Un’infrastruttura ottocentesca divide il paese dal borgo più
amato/odiato dagli alpignanesi, quello che stravince il palio.
Sarà che l’unica cosa che si può fare di qua della ferrovia
è correre, forse è una forma di rivincita che cela uno dei desideri più inascoltati
di questo quartiere, quello di essere finalmente annessi al cuore della città,
da cui è diviso da sempre.
“Era dal 2007 che non avevo più la stretta esigenza di
attraversare la città a piedi, cioè da quando, avendo due bimbi molto piccoli,
dovevo scarrozzarli sul passeggino biposto, il che rendeva IMPOSSIBILE
caricarlo a braccia e scendere le scale del sottopasso della stazione. Quindi,
incoraggiandomi per il fatto che camminare comunque fa bene, mi spingevo dalla
via Antica di Rivoli fino al passaggio a livello, nella speranza di trovarlo
aperto. Il che succedeva una volta su tre.
Dopo il passeggino fu rimpiazzato dalla bicicletta con
seggiolino. Figuriamoci. Ho smesso di usare la bicicletta per anni.
Ne parlai con l’allora sindaco pro-tempore Andreotti, il
quale affermò che da lì a poco sarebbero iniziati i lavori di adeguamento del
sottopasso della stazione, la ciliegina sulla torta della conclusione prossima
del Movicentro. Era il 2006.
Nel frattempo, in questi anni di ritardi preannunciati, non si è nemmeno pensato a un’alternativa,
visto che le ferrovie sono un osso duro: creare un marciapiede in sicurezza con
pista ciclabile nello stradone di collegamento Rivoli-Alpignano. Chi vuole,
può.
Di questi lavori, che dovrebbero agevolare la mobilità, ancora
oggi non se ne vede traccia, anche se anticipati da un improbabile percorso
guidato per ipovedenti (ma anche per gli altri) che finisce nel vuoto! Speriamo
almeno che sia la fontana a regalarci delle emozioni.
Oggi, nel 2012, ho nuovamente l’esigenza di cercare un
attraversamento a raso, perché mio figlio ha subito un infortunio ed è
temporaneamente sulla sedia a rotelle. E, accidenti, però ha anche una voglia
matta di farsi un giro nella piazza in cui abitualmente gioca da anni, anche
solo per guardare.
Però può capitare di dover restare, in pieno pomeriggio,
sotto il sole, fermi per mezz’ora, nell’unico punto di attraversamento a raso – sempre
quello da decenni -: il PASSAGGIO A LIVELLO, protagonista indiscusso della
comicità del secolo scorso. Dopo quattro treni e svariati morsi di zanzare, l’infrastruttura consente a pedoni e ciclisti (le auto fanno immancabilmente dietro-front) di avanzare. E – non si dovrebbe dire - nel frattempo almeno due o
tre vecchietti e qualche bambino si sono buttati sui binari passando sotto le
barre abbassate. Ma chi può biasimarli?"
Così, come spesso accade partendo da riflessioni su casi
personali, si estende il ragionamento per tutti coloro che hanno questo tipo di
vincoli, spesso in modo permanente: mamme e nonni con passeggini, signore
anziane con il carrello della spesa del mercato, famiglie a spasso in
bicicletta, viaggiatori con pesanti bagagli, e anche persone immobilizzate su
una sedia a rotelle.
Certo, in alternativa ci sarebbe il veicolo privato, oppure
se proprio si è irriducibili delle passeggiate, si potrebbe passare dal
canalone di arrivo della provinciale (così sicuro bello e accogliente, la vera
“porta” di Alpignano); ma non sarebbe politically
correct proporre queste alternative: la ferrovia DEVE poter essere
attraversata in modo adeguato ai tempi e al nostro grado di civiltà.
La firma della convenzione* tra Ferrovie e Comune speriamo non trasformi questa vicenda da comica a tragicomica...
(*) il 17 maggio 2012 il Consiglio Comunale ha approvato la convenzione per la soppressione del passaggio a livello. Nel post della prossima settimana approfondiremo l'argomento richiamando il nostro intervento.
bravissima vai avanti cosi' questa e' una battaglia doverosa....... saro' al tuo fianco
RispondiEliminaCome al solito con efficacia ed efficienza! Brava
RispondiEliminaGianni