venerdì 26 aprile 2019

Il Salone Off... ad Alpignano



Quest’anno per la cultura ad Alpignano c’è un’importante novità.
Già dalla scorsa edizione l’assessore alla cultura di Alpignano era riuscita a portare Alpignano all’interno del cartellone del Salone Off, ma quest’anno la collaborazione è stata mirata a un progetto condiviso, a cui il Salone Off ha aderito con entusiasmo, accogliendo la valenza culturale della proposta.
Il nostro comune è stato quindi inserito nel circuito del Salone off, un ricco programma di iniziative che si pone l’obiettivo di portare il Salone del libro al di fuori dei padiglioni del Lingotto e di dar luce ai quartieri di Torino e ai Comuni della Città Metropolitana attraverso incontri, dialoghi, reading, spettacoli, concerti, proiezioni di film e documentari, mostre, degustazioni, passeggiate letterarie e workshop per tutte le età.
Gli appuntamenti del Salone off sono compresi tra il 3 e il 19 maggio 2019, periodo in cui le proposte ad Alpignano sono ben tre, tutte curate dall’associazione teatrale “Assemblea Teatro”:
  • domenica 5 maggio, ore 11: Giacomo Leopardi: così lontano, così vicino, incontro-spettacolo in occasione del bicentenario de L’infinito.
  • sabato 11 maggio, ore 21: Il funerale di Neruda, spettacolo scritto da Renzo Sicco e Luis Sepulveda, focalizzato su Pablo Neruda, estimatore e amico della famiglia Tallone.
  • domenica 19 maggio, ore 11: Aperitivo con l’autore, intervista-spettacolo ad Alberto Schiavone, autore del libro Dolcissima abitudine.
I primi due incontri si svolgeranno nella raffinata cornice del giardino dell’editore Tallone, in via Diaz 9 ad Alpignano, luogo dalla straordinaria vocazione letteraria, in grado di attirare protagonisti del mondo della cultura nazionale e internazionale. Una eccellenza, quella di Alberto Tallone Editore, che sta portando ancora oggi il nome di Alpignano nelle più prestigiose istituzioni culturali internazionali. Quale sede più idonea per accogliere e valorizzare un evento tutto dedicato ai libri, alla letteratura, al teatro?
Il 19 invece ci spostiamo in un altro luogo rappresentativo della nostra città, l’Ecomuseo Cruto, che ospiterà un autore contemporaneo, selezionato dal Salone del libro.
La collaborazione con Salone off è stata molto attiva e ha permesso in breve tempo di dare vita al progetto, che è in parte anche stato finanziato dal Salone Off.
La città di Alpignano ha risposto con altrettanto entusiasmo a questo progetto; alcune realtà del territorio hanno offerto sostegno e collaborazione alla sua realizzazione tramite sponsorizzazione: la Fondazione Mario e Anna Magnetto e le Onoranze funebri Baudino hanno erogato un contributo, mentre l’Associazione Commercianti di Alpignano accoglierà gli spettatori al termine degli appuntamenti dell’11 e del 19, con un rinfresco per tutti. A tutti loro vanno i più sentiti ringraziamenti dell’amministrazione, anche a nome della città.
Si propone quindi un ciclo di appuntamenti di qualità e di grande risonanza nel territorio, grazie al collegamento con il Salone internazionale del libro e Salone Off, risultato di una precisa scelta politica che ha voluto investire proprie risorse nella crescita culturale della comunità alpignanese, affidandone l’organizzazione al principale promotore culturale della città, che è la Biblioteca comunale.

Tutti gli incontri sono a ingresso libero e gratuito, fino a esaurimento posti.
Al termine di ogni incontro verrà offerto un rinfresco.
In caso di maltempo gli appuntamenti del 5 e dell’11 si svolgeranno nel Salone polifunzionale dell’Opificio Cruto, in via Matteotti 2.

giovedì 25 aprile 2019

La Libertà è un gioco di squadra



Intervento del consigliere Giacomo Bosio in occasione delle celebrazioni dell'anniversario della Liberazione 2019

Parlando della Liberazione, della festa che ricorda la riconquista di Pace e Democrazia nel nostro Paese, mi piace fermarmi a considerare che questo evento non fu un fatto legato all'intraprendenza di un singolo; non fu neppure l’iniziativa di qualche politico illuminato, né si lega al nome di un particolare stratega. L’esercito alleato, pur sotto la guida dei propri comandanti, era per l’appunto un organo composto da molte persone, e un partigiano non sarebbe andato molto lontano contando solo sulle sue forze. Insomma, la Liberazione è un gioco di squadra. Uso il presente in modo voluto, perché questo evento, così come gli ideali che ho citato e di cui è stato portatore, sono conquiste che vanno difese anche (anzi, soprattutto) quando il passare del tempo ci porterebbe a darle per scontate, o addirittura quando qualcuno vorrebbe stravolgere il senso di questa giornata, raccontandoci che si tratta di qualcosa di “divisivo”. Eppure pace, democrazia e libertà sono valori che possono essere difesi solo nella stessa maniera con cui furono conquistati, e cioè giocando di squadra, poiché per loro natura si reggono sulla condivisione e sulla partecipazione.
Ne discendono due considerazioni. La prima è che nessuno deve essere escluso dal gioco, e qui sta il compito della politica a tutti i livelli – anche il nostro; ma ne consegue anche che nessuno deve considerarsi escluso dal gioco, chiudendosi nella propria sfera privata. Al contrario, è necessario aprirsi verso l’esterno, per diventare compiutamente “uomini politici”, nel senso di persone che si dedicano alla propria polis, alla propria comunità. Questo significa qualcosa di diverso per ognuno di noi: per i giovani significa studiare, nel senso latino di appassionarsi alla cosa pubblica; per gli adulti tramandare, ovvero portare avanti, attraverso il tempo, la staffetta (e qui il termine ha volutamente un doppio senso sportivo) dei valori alla base del dialogo democratico: su tutti l’ascolto e il rispetto reciproco. Per tutti, questo significa informarsi e partecipare, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, con una attività o una funzione che concorra al progresso materiale e spirituale della società. Sono parole che dovrebbero suonare familiari e, se vi dicono qualcosa, è perché probabilmente le avete lette dall'articolo 4 della Costituzione, da cui sono tratte.
Insomma, la società libera e democratica che oggi celebriamo, rinata quel 25 aprile di tanti anni fa, ha bisogno di ciascuno di noi. Qualcuno una volta ha detto: “Il senso della vita sta nel trovare il proprio talento. Lo scopo della vita sta nel condividerlo con gli altri”. Queste parole siano il nostro miglior augurio per questa festa, che è di tutti noi nella misura in cui ci impegna e ci interroga individualmente rispetto al nostro ruolo in tutti gli ambiti sociali, dalla famiglia, al nostro comune, al nostro Paese, al nostro continente, e in definitiva in quella grande squadra che è l’umanità, la quale solo con il contributo di tutti potrà far fronte con successo ad ogni possibile crisi e avversità. 

Buon 25 aprile a tutti.