Un momento del pranzo di lunedì a cui è seguito l'incontro tra il viceprefetto Donatella Giunti e gli ospiti del CAS Parlapà sulle questioni sollevate da questi ultimi nella scorsa settimana. |
Durante la scorsa settimana, prima di
fronte all’ex-Hotel Parlapà e poi a Torino sotto i locali della Prefettura, un
gruppo di ragazzi ospiti del Centro di Accoglienza Straodinaria hanno
protestato con un sit-in, lamentando alcuni disagi in particolare circa il
cibo a loro somministrato, le visite mediche e i costi relativi al permesso di
soggiorno. Già nella giornata di mercoledì 16 agosto, Paola Spena, vicario
del prefetto di Torino, aveva incontrato una delegazione dei richiedenti asilo
per ascoltare le loro motivazioni.
A seguito di un confronto è emerso che il
problema principale della rimostranza era dovuto all’impossibilità di introdurre
all'interno delle camere qualsiasi alimento o bevanda. Le lamentele nascono
anche dal fatto che non tutti riescono a rispettare gli orari di
distribuzione dei pasti presso la mensa del centro di accoglienza e perciò
spesso tentano di trasgredire il regolamento.
Il divieto di consumare i cibi fuori
dall’area mensa (che esiste in tutti i centri di accoglienza italiani
per ragioni igieniche) è stato tuttavia ribadito sia dai responsabili del CAS,
sia dalla Prefettura durante l'incontro tenutosi lunedì 21 agosto. In tale
occasione il funzionario della Prefettura, Donatella Giunti, ha biasimato il
comportamento di chi ha impedito l'ingresso al refettorio alle persone che non
hanno aderito alla protesta, ricordando a tutti gli ospiti l'importanza della
libertà individuale.
Dopo il pranzo, è stato illustrato il
“decalogo” delle regole cui debbono attenersi tutti gli ospiti del centro da
parte della Dr.ssa Giunti.
L’Associazione Acuarinto, nel frattempo,
ha acconsentito a variare maggiormente il menù introducendo saltuariamente piatti
etnici, sebbene sia i gestori, sia gli ospiti ammettano che non sarà
semplice venire incontro ai gusti di 300 persone di 18 nazionalità diverse.
Per quanto concerne il problema delle
marche da bollo per i vari documenti, il funzionario della Prefettura ha
precisato che il costo del permesso di soggiorno deve essere a carico
dell’associazione Acuarinto, mentre quello relativo alla carta d’identità
spetta ai rispettivi ospiti che ne fanno domanda.
La richiesta di una maggiore attenzione
all’assistenza medica, inoltre, è stata considerata priva di reale fondamento
poiché ogni migrante è assegnato a uno dei medici di famiglia del territorio,
oltre a poter ricorrere ad un medico privato messo a disposizione dai gestori
dalla struttura durante la settimana.
Al pranzo presso l’Hotel Parlapà con tutti
gli ospiti della struttura ed i gestori hanno inoltre partecipato il sindaco Andrea Oliva ed una delegazione del Movimento Cinque Stelle. Proprio il
sindaco, nella scorsa settimana, aveva richiamato l’attenzione sul fatto che
un’eccessiva concentrazione di richiedenti asilo sia un ostacolo alla
realizzazione di un’integrazione efficace, auspicando nuovamente una
ridistribuzione più equa dei migranti presenti sul territorio piemontese.
D’altro canto, la presenza dei migranti ad
Alpignano ha dato luogo a interessanti collaborazioni con il Comune e con
varie associazioni cittadine, ad esempio nel mese di giugno alcuni ragazzi
stranieri hanno collaborato con giovani alpignanesi alla nascente Consulta
Giovanile per la sistemazione dei locali al Movicentro. Molto bella anche
l’esperienza con il Judo Alpignano, che ha coinvolto un gruppo di stranieri in
una relazione di scambio reciproco: i ragazzi aiutano il maestro D’Abbene nella
preparazione dei tatami prima e dopo le lezioni e in cambio fanno attività
sportiva. Nel mese di luglio, invece, alcuni ospiti del Parlapà hanno lavorato
a fianco dei soci della sezione del CAI di Alpignano per sistemare il giardino
retrostante l’ex-scuola Riberi.