L'architetto Sorbo illustra il contenuto delle controdeduzioni nella serata di giovedì al Movicentro |
Nella
seduta di giovedì 29 novembre il Consiglio Comunale ha discusso e
approvato le controdeduzioni alle osservazioni fatte da Regione
Piemonte in merito alla variante generale del Piano Regolatore
alpignanese adottato nel 2015 dalla giunta Da Ronco.
La
corposa delibera è stata presentata dall’assessore all’urbanistica
Tamara Del Bel Belluz, che ha ripercorso le tappe del piano, che è
quel documento che regola la crescita e il futuro urbanistico del
territorio. L’assessore ha ricordato che il piano vigente
(datato 1997) è attualmente ancora in vigore poiché dopo
l’adozione del 2015 da parte dello stesso Consiglio Comunale il
piano è passato al vaglio della Regione: “Questa fase poteva
essere bypassata se la giunta Da Ronco avesse optato per la copianificazione, anziché produrre un documento autonomo e
attendere quindi le valutazioni di Regione Piemonte. Questo non è
stato fatto, per motivi a noi oscuri, e ciò ha portato a ben 64 pagine
di relazione e ben 224 osservazioni a livello urbanistico, ambientale e
geologico, a cui il Comune ha dovuto rispondere”.
Una
"sonora stroncatura", nonostante si siano investiti, complessivamente dal primo incarico di variante risalente al 2001, circa 724.000 euro: una quota insolitamente alta per un tempo di
realizzazione incredibilmente lungo – circa 15 anni. “Lo studio
che ha elaborato il piano ci ha informato che nell'incarico non era ricompreso dover rispondere alle osservazioni della Regione”, spiega Del Bel
Belluz. “Pertanto abbiamo dovuto procedere con un nuovo incarico, e risolvere
in 6 mesi le carenze del piano ereditato”.
Non
si sarebbe potuto rifare il piano da capo? “Certamente”, afferma
l’assessore. “Ma ciò avrebbe dilatato di molto i tempi, e il nostro Comune non può attendere oltre l’adozione di un documento così
fondamentale”.
La nuova professionista incaricata, l'architetto Sorbo, ha poi presentato al consiglio le principali criticità sollevate da
Regione Piemonte e le misure proposte per ovviare a tali problemi.
Dalla relazione emergono problemi tali da chiedere la ripubblicazione del piano, quali incoerenze
nell’assegnazione degli indici delle aree rispetto alle cubature previste, errori metodologici sulle schede normative, impossibilità di applicare la perequazione. “Un piano regolatore che dovrebbe regolare la
materia edilizia si trasforma così in un documento debole con ampi
margini interpretativi, con la possibilità di applicare le norme in
modo altrettanto flessibile a seconda di chi ci si trova davanti”,
commenta indignato il capogruppo di Alpignano SiCura Fabrizio Dosio.
Inoltre, durante gli anni di redazione molte norme sono cambiate e
così il piano è nato già vecchio ed ha dovuto essere aggiornato sotto innumerevoli aspetti:
esattamente come molte opere degli ultimi vent’anni, su tutte lo
stesso Movicentro ma anche il Palasport, con i suoi tempi di
realizzazione biblici e i suoi difetti strutturali evidenti fin
dall’inaugurazione (ad ottobre il consiglio ha dovuto stanziare 57.800 euro per la riparazione del tetto, a pochi anni dall’apertura).
La
maggioranza non ha mancato di sottolineare come uno dei cavalli di
battaglia di parte dell’opposizione, cioè la variante alla
provinciale, sia stato in realtà stroncato anche da Regione Piemonte
perché come variante sarebbe stata del tutto incoerente con il tracciato stabilito dalla pianificazione territoriale della Città Metropolitana - e sappiamo che la sua realizzazione avrebbe avuto la conseguenza di rendere edificabili aree attualmente agricole, con conseguente eccessivo
consumo di suolo (ne avevamo parlato in questo articolo). Nessuna traccia della strada RFI nel nuovo piano.
“Su questo, come sul
restituire l’area Gramsci ad edilizia scolastica anziché a
edilizia residenziale come previsto dal piano adottato nel 2015, la regione ha chiesto alla nostra amministrazione di fare una scelta politica”, sottolinea Pierpaolo Barbiani (Alpignano SiCura). Altre piccoli ma incisivi interventi, conseguenti alle osservazioni regionali, riguardano l'accogliemento dell'osservazione sull'edilizia popolare, al fine di non creare
ulteriori “aree-ghetto”, nonché la dichiarazione di area di
tutela ambientale per il Colgiansesco, in linea con la mozione per
la tutela del suolo presentata dai gruppi di maggioranza nel luglio
2017.
E’
stata inoltre regolata la possibilità di demolire le superfetazioni
del centro storico (tettoie, garage e simili non coerenti con l’area
storica), per chiarire i meccanismi con cui sia possibile recuperare e trasferire le cubature oggetto di perequazione.
La
votazione delle controdeduzioni ha registrato il voto positivo della
maggioranza (Alpignano SiCura e SiAmo Alpignano) e del Movimento
Cinque Stelle per l’opposizione. Astenuti i consiglieri di Articolo
Uno. Ancora una volta assente Alpignano Democratica, una delle forze di maggioranza committenti della variante in oggetto.
Il
piano così modificato resterà pubblicato per 30 giorni, più
ulteriori 30 giorni per le osservazioni da
parte dei cittadini, solo sulle parti modificate. Il responsabile dell’ufficio tecnico comunale,
l’architetto Franco Titonel, è intervenuto in Consiglio per
ribadire la massima disponibilità dell'ufficio tecnico ad accogliere eventuali richieste di chiarimento.
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