giovedì 18 luglio 2013

CHE FINE HA FATTO IL PIANO REGOLATORE?



Ma avevamo capito bene, che entro giugno 2013 sarebbe stato presentato il progetto preliminare del nascente Piano Regolatore Generale Comunale?
Eppure su “La Valsusa”, 20 dicembre 2012 era proprio dichiarato così.
In realtà, ci pare, questo fosse già un differimento, poiché, anche se purtroppo non siamo in grado di citare le fonti, dopo l‘approvazione della delibera programmatica, nel marzo 2012, era stato detto che il preliminare sarebbe stato presentato entro l’anno. Ci ricordiamo così.
Ora si sa, qualcuno lo ha detto nell’ultimo Consiglio Comunale del 4 luglio scorso, che la data di consegna slitta all’autunno (ovvero al trimestre settembre-dicembre 2013): circa un anno dopo le previsioni iniziali. Perfettamente in linea con tutte le altre previsioni, come ad esempio la propagandata consegna del sottopasso pedonale di Via Pietre entro l’estate (i documenti ufficiali in realtà riportano come fine dell’opera il I trimestre del 2014), l’apertura del Movicentro, la messa in funzione del Palasport, il wi-fi, il giornalino comunale per l’opposizione, e via dicendo (cfr. post Stiamo ancora spettando…, del 7 maggio 2013 ).
Ma tornando al Piano regolatore, appena pochi giorni fa è stato conferito un nuovo incarico ai professionisti per 33.000 euro (un inciso, il bilancio appena approvato stabilisce che per tutto il 2013 ci sono a bilancio 5.200 euro per le consulente esterne – e quindi abbiamo già sforato?), per la ricognizione della normativa sul centro storico. Dall’entità della cifra parrebbe un lavoro piuttosto oneroso. E lungo.
Forse ci si era dimenticati del centro storico, anche perché, nella ipotesti di rinascita del centro storico su cui tutti i programmi elettorali avevano puntato, c’è da affrontare una questione piuttosto preoccupante, cioè la presenza di abitazioni private a piano terra, lì dove un tempo c’erano negozi, che a quanto pare continuano a essere autorizzate: come si farà in tempi brevi a sostituire i tinelli con le botteghe artigiane?
Si sa, che nella redazione dei piani regolatori una grande attenzione viene normalmente posta sui terreni che devono godere della benedizione dell’edificabilità. E seppur non si tratterà più di grandi operazioni, tali conversioni, nella ambigua definizione dei cosiddetti “lotti di completamento”, renderanno edificabile qualche terreno di periferia, in base a qualche criterio, che deve proprio essere definito da un piano regolatore.
Non è una cosa facile, affrontare un piano regolatore. Si sa.
Che cosa blocca veramente la redazione del progetto?
E soprattutto, ce la si farà a vedere entro la legislatura il Nuovo Piano Regolatore Comunale? Perché se così non dovesse essere, e dovesse subentrare una nuova amministrazione, si ricomincerebbe da capo. Ricordiamo che l’incarico risale al 2009, per un importo di 248.000 euro. Da allora, tra continui stop and go, sono state via via attribuite diverse integrazioni, anche se non sapremmo dire ancora quanto sia già stato speso a oggi per la stesura di tutti i documenti necessari per andare avanti con i lavori. Questo sarà un lavoro su cui vorremmo impegnarci, da qui in avanti, perché l’argomento è troppo importante e determinante per il futuro della nostra città e vogliamo essere preparati per affrontarlo al meglio, quando sarà il momento.
Intanto vorremmo sapere: chi si sta preoccupando di sapere che tipo di città immaginano gli abitanti di Alpignano? Quali strumenti sono stati utilizzati per condividere le decisioni?
Immaginano una città di villette a schiera in paramano con scala esterna oppure immaginano una città organizzata, funzionale e attiva, dove pubblico e privato instaurano un mutuo rapporto, dove il centro storico, com’è naturale che sia, riverbera su tutto il territorio, dove il costruito è armonicamente inserito in un tessuto urbano “progettato”, dove le persone sanno dove andare e che cosa fare perché ci sono funzioni chiare e una mobilità flessibile, dove il verde ha un ruolo di reale tessuto connettivo, dove la salute, il benessere e la cultura dei cittadini sono bisogni primari come l’abitare?

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