Intervento del consigliere Giacomo Bosio in occasione delle celebrazioni dell'anniversario della Liberazione 2019
Parlando della Liberazione, della festa che ricorda la riconquista di Pace e Democrazia nel nostro Paese, mi piace fermarmi a considerare che questo evento non fu un fatto legato all'intraprendenza di un singolo; non fu neppure l’iniziativa di qualche politico illuminato, né si lega al nome di un particolare stratega. L’esercito alleato, pur sotto la guida dei propri comandanti, era per l’appunto un organo composto da molte persone, e un partigiano non sarebbe andato molto lontano contando solo sulle sue forze. Insomma, la Liberazione è un gioco di squadra. Uso il presente in modo voluto, perché questo evento, così come gli ideali che ho citato e di cui è stato portatore, sono conquiste che vanno difese anche (anzi, soprattutto) quando il passare del tempo ci porterebbe a darle per scontate, o addirittura quando qualcuno vorrebbe stravolgere il senso di questa giornata, raccontandoci che si tratta di qualcosa di “divisivo”. Eppure pace, democrazia e libertà sono valori che possono essere difesi solo nella stessa maniera con cui furono conquistati, e cioè giocando di squadra, poiché per loro natura si reggono sulla condivisione e sulla partecipazione.
Ne discendono due considerazioni. La prima è che nessuno deve
essere escluso dal gioco, e qui sta
il compito della politica a tutti i livelli – anche il nostro; ma ne consegue
anche che nessuno deve considerarsi
escluso dal gioco, chiudendosi nella propria sfera privata. Al contrario, è
necessario aprirsi verso l’esterno, per diventare compiutamente “uomini
politici”, nel senso di persone che si dedicano alla propria polis, alla
propria comunità. Questo significa qualcosa di diverso per ognuno di noi: per i
giovani significa studiare, nel senso latino di appassionarsi alla cosa
pubblica; per gli adulti tramandare, ovvero portare avanti, attraverso il
tempo, la staffetta (e qui il termine ha volutamente un doppio senso sportivo)
dei valori alla base del dialogo democratico: su tutti l’ascolto e il rispetto
reciproco. Per tutti, questo significa informarsi e partecipare,
secondo le proprie possibilità e la propria scelta, con una attività o una
funzione che concorra al progresso materiale e spirituale della società. Sono
parole che dovrebbero suonare familiari e, se vi dicono qualcosa, è perché
probabilmente le avete lette dall'articolo 4 della Costituzione, da cui sono
tratte.
Insomma, la società libera e democratica che oggi celebriamo,
rinata quel 25 aprile di tanti anni fa, ha bisogno di ciascuno di noi. Qualcuno
una volta ha detto: “Il senso della vita sta nel trovare il proprio talento. Lo
scopo della vita sta nel condividerlo con gli altri”. Queste parole siano il
nostro miglior augurio per questa festa, che è di tutti noi nella misura in cui
ci impegna e ci interroga individualmente rispetto al nostro ruolo in tutti gli
ambiti sociali, dalla famiglia, al nostro comune, al nostro Paese, al nostro
continente, e in definitiva in quella grande squadra che è l’umanità, la quale
solo con il contributo di tutti potrà far fronte con successo ad ogni possibile
crisi e avversità.
Buon 25 aprile a tutti.
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