giovedì 9 gennaio 2014

QUI LO DICO E QUI LO NEGO



A chi fa politica dopo aver frequentato strane scuole di propaganda, non deve creare nessun problema gestire una verità che si imposta sempre su due livelli: la verità delle cose come stanno e la verità “politica”, a cui fa da eco molto spesso l’informazione mediatica.
A noi che vorremmo sapere come sono andate le cose, per tutto ciò che ruota intorno alla Convenzione con RFI per la soppressione del passaggio a livello, qualche problema lo crea, e forse anche ai cittadini, ma non possiamo far altro che formulare delle ipotesi su questo nostro blog.
Proviamo allora a mettere dei filtri a questa arrovellata vicenda, tentando di dare una lettura - che è la nostra lettura - dato che non potremo mai sapere quale sia la verità, pur chiedendone continuamente conto ai diretti interessati.
Riferendoci solo ai documenti che siamo riusciti a recuperare e alle dichiarazioni ufficiali dei politici di maggioranza, potremmo delineare una serie di passaggi più o meno così:
fase 1
la Giunta Andreotti non riesce a portare a termine quanto stabilito nel progetto esecutivo con RFI, ovvero la circonvallazione che avrebbe congiunto la SP 178 a via Garibaldi, attraversando la ferrovia in un punto più a valle del passaggio a livello, poiché il Sindaco decade a gennaio 2011, un anno e mezzo prima della scadenza naturale del mandato;
fase 2
la Giunta Da Ronco si insedia nel giugno 2011 e a un certo punto riprende in mano il progetto, ma stabilisce che la circonvallazione non rientra nel proprio programma elettorale e quindi non c’è più interesse nel progetto di RFI (per il quale peraltro RFI aveva presentato un conto di circa 500.000 euro);
fase 3
l’amministrazione deve comunque affrontare il permanere di un problema di viabilità, per cui anche se non c’è più la circonvallazione resta sempre la necessità - peraltro non avvalorata da nessuno studio sul traffico - di deviare i veicoli dalla S.P. 178, attraverso il reticolo stradale già esistente, cercando un nuovo punto per attraversare la ferrovia;
fase 4
da un lato le ferrovie devono chiudere i passaggi a livello sulla linea Torino Modane, dall’altro il Comune di Alpignano è interessato ai ribassi d’asta generati dalle procedure pubbliche di appalto (cfr. La Valsusa all’indomani dell’approvazione della Convenzione: “L’obiettivo è quello di puntare ai ribassi d’asta così da avere ancora i fondi per la realizzazione del sottopasso del Movicentro e la realizzazione di una rotonda ai confini con Rivoli”), si trova l'accordo sancito dalla "famigerata" Convenzione: gli uffici, senza studi di fattibilità e piano del traffico, stabiliscono che il punto più idoneo per attraversare la ferrovia sia proprio quello del passaggio a livello, e vanno avanti su questa ipotesi, ovvero realizzare un SOTTOPASSO VEICOLARE TRA VIA VERDI E VIA XXV APRILE, ma sarà il Comune a portare avanti il tutto e non R.F.I.;
fase 5
a maggio 2012, nel momento in cui viene presentata la convenzione al Consiglio Comunale per la soppressione del passaggio a livello, è ormai chiaro che lo stanziamento per le opere compensative passa da 5.200.000 euro, che fino all’aprile 2012 era ancora riportato nelle documentazioni che noi abbiamo consultato, a 2.800.000 euro, forse perché, non essendoci più la strada, non è più necessario investire così tanto. Il Comune di Alpignano si sostituisce a RFI per le funzioni di Stazione appaltante. I decisori politici ritengono che possa portare vantaggi alla città che i ribassi d’asta di un eventuale appalto restino nel bilancio comunale e stabiliscono di assumere i rischi connessi al ruolo di stazione appaltante, piuttosto che lasciare, come previsto dagli accordi quadro, che siano le ferrovie a occuparsi si tutto (anche se la storia dei cantieri pubblici in realtà rivela sempre che gli appalti, alla fine, comunque costano sempre di più e i ribassi d’asta vengono sprecati in varianti e contenziosi).
Pur tuttavia questa risulta quindi essere LA SCELTA POLITICA DI CHI STA GOVERNANDO OGGI ALPIGNANO;
fase 6
non condividendo questa visione e questo modo di operare senza il supporto di uno studio preliminare, Alpignano SiCura inizia a sensibilizzare l’opinione pubblica, finché i cittadini in prima persona, alla chiusura vera e propria del passaggio a livello, senza più vie di transito, si mobilitano;
fase7
l’amministrazione, che dovrebbe essere in grado di motivare e difendere le proprie decisioni, non si assume in prima persona la responsabilità delle scelte e trova un escamotage: lasciamo che a decidere siano i cittadini, guidati da un professionista che di mestiere faccia, oltre che il progettista di sottopassi ferroviari, anche il mediatore per la progettazione partecipata;
fase 8
Alpignano SiCura chiede all’amministrazione di fornire entro il 2013 l’elenco delle opere da realizzare, i costi e i tempi e uno schema progettuale;
fase 9
viene pubblicato un bando per il progetto preliminare del sottopasso e l’aggiudicazione dovrebbe essere già avvenuta;
fase 10
abbiamo sollecitato la risposta della fase 8, che è arrivata ed è stata pubblicata nel blog di due settimane fa.
Ma non è la risposta che volevamo. Come si fa ad avere delle risposte, però, dato che la filosofia politica dominante continua a essere: QUI LO DICO E QUI LO NEGO?

Ci chiediamo ancora: non dovrebbero essere gli stessi amministratori a preoccuparsi di informare puntualmente i cittadini su ciò che stanno portando avanti?
Quando avremo il piacere di conoscere chi è il professionista che deciderà le sorti di questa parte di città e quale sarà il progetto di mobilità pensato per i cittadini di Alpignano? E quando e come inizierà a lavorare e per quanto tempo progetterà partecipatamente con i cittadini?
La lettera riporta che il cantiere partirà entro il 2014: quindi si sta già lavorando.
Noi non sappiamo che cosa l’amministrazione stia raccontando, in via privata, ai cittadini, né sappiamo se stia sotto sotto sperando che quest’opera non si faccia, così da tenersi il contributo per fare altro.
Se si prova a chiedere, ma tutto ciò che viene detto poi non ha valore, ma che te lo dicono a fare?
Se questi sono i presupposti dei grandi dialoghi che dovranno avvenire nel futuro, continuando a dire e a negare rischiamo proprio di non porre le basi giuste per il dialogo.

E ora, il link alle belle iniziative:
pubblichiamo per intero la lettera ricevuta dall’Ecomuseo Cruto, affinché trovi diffusione anche tramite il nostro servizio.

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