ennesima proroga della sua presentazione. Il nuovo piano è in fase di redazione da più di un anno e mezzo.

Siamo a metà mandato e ancora non è stato illustrato alla città il primo step nella redazione dei documenti progettuali; una volta completato, il progetto dovrà poi affrontare il consueto, pesante, iter burocratico, previsto per la sua autorizzazione.

Ce la farà l’amministrazione in carica a varare uno dei principali strumenti di programmazione del futuro della città?

E quali strumenti intende adottare per coinvolgere i cittadini?



PISCINA AL BELVEDERE

Dopo che la società privata Eurosporting, che ha realizzato l’opera in project financing (realizzazione e gestione), ha dichiarato nel 2007 di non poter proseguire con la gestione, il Comune si è dovuto accollare il mutuo, che ci costa 300.000 euro all’anno (fino al 2029). Alla fine stiamo quindi pagando noi l’opera, che oltretutto non è nostra, in quanto il diritto di superficie del terreno, concesso dal Comune alla società per 30 anni, è ancora in capo alla stessa Eurosporting.

Da ottobre 2013 la piscina è stata affidata a un nuovo gestore.

Dato che negli anni non sono mai state realizzate le opere di manutenzione, all’attuale aggiudicatario sono stati giustamente scontati dall’affitto gli oneri per l’adeguamento dei locali.

Il Comune, per altri 5 anni, non avrà ricavi. Mancano inoltre nei rendiconti finanziari passati decine di migliaia di euro di affitti arretrati, non ancora versati.

La gestione degli impianti sportivi di Alpignano denota la mancanza di una matrice politica che dia allo sport la sua corretta valenza di promozione sociale. L’unica cosa che interessa oggi agli amministratori è di rinunciare ai proventi pur di non pagare le manutenzioni.

Qual è stato allora il beneficio per la città, tenendo conto che buona parte degli alpignanesi frequenta altri impianti? Dato che chi governa oggi è chi ha deciso allora, possiamo avere finalmente questa risposta?



passaggio a livello Via Verdi/VIA XXV APRILE

Nel Consiglio Comunale del 29 settembre abbiamo presentato una mozione, votata dalla maggioranza dei consiglieri (con l’astensione del Partito Democratico), con cui l’amministrazione si impegna a dichiarare ufficialmente, entro la fine del 2013, che cosa intende fare con i 2.800.000 euro stanziati da R.F.I. s.p.a., ovvero quali opere, in quanto tempo e con quale impegno di spesa.

Ma l’amministrazione, il 15 novembre, senza coinvolgere né i residenti, né l’opposizione, ha emesso un bando per la progettazione di un sottopasso veicolare in Via Verdi.

Perché, allora, l’Assessore ai LL.PP. e tutta la maggioranza hanno sempre detto che, prima di decidere, avrebbero ascoltato i cittadini?

 CASTELLO DI PROVANA
Il programma Da Ronco prevedeva l’acquisizione a patrimonio comunale del Castello di Provana, di proprietà dei Missionari della Consolata, dopo un percorso avviato nel lontano 2000.

Operazione preliminare all’acquisizione è stata lo spostamento dei Missionari in una nuova sede. Ora il Castello è vuoto, e non dovrebbero esservi più ostacoli al passaggio di proprietà, alla demolizione della manica moderna (ex sede dei missionari) e alla variazione d’uso dei locali. L’intenzione iniziale era di spostare la sede del Municipio in una dimora storica per conferire un aspetto più aulico all’istituzione. Il Sindaco Da Ronco ha dichiarato invece di volervi collocare un istituto scolastico superiore, che richiede ambienti che rispettino certi standard e un conseguente pesante adeguamento delle strutture.

Siccome l’istruzione superiore rientra tra le competenze provinciali, il sindaco è riuscito almeno a sottoporre il progetto alla Provincia e a ottenere un finanziamento per questa operazione?

Il Castello è un tema sensibile, in quanto rappresenta l’innesto di tutta l’operazione di valorizzazione del centro storico.

Vogliamo ricordare agli alpignanesi che solo partecipando attivamente alla vita pubblica del paese si riesce a contribuire 
al suo progresso
 
E ora il link alla bella iniziativa:

UNA PROPOSTA FIGLIA DELLA CRISI 

mercoledì 4 dicembre 2013

IL PROPRIO DOVERE

Venerdì 30 novembre si è svolto il 20° Consiglio Comunale. Un consiglio un po' anomalo, rispetto agli altri, perché spiccava decisamente il fatto che io fossi l'unica presente tra i consiglieri di opposizione.
Massimo Siesto era assente per impegni all'estero, e i 4 esponenti del Partito Democratico erano assenti in segno di protesta, per il fatto di non poter partecipare alle principali Commissioni Consiliari Permamenti.
E protestano due anni e mezzo dopo? Il fatto è annunciato sui media locali, ma agli atti restano giustificazioni varie, dai problemi di salute a impegni pregressi. Non un gran segnale di coerenza.
Anche noi riteniamo che alcune rigidità dell'amministrazione vadano evidenziate, nella gestione del confronto con la minoranza, di cui non si ha nessun interesse ad ascoltare le proposte. Ho partecipato al Consiglio Comunale per senso del dovere, ma per sottolineare le ragioni di questa seduta anomala, in apertura ho letto questo comunicato: 

"Sono due anni e mezzo che, in occasione di ogni Consiglio Comunale, facciamo notare la scarsa propensione a conferire maggiore democraticità alle attività preparatorie del Consiglio, ovvero Conferenza dei Capigruppo e Commissioni permanenti. Ciò potrebbe essere interpretato come mancanza di volontà o incapacità di questa maggioranza di confrontarsi con i consiglieri di minoranza sui “lavori in corso”. 
è ovvio che questo atteggiamento non può dar luogo ad altro che a una radicale opposizione, dato che l’aspetto collaborativo, evidentemente, non può interessare a chi non è capace di mettere in discussione le proprie posizioni.
Assistere come spettatori alla Conferenza dei capigruppo, in cui il Presidente del Consiglio declama i punti all’ordine del giorno, senza illustrarli e partecipare a commissioni in cui la minoranza si trova sempre nell’imbarazzo di sentirsi fuori luogo, in una sede dove tanto non si ha nessuna possibilità di intervento su delibere ormai blindate, ci fanno sentire inefficaci rispetto al nostro ruolo, e vanificano il valore aggiunto che scaturisce dal confronto di posizioni diverse.
Mandateci una e-mail con gli allegati, così risparmiamo noi tempo e voi denaro.
Tutto ciò accade poiché, parafrasando il messaggio lanciato in più occasioni da esponenti di maggioranza, “voi siete la maggioranza, e tanto decidete voi”. Non vi pare un po’ arrogante questo tagliar corto?
E allora a che cosa serve la Conferenza dei Capigruppo, se “tanto decidete voi”? A che cosa servono le Commissioni, se non a crogiolarvi nella soddisfazione di aver lasciato fuori il principale partito di Alpignano? Il principio di partecipazione resta sulla carta, non nei fatti, e nessuno potrà rinfacciarvi di non convocarle. Ma dire che siano efficaci, nel senso di inquadrare provvedimenti risolutivi dei diversi problemi ancora aperti, non è proprio possibile, dal nostro punto di vista.
Partecipiamo a questo Consiglio per rispetto nei confronti delle istituzioni e dei cittadini, ma siamo arrivati al punto di dover prendere pubblicamente le distanze sia dalla logorante guerriglia tra le varie “anime” del centro sinistra, che non ha nessun significativo risvolto nel definire ruoli e responsabilità nella gestione del paese, sia dall’atteggiamento della maggioranza (i cui consiglieri, vi ricordo, rappresentano tutti insieme 174 cittadini), che si permette di liquidare il confronto con un’alzata di spalle."

 Tamara Del Bel Belluz

E questa settimana, in sostituzione del link alla bella iniziativa, un divertente sketch in attesa della "partita del secolo", dato che l'apprensione mediatica rispetto agli esiti delle primarie del Pd sta rimettendo nelle mani del vincitore il futuro del nostro paese agonizzante.
Data la realtà degli apparati (basta amplificare su scala nazionale la situazione locale), speriamo che almeno i nostri simpatizzanti riescano a mantenere rispetto ai partiti un lodevole disincanto.


mercoledì 27 novembre 2013

DIALOGO TRA "MINORANZE"




Nel dibattito che è seguito al congresso del Partito Democratico alpignanese e che ci pare abbia destato particolare interesse, ci sembrava doveroso riportare la posizione politica che Alpignano Sicura ha assunto in merito. 
è vero che in tal modo si rischia di dedicare "troppo” spazio agli addetti ai lavori piuttosto che ai cittadini, ma il nostro principio ispiratore è proprio il concetto che tutti i cittadini dovrebbero essere degli addetti ai lavori (cfr. post del 26-09-13 Siamo tutti politici), perché in una città come la nostra cittadini, politici e funzionari comunali non dovrebbero vivere a compartimenti stagni e tutto conta, a maggior ragione se si tratta di fatti riguardanti un partito di grande consenso elettorale e con cui dovremo necessariamente misurarci in futuro.
Per chiudere quindi riportiamo ciò che avrebbe forse dovuto aprire il dibattito, ovvero il discorso che Gianni Brignolo, portavoce e coordinatore della Lista Civica Alpignano SiCura, ha rivolto direttamente come saluto al Partito Democratico lo scorso 5 novembre.
I nostri lettori ce lo perdoneranno: con l’impegno da parte nostra, a partire dalla prossima settimana, di tornare a una maggiore concretezza.

“Oltre al doveroso ringraziamento per l’invito a partecipare alla giornata di presentazione delle candidature alla segreteria del partito (al quale vorremmo attribuire un significato particolare ovvero il primo riconoscimento ufficiale da parte del Partito Democratico, a oltre due anni e mezzo dalle elezioni comunali alla nostra lista civica, che rimane pur sempre la seconda forza politica del paese) abbiamo sottolineato come il Congresso del Pd, a nostro avviso, “dovesse avere il coraggio di andare oltre il Pd stesso”.
Cerco di spiegarmi meglio. Riconosciamo al Partito Democratico la sua forza elettorale, che conta circa 3000 preferenze e che fa sì che ancor oggi sia il primo partito della nostra cittadina. Dobbiamo però riconoscere che, ciò nonostante, oggi la prima forza politica di Alpignano non siede nei banchi della maggioranza.
E allora crediamo di poter “suggerire”, con tutte le cautele del caso e con l’atteggiamento collaborativo di chi non vuole insegnare niente a nessuno, di provare a guardare la realtà da un altro punto di vista, per provare a dare un’altra chiave di lettura agli eventi.
Se ne facciamo solamente una questione di numeri, i 180 tesserati al Partito Democratico (numero che vale come ordine di grandezza, al di là delle polemiche che ha suscitato anche sui giornali la campagna di tesseramento, che rimane, a nostro avviso, un problema tutto interno) rappresentano solamente il 6% dell’elettorato del Pd alpignanese e le ottanta preferenze (questo dato visto a posteriori) solamente il 2,7%, ovvero il 9 per mille dei votanti e il 6 per mille degli elettori del paese.

giovedì 21 novembre 2013

CAPISCI?


Per fare in modo che vi sia una sorta di onda lunga, rispetto ai lavori Congressuali del Partito Democratico, per nominare il nuovo segretario locale, ed evitare che la memoria degli accadimenti politici si disperda nel volgere di una settimana, riportiamo altri contributi sulla vicenda, che, attraverso opinioni personali, sono funzionali all'osservazione di quanto accaduto da altri punti di vista.
L'insistenza su questo momento di snodo per noi ha un valore fondamentale: ci rivela quali sono le strategie che il partito Democratico intende adottare per recuperare la credibilità persa con le scorse elezioni. Ovvero se verrà reiterata la consueta modalità per cui si tenta di emergere solo parlando male di chi ha governato prima (senza mai rispondere dei propri errori), o se gli errori commessi insegneranno a guardare ai problemi del paese (trascurati da tutti) con nuovi occhi.
Cerchiamo di capire inseme, insomma, se si continuerà ad andare di male in peggio o se finalmente ci sono i presupposti per una nuova stagione politica.

di ROBERTO CANOLA
"Tra i vocaboli più usati, da quando ho memoria, negli intercalare di quella che era l’intellighenzia di sinistra, “capisci” e “ti spiego” sono tra i più utilizzati. Ti chiedono se capisci e ti spiegano ciò che pensi; come “don Raffaè” nella canzone di De Andrè, ma non ti offrono neppure un caffè.
L’unica cosa che capisco davvero è che quello che doveva essere un partito con ambizioni di governo, che si ispirava al modello liberal democratico americano, è in realtà un blob gelatinoso, che aumenta la sua massa ma non la sua sostanza.

giovedì 14 novembre 2013

C’È MICA QUALCUNO CHE C’HA DEL NUOVO CHE GLI AVANZA?



“Antò? Te lo vuoi trovare un lavoro?”
No mammà! Non voglio fare niente nella vita,
mò entro in politica!”

Da qualche tempo il tormentone della novità, del cambiamento, del rinnovamento e del giovanilismo è sulla bocca di chiunque parli di politica, tanto da aver svuotato completamente il senso di queste nobilissime istanze e costringendoci a pensare, per la prossima campagna elettorale, delle nuove novità.
Non ne possiamo già più di questa vulgata della novità, senza vederne concretamente gli esiti, anche perché, tanto per cominciare, almeno dal Congresso del Pd che si è svolto la settimana scorsa, la vera novità sarebbe stata quella di rispettare le regole del gioco, per non “vincere facile”.
Il Pd è un grande partito e ha la responsabilità di dare nuovi indirizzi alla politica, interpretando lo spirito dei tempi. Dovrebbe avere coltivato, al proprio interno, una nuova generazione di soggetti che abbiano fatto la gavetta, la scuola di partito, e un’azione sul territorio. Anche perché se no che differenza resta tra un partito e una lista civica?
Sul piano della rappresentatività il nuovo Partito Democratico non sembra soddisfare queste aspettative, sicuramente non per di chi, come noi, ha visto in questo Congresso la prima e ultima occasione utile, affinché si desse un segnale di reale cambiamento a una forza politica come la nostra. Abbiamo pensato che le cose finalmente potessero andare da un’altra parte.
Sorpresi dalla totale mancanza di sportività di un partito che dovrebbe rappresentare l’ampio spettro della società liquida, abbiamo assistito al colpo di mano con cui la vecchia (e qui l’aggettivo è appropriato) classe dirigente del partito locale si è ripresa il partito, con l’idea di riprendersi la città. Insomma, per dirla in breve, è stata organizzato un congresso del Pd senza lasciare che la storia facesse il suo naturale corso, con il ricambio generazionale, con l'attenzione ai temi emergenti e con l'instaurare modalità relazionali capaci di riattivare le masse, come un tempo, sensibilizzando le persone sul piano politico, quello della vera politica che agisce sulla realtà.
E così anche qui ad Alpignano, in occasione del Congresso del Partito Democratico, si è fatto abuso di quei termini, senza poi darne sostanza, giungendo al paradosso che la ventata di apparente novità, sbandierata dal ciclone Renzi, non ha convinto nemmeno l’establishment della vecchia guardia del Partito Democratico. Ma resistere a questo ciclone è stato, dall'altra parte, limitare una possibile, sebbene ignota, evoluzione naturale del partito. Anche perché, altro paradosso, a rappresentare il “ciclone Renzi che avanza”, c’erano pure lì, delle vecchie guardie.
Non si arrendono all’evidenza.
Noi avremmo desiderato confrontarci con una nuova generazione di politici, dotati del senso della realtà, di più raffinati strumenti critici e che fossero, fondamentalmente, dei giusti. Resta un desiderio: de-sidera, le stelle sono veramente troppo lontane.
E ora, con un partito che era strasicuro di vincere le scorse elezioni e che allora non ci ha nemmeno rivolto la parola, considerandoci inadeguati, dobbiamo tenerci pronti a dialogare. Ma chi l'ha deciso?
Ricordate la geniale battuta in romanesco, che circolava tempo fa su Facebook, su un tizio che voleva vendere la sua auto usata, la Duna? Sul cartello “Telefonare ore pasti” qualcuno scrisse: “a Maurì, magna tranquillo”. Bene.  La mutuiamo così: “a Piddì, te vuoi aprire al dialogo con noi, vabbé, ma DE CHE DOVEMO PARLà?

E ora il link alla bella iniziativa. Suggestioni attuali per qualcuno di sinistra:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/11/11/social-street-bologna-in-via-fondazza-leconomia-solidale-tra-vicini-di-casa/773618/

giovedì 7 novembre 2013

SE AD ALPIGNANO ARRIVA IL CROWDFUNDING



Nella notte di Halloween – che è ormai una festa più sentita del Carnevale -, qui ad Alpignano, gruppi organizzati di bambini capeggiati da mamme e papà hanno percorso le vie di Alpignano per suonare ai campanelli delle case e chiedere non il consueto dolcetto, ma, senza peli sulla lingua, un contributo per “La Scuola”. Motore dell’organizzazione, il Comitato Genitori, che in collaborazione con il Consiglio di Istituto e la Direzione didattica ha stabilito di andare incontro alla cronica mancanza di fondi, determinata dalla drastica riduzione dei trasferimenti regionali nei bilanci della scuola pubblica.
Questo “scherzetto” ha fruttato 2000 euro tondi tondi. Si tratta di contributi volontari non solo delle famiglie che hanno bambini iscritti a scuola, ma di tutti i cittadini, che hanno capito l’urgenza del problema, dato che è ormai sulla bocca di tutti che la scuola non ha più i soldi “nemmeno per la carta igienica”. Un sistema di raccolta fondi, modello crowdfunding, che, anche se non ha ancora incontrato l’evoluzione delle piattaforme web, gode di ampi esempi e consensi nel mondo e viene usata per diversi scopi.
L’iniziativa, oltre che a sensibilizzare le persone a prendere coscienza che una scuola pubblica che non è finanziata è una scuola che non può funzionare - se ancora la scuola pubblica è vista come servizio di formazione che uniforma i punti di partenza e rende possibile una reale rinascita culturale del paese - evidenzia una aspetto collaterale, non poco importante. Ovvero che per ottenere dei risultati la società civile si deve organizzare, tirandosi su le maniche e lavorando in prima persona, oppure ponendo istanze alla classe dirigente.
Chiaramente intorno all’iniziativa sono fioriti diversi punti di vista, anzi, ci sono stati giudizi diametralmente opposti. Ci sono stati molti genitori che hanno condannato la scelta, come inadeguata e altri che hanno apertamente rifiutato di mandare i propri figli “a chiedere l’elemosina”.
Sono tanti i “se” e i “ma” che ciascuno di noi avrebbe potuto sollevare, ma potrebbe avere più valore soffermarsi sul lato vitale dell’iniziativa, perché i “se” e i “ma” potrebbero diventare alibi per non fare mai nulla: un’occasione di festa per i bambini è servita per insegnare loro la responsabilità civile di mettersi al servizio di una comunità, quella della scuola. I bambini hanno lavorato per gli altri, realizzando con le proprie mani piccoli gadgets da offrire ai residenti, e i genitori, PER LA PRIMA VOLTA, sono stati stanati dalle loro case e, mettendosi insieme, hanno valorizzato un’esperienza collettiva, fatta di divertimento ma anche di coraggio, perché non è facile andare in giro a chiedere denaro. Tutti insieme hanno conosciuto un volto diverso dei propri concittadini, che hanno aperto la porta pronti ad ascoltare, senza pregiudizi o rivendicazioni.
Fortunatamente esiste ancora una minoranza di persone che ritiene che l’orizzonte del bene comune sia superiore ai propri pregiudizi e riesce, magari anche senza condividere fino in fondo le proposte, a fare la sua parte. Perché o facciamo in modo, tutti insieme, che la scuola pubblica recuperi la dignità e abbia le cure necessarie, oppure la fuga verso gli istituti privati di chi ritiene di difendersi con mezzi economici non farà altro che creare un pesante circolo vizioso.
L’unico aspetto che si sarebbe potuto curare di più (ma quando si decide in fretta non è facile coprire il ventaglio dei problemi) è stabilire prima l’obiettivo: ovvero a che cosa devono essere destinati questi fondi? L’appello è che le risorse vengano impiegate in modo corretto, e che non vengano riversate nel calderone dei fondi volontari che sono richiesti agli iscritti a inizio anno, dato che sono due canali di acquisizione completamente diversi, e che dovrebbero avere destinazione diversa, valorizzando l’apporto dei cittadini alpignanesi che evidentemente credono molto nel futuro dei nostri bambini.

Il link alle belle iniziative, questa volta rimane in tema:

giovedì 31 ottobre 2013

ALLA RICERCA DEI FONDI PERDUTI



La vicenda della chiusura del passaggio a livello continua a rivelare aspetti molto interessanti sul fronte delle attitudini di molti enti nel gestire la “cosa pubblica”.
La storia è molto complessa e piano piano stiamo cercando di ricostruire che cosa è avvenuto realmente, non tanto perché si possa tornare indietro e fare altre scelte, ma almeno per individuare responsabilità politiche per le situazioni di inerzia o improvvisazioni.
Ci siamo lasciati qualche settimana fa con un interrogativo: perché 5.200.000 euro stanziati per le opere di compensazione da realizzarsi da parte di RFI, sulla base di un progetto esecutivo in fase di approvazione, sono diventati oggi 2.800.000 euro, quantificati senza precise indicazioni progettuali?
Sappiamo che nel 2010 RFI, dopo aver portato avanti per un paio d’anni il confronto con l’amministrazione alpignanese allora in carica, non riceve mai il via per chiudere l’esecutivo e partire con i lavori, finché la giunta Andreotti decade anticipatamente il 21 gennaio 2011.
Da allora l’ente ferroviario non ha più avuto ulteriori indicazioni dal Comune di Alpignano su che cosa fare, fino al 2012, anno della firma della Convenzione che ci destina 2.800.000 euro e ci proclama stazione appaltante delle opere viarie sostitutive al passaggio a livello.
Le ragioni per cui non si sia concluso l’iter, tra il 2008 e il 2010, per cui oggi avremmo una strada e un nuovo sottopasso in cantiere, bisognerebbe quindi chiederle al Sindaco Andreotti e agli assessori competenti che di fatto, con i loro tentennamenti, hanno posto le condizioni per cui RFI si è trovato nelle condizioni di dirottare i fondi.
Nessuno sa fino a quando questi fondi siano stati disponibili, ma di sicuro, quando l’amministrazione ora in carica riapre metaforicamente le carte, quei soldi non ci sono più.
Da questo punto riparte l’intera vicenda: non sappiamo come, ma i fondi in qualche modo tornano a essere parzialmente disponibili, nella somma di 2.800.000 euro, a patto che il Comune segua personalmente tutto l’iter (studi di fattibilità, redazione progetti, richiesta autorizzazioni, espropri, appalti, esecuzione opere e manutenzione delle stesse).
Se l’amministrazione precedente aveva peccato di eccessiva inconcludenza, questa amministrazione accetta in tutta fretta una cifra, senza avere un progetto in base al quale si sia potuto determinare se la cifra elargita sia sufficiente, e chiude il passaggio a livello senza aver realizzato nemmeno un’opera compensativa.
Quindi ora abbiamo i soldi – almeno sulla carta - ma nessuno sa ancora che cosa fare. E dato che la politica, che dovrebbe avere gli strumenti per dare le risposte corrette per il proprio territorio, non è riuscita a prendere le decisioni, la responsabilità delle scelte ricadrà su liberi professionisti (quasi certamente provenienti da fuori), insieme ai cittadini. Attendiamo ancora il bando per la progettazione partecipata, decisa lo scorso luglio, a un anno e mezzo dall’approvazione della convenzione.
Ma questa versione semplificata della vicenda lascia spazio ad altri interrogativi: perché RFI ha dirottato i fondi su altre opere e non li ha accantonati, nell’attesa che l’amministrazione desse una risposta? Il piano delle opere, per intervenire su tutta la linea Torino-Modane, avrebbe dovuto infatti già essere completamente finanziato e quei 5.200.000 sarebbero spettati a noi.
E perché RFI, che pur essendo una S.p.a. gestisce comunque un patrimonio pubblico, accetta di lasciare la gestione di tutta la vicenda nella mani dell’Assessore ai LL.PP. del nostro comune, anziché portare avanti, come in tutti gli altri comuni, il completamento delle opere previste dalla legge per la soppressione dei passaggi a livello?
E se le opere non verranno realizzate o se i soldi ricevuti non basteranno a coprirne gli oneri, questo non si configura come un danno per i cittadini, che nell’ottica dell’interesse pubblico vanno tutelati sia che siano viaggiatori sia che siano residenti di un comune?
RFI accetta in definitiva, con apparente disinvoltura, che il Comune di Alpignano abbia “cambiato idea”, annullando un progetto elaborato in un periodo di 10 anni, anni di riunioni, incontri, conferenze dei servizi, rielaborazione: costi enormi, tutti a carico delle finanze pubbliche.
Di chi è la responsabilità di aver elaborato un progetto che poi è divenuto carta straccia? Non ci sono danni?
RFI è un’azienda che fornisce un servizio pubblico, ha impegnato gli uffici tecnici per redigere un progetto che ha costi notevolissimi: tutto perso a causa delle croniche indecisioni della politica, che è evidentemente quasi del tutto assorbita a alimentare la propria sopravvivenza piuttosto che a puntare tutto sull’efficacia dei processi decisionali.
Basta guardare d’altra parte che cosa succede in questo nostro paese, da almeno un anno, nel “teatrino della politica”. Questa nel piccolo è una vicenda “all’italiana” ovvero una vicenda che rivela che l’interesse pubblico è sempre in secondo piano rispetto ad altri aspetti di cui non è possibile però conoscere le varie sfaccettature.

Qualcuno si chiederà che cosa avremmo fatto noi.
Non è necessario rispondere che cosa avremmo fatto noi, perché è pura disquisizione filosofica dato che non si può più tornare indietro, né recuperando il progetto della circonvallazione, né riaprendo il passaggio a livello. Forse è più utile chiedersi che cosa faremmo se, trovandoci davanti a un passaggio chiuso, a opere che forse saranno in cantiere, dovessimo fare i conti con un problema di viabilità non risolto e con stanziamenti insufficienti.
Questo è il vero problema, un problema enorme, che sarà lasciato in eredità al paese dal susseguirsi di amministrazioni poco lungimiranti.

martedì 22 ottobre 2013

Di chi Si-Cura il Pd


Senza ancora sapere che cosa scaturirà dal congresso, le varie componenti del Pd si preparano alle elezioni, immaginando il futuro politico alpignanese e decidendo, in piena autonomia, che con noi "se ne può parlare", mentre il tema della riunificazione della sinistra sembra apparentemente chiuso per sempre. 
Ci potrebbe far piacere che il Pd, sicuro di vincere le scorse elezioni con ampi margini, dopo averci sottovalutato come ininfluente movimento di protesta, forse avesse finalmente compreso che i cittadini hanno bisogno di vedere "facce nuove" e di interlocutori, stanchi di tante sovrastrutture di partito, che alla lunga allontanano i gruppi dirigenti dalla realtà.
Alpignano SiCura, formazione politica nata tra persone che si sono "scelte", intende mantenere la propria identità e potrà confrontarsi con i partiti solo sulla base di un comune linguaggio, i cui termini non debbano essere decodificati dal "politichese".
Il nostro messaggio è sempre stato, anche rispetto alle discussioni informali con esponenti ed ex esponenti del Partito Democratico: prima vediamo le persone, le loro competenze e la loro storia, insieme al programma per il paese. Solo DOPO si potrà iniziare il confronto politico. 
A oggi è prematuro fare dichiarazioni ai giornali come quelle della scorsa settimana, che ci hanno costretti a fare una replica, per evitare che si creino imbarazzanti pregiudizi.
Qui di seguito il comunicato inviato ai giornali locali:

"Gentili direttori di Valsusa e Luna Nuova, torno a farmi gentilmente ospitare dalle vostre rubriche, per commentare, a nome di tutto il gruppo che rappresento, le dichiarazioni che sono comparse la settimana scorsa nella cronaca alpignanese, dei giornali locali. Mi riferisco in particolare agli articoli riguardanti la nascita del Comitato pro-Cuperlo, un affare tutto interno al Partito Democratico e che riguarda, ora come ora, la vita e il futuro del Partito Democratico.
A partire da ciò, ci pare un po’ una forzatura il dover necessariamente andare a parare sui futuri equilibri politici alpignanesi, facendo esplicito riferimento alla nostra formazione politica, come se avessimo iniziato a “dialogare” (termine più politically correct rispetto a “fare trattative”), senza nemmeno sapere chi sarà il segretario e da chi sarà composto il direttivo del partito a livello locale.
Non voglio insegnare il mestiere a nessuno, però esprimo la nostra preoccupazione rispetto al fatto che, dando sempre informazioni unilaterali, che siano il Pd, o le forze di maggioranza, ad avere spazio senza contraddittorio sui giornali, non arrivino dei messaggi fuorvianti agli elettori, dei quali il nostro successivo intervento può solo in parte correggere il tiro.
Notizie relative a un Pd che “apre” alla lista civica Alpignano SiCura, grazie al “buon rapporto” con noi, poiché rappresentiamo “una realtà significativa”, alla “disponiblità” o addirittura la “necessità di aprire il confronto”, scaturiscono esclusivamente da un confronto tutto interno da parte dei militanti del Pd e avrebbero richiesto un commento della controparte, per il cosiddetto dovere di cronaca. Perché a questo punto giornalisti e lettori potrebbero chiedersi, dal momento che siamo stati spesso indicati anche come simpatizzanti del Comitato pro-Renzi, se Alpignano SiCura stia giocando maliziosamente al gioco degli adescamenti, per vendersi al migliore offerente, oppure se non si tratti di un interesse, da parte delle – due? - anime del Pd, a presentarci come futuri potenziali alleati, per enfatizzare le tensioni esistenti tra le molteplici anime della sinistra alpignanese.
Se le domande possono essere queste, diamo solo un tipo di risposta: Alpignano SiCura non sta condividendo nessun tema o progetto con il Partito Democratico, né con altri partiti. Non si possono confondere le chiacchierate in piazza, che non neghiamo mai a nessuno, con “buoni rapporti” sul piano politico.
Alpignano SiCura non ha modificato la propria natura di lista civica, nata dal desiderio di un gruppo molto coeso di liberi cittadini, di dare vita a una proposta alternativa ai partiti. La credibilità e il grande consenso che abbiamo avuto e mantenuto in questi anni dipendono proprio da chi siamo e dalla lucidità con cui stiamo svolgendo il nostro ruolo critico di movimento di opposizione.
Pur consapevoli che noi potremmo avere un’influenza determinante nella definizione degli equilibri futuri – e su questo faremo al momento opportuno le adeguate riflessioni - la nostra apertura ad altre forze politiche, se avverrà, dipenderà solo ed esclusivamente da chi saranno i protagonisti, con la loro storia personale e con le loro competenze, dello scenario politico in divenire, e se avranno interesse a parlare di programmi. E a oggi, che si tratti di Comitati pro-Renzi o pro-Cuperlo, o di altri, i personaggi e le storie non ci raccontano nulla di nuovo e sarà ben difficile che, restando così le cose, si possa pensare di riuscire a condividere un progetto e un processo politico per la ricostruzione dell’immagine di Alpignano."

E adesso, la bella iniziativa:
VIVERE A SPRECO ZERO