venerdì 11 luglio 2014

PRGC: I NODI IRRISOLTI

Indovinate qual è la prima cosa che siamo andati a guardare, quando abbiamo aperto le tavole del novo piano regolatore? Quale fosse la soluzione urbanistica prevista per la zona di Via verdi e via XXV Aprile. Ebbene: non c’è assolutamente traccia di soluzione.
Questo è uno dei nodi irrisolti a cui l’enfatizzato piano, quello che da 20 anni il comune e i cittadini stanno aspettando, non dà soluzione.
Vediamone alcuni, tra i più rilevanti, ricordando come tutto il piano si ispiri ai concetti di SOSTENIBILITA' – ammesso che si sia spiegato da qualche parte che cosa si intenda per sostenibile.
  • MOBILITA' E VIABILITA'
Da dove si evince il progetto sulla viabilità? Come dialoga Alpignano con l’area metropolitana? Con l’aeroporto, con il capolinea della metropolitana? Ci limitiamo a riconoscere il sistema delle tangenziali come unico sostegno al traffico, e la presenza della stazione ferroviaria, che peraltro ha ancora la stessa funzione che poteva avere negli anni ‘50.
Che cosa si è pensati per ridurre o deviare il traffico? Che cosa si fa per la viabilità di tipo pedonale e ciclabile, che è l’unica domanda a restare inesaudita e che rappresenterebbe la vera modernità? Non traspare nulla che parli da solo.
  • CRESCITA DELLA POPOLAZIONE
L’analisi dimostra che dei 20.000 abitanti previsti non se ne è insediato nemmeno uno, ma nonostante ciò abbiamo avuto un incremento di superficie fondiaria di circa la metà di quella prevista.
O le persone abitano in case più grandi, o ci sono molte case vuote, oppure sono aumentate le famiglie (ovvero diminuito il numero dei componenti delle famiglie). Questo tipo di risposta la dovrei trovare, per poter fare le scelte per il futuro. Ma per avere la risposta bisogna essersi fatti la domanda e la domanda non l’abbiamo vista: ovvero non conosciamo la stratificazione sociale, i modelli familiari prevalenti e le tendenze in atto.
Del piano è stato enfatizzato sui media l’aspetto di crescita zero. Invece si prevede una crescita di 1600 persone e quindi non trattasi di piano a crescita zero, ma di segno positivo. Se poi aggiungiamo tutti i PEC, siamo a una crescita addirittura a doppia cifra (sono almeno 4 o 5 i pec che abbiamo già esaminato, oltre la variante del Castello, del 2010, che porta a un incremento stimato di 2000 nuovi abitanti).
Crescita della popolazione significa maggiori pressioni su servizi già in crisi: basti pensare alle liste di attesa per gli asili, ai parcheggi, ai flussi di traffico, all’asl, alla posta.
Maggiore popolazione significa nuovi alloggi. Ma è stato fatto un censimento degli alloggi vuoti e sfitti, come chiede la provincia?
  • CRESCITA ATTIVITA' PRODUTTIVE
Da dove viene la domanda di nuovi insediamenti produttivi? Come sono state fatte queste valutazioni e che previsione c’è per il futuro?
Ci pare invece una controtendenza, ovvero che molte aziende, dati gli esagerati costi dei rifiuti, stiano pensando di andare dove hanno agevolazioni.
Il piano provinciale (art. 21) e regionale impongono la salvaguardia dei terreni di pregio e proprio lì sono stati fatti i cambiamenti di destinazione.
  • SCUOLE
Con quale visione strategica si è deciso di insediare una nuova scuola elementare al posto del Bocciodromo, ovvero nel posto più disagevole, congestionato e inquinato della città. E alcune zone, come Belvedere, o Campagnola, restano quelle meno servite, da quasi tutto (anche solo una farmacia).
  • VERDE
Alpignano gode di parecchio verde, ma è un verde anonimo a scarsamente attrezzato. Che cosa fa il nuovo piano regolatore per cambiare questa connotazione? Lascia sempre il compito ai privati, oppure a strutture sovraordinate, che devono integrare ad esempio le sponde della Dora in un progetto di viabilità ciclopedonale. Il valore del paesaggio è ciò che vedo da dentro casa oppure è quello struggimento per qualcosa che stiamo perdendo e che va trattato come una reliquia?
  • AREE SPORTIVE
Perché si pensa che il polo sportivo vada potenziato e accentrato? Nel tempo Alpignano ha perso le eccellenze della pallavolo, recentemente ha perso il rugby, i campi da calcio appena ristrutturati sono in stato di degrado e abbandono: ci sono idee per reindirizzare l’interesse degli alpignanesi verso un sport strutturato e organizzato? Perché altrimenti un polo sportivo così pensato è un’altra cattedrale nel deserto.
Si doveva fare ai tempi della piscina, ora serve ancora? Servono strutture leggere e attività diffuse, le strutture devono essere non permanenti e presenti su tutto il territorio.
Manca del tutto la connessione con il tema della salute, ulteriore cerniera con le aree attrezzate a verde pubblico, Perché pensare alla salute dei cittadini non significa pensare solo alla collocazione e alla gestione dell’Asl, ma favorire sport e attività all’aria aperta.
  • COESIONE SOCIALE
Alpignano invecchia ed è cresciuto il numero di immigrati. Anche solo sulla base di questi due aspetti è importante che si cominci a pensare a nuovi modi di abitare, di fare esperienza del tempo libero, di percepire i luoghi e di utilizzare la città, i suoi servizi e le sue infrastrutture.
Questo cambia senza dubbio il modo di utilizzare la città; ci vogliono spazi di inclusione, meno barriere architettoniche, luoghi per l’aggregazione.
Anche di questo, che denoterebbe qualche sforzo analitico che vada oltre il semplice aspetto urbanistico, non traspare nulla.
  • CENTRO STORICO
È come osservare un esame di rilievo. Quali potranno essere i passaggi successivi affinché dalla fotografia dello stato di fatto si passi a veri e propri piani di recupero guidati dalla mano pubblica?, Perché se lasciato alla libera iniziativa, l’intervento sul centro storico rischia di portare ulteriore frammentazione. I progetti di recupero dei centri hanno funzionato solo dove c’è stata una chiara idea del senso di centralità e della funzione urbana, insieme a fortissimi incentivi a intervenire.
Non è stato affrontato il tema della destinazione d’uso degli edifici al piano terra, spesso adibiti ad abitazione. Eppure si riscontra che il nostro centro storico ha l’anomalia della quasi assenza di funzioni commerciali. Non c’à una proposta di intervento che miri alla pedonalizzazione e alla creazione di un asse commerciale.
Ma interessa veramente a questa amministrazione? Eppure il programma era chiaro: rinascita del centro storico imperniato sul Castello, con scuola, pedonalizzazione e negozi.
  • DENSIFICAZIONE ATTRAVERSO I VUOTI URBANI
Si nota lo sforzo di recepire quella che è ormai diventato un concetto fondamentale, ma la sua trasformazione in prassi denota una mancanza di convinzione che forse deriva da una formazione architettonica che concepiva l’urbanistica come disciplina che opera prevalentemente nel campo della trasformazione urbana attraverso macro-interventi. Ora la moda detta nuovi modelli, non possiamo più allargare il perimetro urbano, non è più accettabile, anche gli strumenti di livello superiore lo vietano esplicitamente, e quindi si tenta di far crescere la città, perché questo purtroppo resta nel dna di molti amministratori e di molti urbanisti, attraverso una uniforme spalmata di cubatura aggiuntiva su buona parte del territorio già costruito, magari era l’unica parte della città in equilibrio e che non meritava trattamento, perché sono tipologie edilizie sufficientemente compiute e ben servite dal reticolo viario.
L’attenzione si sarebbe dovuta spostare su un’altra parte della città: il centro storico e la città del boom edilizio, anni 60, 70 e in parte anche anni 80. Per fare questo si deve avere un altro approccio metodologico, ovvero lo studio degli spazi residuali, dei vuoti urbani e degli isolati incompiuti, in senso orizzontale e in senso verticale.

Questa riqualificazione si può fare non con l’edilizia, ma con le soluzioni architettoniche. Le nuove generazioni di architetti sono preparate per affrontare queste sfide e le nostre città offrono centinaia di occasioni, per risparmiare suolo e riqualificare l’aspetto del costruito.

2 commenti:

  1. Chapeaux......veramente notevole.
    Bravissima consigliere Del Bel Belluz.
    Garibuia

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  2. Per un attimo ho pensato di essere nel paese delle meraviglie anzi nel paese della logica, del buonsenso, della coerenza....poi ho finito la lettura, ho guardato fuori dalla finestra quei raffazzonati preparativi del palio, quelle bandiere un po sbiadite come i nostri entusiasmi e ho capito che era un'illusione!

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