mercoledì 24 agosto 2016

Terremoto in centro Italia del 24 Agosto 2016


In queste ore concitate, per molti di noi anche di vacanza, il  primo nostro pensiero va alle famiglie delle vittime del terremoto di questa notte. A chi ha perso un figlio, un genitore, un fratello, un amico, un vicino di casa. Il nostro primo pensiero va a chi sta sperando di vedere un proprio caro e vive nella trepidazione, nell’angoscia contando i minuti.

Ora però è il momento della generosità tutta italiana, quelli del fare.
Di chi il proprio dolore lo deve  trasformare in caparbietà, in  tenacia ed in forza, fisica e d’animo.
Da chi lavora con i mezzi meccanici per aprire le vie ai mezzi di soccorso a chi sta scavando a mano fin dalle prime ore di questa notte, a chi sta dando sostegno psicologico e sta approntando le tendopoli per l’emergenza, a chi sta garantendo il sistema di comunicazione.

In questo momento il nostro cuore ci chiederebbe di partire immediatamente verso quei luoghi, dall’altra la ragione ci chiede di attendere notizie e di renderci utili secondo le  indicazioni che verranno proprio da quei luoghi.

Nei tanti momenti difficili gli italiani tutti hanno saputo essere una cosa sola.
Ora è il momento dell’azione immediata e della commozione, poi avremo anche quello della solidarietà, che  è il momento più lungo e difficile.  Il popolo italiano e la nostra generazione tante volte si è trovata a dover condividere queste ore di profondo dolore, dal Friuli alla Sicilia.

Alpignano SiCura e SiAmo Alpignano  si stringono in un abbraccio simbolico alla tanta sofferenza di questi momenti.

venerdì 12 agosto 2016

TRASVERSALITÀ, COMPETENZA E PASSIONE



Trasversalità, competenza e passione sono le tre parole-chiave con cui abbiamo raccontato il nostro progetto civico, nel tentativo di sintetizzarne le principali caratteristiche che ci accomunano.

La trasversalità è un’idea molto attuale, per affrontare questioni politiche, in quanto evidenzia il superamento, ormai dimostrato dalla prova dei fatti, di ideologie novecentesche, storicamente incarnate da “destra” e “sinistra”.

La competenza è una dote fondamentale, ovvero la capacità di individuare il filo rosso che lega il riconoscimento dei problemi all’utilizzo degli strumenti più idonei per risolverli.

Sul termine “passione”, in rapporto alla politica, si accavallano invece secoli di riflessioni filosofiche, che vanno da Platone, passando da Sant’Agostino, Machiavelli, il Romanticismo e giungono ai giorni nostri filtrate da un secolo in cui passioni nefaste, che sono riuscite a diventare collettive, hanno sconvolto il mondo e decimato generazioni ed etnie.

Il rapporto tra le passioni individuali e le passioni collettive, con le adeguate ricadute politiche, è ben analizzato in un recente pamphlet intitolato Passioni e politica, i cui autori, Paul Ginsborg e Sergio Labate, uno storico e un filosofo contemporanei, percorrono questo excursus storico nel tentativo di trovare una sintesi, per la politica attuale, affinché le passioni forti non mandino in crisi la democrazia e riescano a trasformarsi in percorsi collettivi positivi.

Affinché il pluralismo naturalmente insito nel concetto di trasversalità non venga mandato in crisi, occorre mettere in equilibrio le diverse passioni individuali ed esprimere questo bisogno in forma collettiva.

Scrivono a tal proposito i due autori:

“la vera differenza tra un uso critico e un uso ideologico delle passioni non sta tanto nella distinzione fra passioni positive o negative, tristi o gioiose, ma in quella fra passioni che spingono a una soddisfazione puramente individuale e passioni che hanno come fine il desiderio di costruire connessioni. Tra passioni senza legami e passioni comuni”.

“La politica è il luogo in cui possiamo vivere una strana specie di passioni, le ‘passioni comuni’. […] La politica si definisce in funzione della sua capacità di rafforzare le nostre passioni rendendole ancora più forti, ancora più liberanti, ancora più autentiche. Un vero e proprio governo politico delle passioni  […] che si allargano, si legano, si comprendono attraverso il lavoro intellettuale.”

Ma “le passioni producono conflitti e non sono facilmente controllabili o comandabili. Non producono unanimità né consenso facile. Richiedono una deliberazione comune circa il loro governo. La sensazione più ricorrente è che la politica maschile, ancora prevalente, ci abbia costretto a contesti in cui non sappiamo più distinguere tra ‘fare una guerra’ e ‘attraversare un conflitto’. L’etica del conflitto richiede un riconoscimento che le differenze non possono mai annientarsi e che l’unanimismo delle passioni produce una società pietrifica […]. Stare dentro il conflitto vuol dire cercare insieme un governo costruttivo delle passioni, connettendo differenti passioni, stati d’animo e attitudini – come la mitezza e la fermezza – e trovando un modo per gestire il disaccordo in forma virtuosa. Un’ecologia politica delle passioni, è questo ciò di cui abbiamo urgente bisogno.

“L’insieme delle passioni politiche positive al giorno d’oggi dovrebbe differenziarsi fortemente rispetto a quello tradizionale  […]. In una lista contemporanea accanto all’amore dovrebbero rientrare anche l’amore per la pace, la compassione, la generosità, la simpatia, la cura  […].

“Che vi sia anche nella vita politica una legittima esigenza di riconoscimento è cosa del tutto pacifica. Una persona che nel suo impegno politico accede a un giusto riconoscimento è sicuramente una persona più equilibrata. È una discussione molto di moda nella politica contemporanea. Si potrebbe dire che solo l’esperienza di essere riconosciuti – anche nella propria natura passionale – permette a ciascuno di partecipare pienamente alla vita pubblica. Dunque il riconoscimento anche emotivo sarebbe una precondizione necessaria all’esperienza di una buona partecipazione politica. Ma l’esigenza di un giusto riconoscimento non ha molto a che fare con la pretesa implacabile del riconoscimento di sé. Mentre nel primo caso si produce un sentimento di fiducia, nel secondo si produce una rivalità, un’impazienza e un risentimento perenni. Il riconoscimento non è più la condizione sentimentale che permette la partecipazione ma ne diventa l’unico obiettivo pulsionale. La politica sembra essere diventata un luogo dove s’incontrano persone che fanno della propria autorealizzazione il fine ultimo del loro impegno, sacrificando ogni costruzione paziente di passioni comuni […].”

“Vi è […] una regola d’oro sul modo in cui usare le passioni nella politica: esse possono essere passioni di molti o di pochi, ma non dovrebbero mai coincidere con le passioni di uno contro tutti. Vi è una saggezza affettiva, nella vulnerabile e nobile idea di rappresentanza, che suggerisce di costruire l’accordo (e il disaccordo) su passioni capaci di mobilitarci insieme  […]. Richiede passioni inclusive, non esclusive […] gruppi bridging (o inclusivi) [pittosto che] gruppi bonding (o esclusivi). Nel primo caso siamo prossimi alle passioni comuni e ai gruppi che tendono a promuovere identità e reciprocità più ampie; all’interno dei gruppi bonding, invece, si supportano interessi e passioni specifiche, con il rischio latente di affermare l’identità di un gruppo a spese di altri.”

“Basta poco perché l’egoismo, l’ambizione sfrenata, la disorganizzazione delle riunioni, i cosiddetti flamer, che sputano malignità sui forum, distruggano un’iniziativa nel giro di pochi mesi o al massimo di qualche anno. L’autodisciplina, la capacità di ascolto, l’uso rispettoso del tempo (soprattutto quello altrui), la mitezza associata alla fermezza, la grande attenzione alla forma oltre che al contenuto delle riunioni, soprattutto la messa in campo di passioni comuni, hanno la straordinaria capacità di smuovere le acque.



Con queste riflessioni i membri del progetto di civico Alpignano SiCura e SiAmo Alpignano augurano a tutti buone vacanze; vorremmo ritrovarci a settembre e iniziare tutti insieme un proficua attività di programmazione dei vari interventi di cui ha bisogno la nostra città.

mercoledì 3 agosto 2016

Comunicato di dissociazione dalle iniziative del gruppo NO TAV

Nella serata di giovedì scorso 28 luglio 2016 ad Alpignano si sarebbero dovuti svolgere due sit-in autorizzati: il primo in piazza Vittorio Veneto (piazza Girolina) a nome del gruppo CasaPound; il secondo, di reazione al primo, in piazza Caduti, sotto l’insegna dell’ANPI. La nostra città si è invece trovata a confrontarsi con un terzo gruppo, formato da un gruppo alquanto disomogeneo con bandiere NO TAV che,