mercoledì 18 dicembre 2013

MOVIMENTI AL MOVICENTRO

Il progetto di Artom & Zanotti, del 2000


Lo scorso 27 novembre 2012 il Consiglio Comunale aveva approvato il progetto preliminare della variante al PRGC, per il cambio di destinazione d’uso di un’area di proprietà RFI a destinazione commerciale, nei pressi della Stazione Ferroviaria.
Questo passaggio pareva di fondamentale importanza, a dire della maggioranza, per poter procedere con l’”operazione Movicentro”, in quanto dal 2006 si attendeva che venisse approvato questo documento.
Per capirne la fondamentale importanza bisogna sapere che il terreno su cui è stato realizzato il Movicentro appartiene quasi interamente a R.F.I. s.p.a. In un accordo con la Regione Piemonte, si precisavano le condizioni con cui RFI avrebbe ceduto il diritto di superficie del terreno su cui è realizzato il Movicentro al Comune di Alpignano (che ne possiede solo una piccola parte, e per il cui accatastamento abbiamo già sborsato 15.000 euro di parcella), per 30 anni. Allo scadere dei 30 anni, R.F.I. sarebbe tornata in possesso dell’edificio.
L’Assessore all’urbanistica, presentando questa variante più di un anno fa, si chiedeva come mai l’atto non fosse stato portato avanti dalla Giunta Pinzi, dato che era di così fondamentale importanza, per poter firmare la convenzione tra R.F.I. s.p.a. e Comune, e poi anche dalla Giunta Andreotti, lanciando evidentemente delle accuse all’immobilità delle precedenti amministrazioni.
Atto che invece questa giunta porta avanti con solerzia, tant’è che lo scorso 29 novembre 2013 (un anno dopo) passa in Consiglio Comunale il progetto definitivo.
Le premesse però sono cambiate: forse tutta questa attesa era necessaria, sono stati fatti i dovuti approfondimenti, in fondo questo ritardo non è da attribuirsi alle amministrazioni che si sono succedute ma a RFI, perché ha cambiato tante volte idea, referenti, e poi in generale sono intervenuti processi storici che hanno modificato i presupposti dell’accordo quadro iniziale (quello che istituisce i Movicentri, che risale al 2001).
Iniziamo quindi ad addentrarci nell’”Operazione Movicentro” con maggiore curiosità, dato che l’idea iniziale che avevamo del Movicentro, ovvero di un’opera ancora incompiuta a causa di alcuni colpi di sfortuna, stona con la sequenza di questioni ancora irrisolte che avrebbero forse comunque bloccato tutto per qualche tempo (così come sta avvenendo di fatto per il Palasport, concluso da più di un anno).
La prima delle questioni irrisolte parte dalla considerazione che noi concediamo alle Ferrovie l’utilizzo a fini commerciali di un terreno in cambio del diritto di superficie di un altro, per cui non era richiesta compensazione.
Questo aspetto era già stato dibattuto nel 2006, quando Agrimano (attuale assessore ai LL.PP) era Presidente del Consiglio della giunta Pinzi e l’allora opposizione (in particolare il Consigliere Liccardi) interveniva sulla vicenda ricordando che proprio la precedente amministrazione Accalai (in cui attuali amministratori già militavano) si batteva per evitare di dover “regalare a RFI un terreno”, in quando i principi dell’accordo quadro (che dava vita ai Movicentri) prevedevano che RFI mettesse a disposizione dei comuni i terreni per il Movicentro, che è un’opera pubblica, senza generare lucro (art. 3 della Bozza di Convenzione Regione-Comune). 
Perché invece R.F.I. ha preteso il cambio di destinazione d’uso, per poter firmare la convenzione? 
Ma se noi oggi diamo a R.F.I. s.p.a. la possibilità di creare un’area commerciale prossima al Movicentro, e allo scadere della trentennale Convenzione di tornare anche in possesso di buona parte del Movicentro, IL COMUNE DI ALPIGNANO DI QUALI BENEFICI HA GODUTO? Tenendo conto che poi oltretutto per i 30 anni è già iniziato il conto alla rovescia (dal 2006), ci resta se va bene una ventina d’anni di affitti dei locali (negli allegati tecnici ai documenti si valutava questo diritto di superficie pari a circa 724.000 euro, circa 24.000 euro all’anno).
Però sappiamo anche che l’attuale politica del patrimonio, come dichiarato dall’Assessore ai LL.PP., è di dare i beni in gestione a un "prezzo politico", pur di non occuparsi delle manutenzioni, per cui ci disinteressiamo degli utili degli affitti.
Una parte dell’edificio, inoltre, sembra destinata a ospitare alcuni uffici comunali, che da Piazza Vittorio si sposterebbero qui, liberando altro patrimonio comunale (che fine farà è un altro capitolo). 
Il Movicentro non nasce però per diventare il Palazzo Comunale, è un progetto finanziato da Cipe e Regione per incentivare l'interscambio modale, creando strutture a servizio principalmente dei passeggeri del trasporto pubblico. L’"Operazione Movicentro" è un progetto su scala nazionale messo in moto nel 2000, con il presupposto di rivoluzionare la viabilità lì dove vi fosse una stazione ferroviaria a servizio di un sistema metropolitano.
L’idea era grandiosa, e la Regione aveva un ruolo propulsivo, finanziando per circa 31.000 euro il progetto iniziale del nodo di Alpignano, che aveva un valore di 22 milioni (poi ridimensionato a 3.800.000 euro), il Piano del traffico (di cui nulla sappiamo ancora – e d’altra parte come si fa a progettare un Movicentro senza piano del traffico?), facendo un accordo nel 2005 per incentivare la mobilità pubblica, dopo aver sottoscritto sia con RFI (nel 2001) sia con i Ministeri Economia e Trasporti (nel 2003) un Accordo di Programma quadro per la mobilità sostenibile.
Nessuno di noi ha finora potuto godere dei benefici di questa rivoluzione. Che cosa ne abbiamo ricavato?
Si dirà che abbiamo ottenuto un finanziamento per fare l’opera e abbiamo riqualificato l’area. 

Ma noi abbiamo ottenuto circa 3.800.000 euro di finanziamento, mentre l'opera complessiva e' arrivaTA a costare, FINORA, 7.200.000 EURO. E NON E' ANCORA TERMINATA. 
Possiamo ritenere che con la differenza, EVIDENTEMENTE STANZIATA DAL COMUNE DI ALPIGNANO, avremmo potuto riqualificare NON SOLO PIAZZA ROBOTTI MA MEZZA CITTà??? 

Finora abbiamo assistito a un inutile e squalificante teatrino delle accuse: “l’opera la dovevi fare tu, no tu, è colpa tua, no è colpa tua”, trasformando un’operazione che doveva rappresentare una rivoluzione per il concetto di mobilità urbana, di cui non si vedono i frutti, in un’opzione da campagna elettorale. 
Forse la fastosa inaugurazione che avverrà durante la prossima campagna elettorale ci farà dimenticare tutti questi guai? 
L’autodifesa è che comunque si deve andare avanti, non potendo lasciare così le cose. Certo, e ci mancherebbe, ma possiamo iniziare a parlare di responsabilità politiche di scelte disastrose per la nostra città, dalla piscina in avanti? E chi può scommettere che invece le cose per il presunto sottopasso di via Verdi – altra operazione assurda dell’amministrazione - andranno meglio?

È ora di smettere di credere alla propaganda di questa amministrazione e di iniziare a chiedere delle risposte. Noi vogliamo sapere il perché delle cose e ci chiediamo se chi ha le responsabilità politiche dei danni alla nostra città (piscina in primis) possa continuare a godere di credibilità e di fiducia da parte dei cittadini. 

E adesso, finalmente, anche le belle iniziative:

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