domenica 12 marzo 2017

Educazione alla legalità e all'ascolto al Movicentro

Si è concluso oggi il fine settimana dedicato al tema della legalità organizzato dal Comune di Alpignano in collaborazione con il Comune di Caselette. I due comuni hanno potuto collaborare anche grazie all'Associazione Calabresi che da anni opera sui due comuni sempre in prima linea per quanto riguarda il tema della legalità.
La manifestazione ha preso il via nelle scuole, laddove l'educazione alla legalità diventa fondamentale nella formazione dei "cittadini del futuro": i ragazzi degli istituti comprensivi di Alpignano e Caselette hanno potuto ascoltare e rivolgere domande direttamente a Giovanni Impastato, fratello di Peppino Impastato, giornalista e vittima di mafia la cui vita ha ispirato il film "I Cento Passi". 

Giovanni Impastato ha invitato tutti gli alpignanesi a visitare Casa Memoria, in particolare in occasione delle manifestazioni per il quarantennale dell'omicidio di Peppino, che ricorrerà il 9 maggio 2018.

L'incontro ha suscitato nei ragazzi forti emozioni e un'ottima risposta in termini di attenzione e partecipazione, come ha sottolineato Giovanni Impastato durante il suo intervento di sabato pomeriggio al Movicentro. Alla cerimonia del sabato erano presenti anche il prefetto di Torino, Renato Saccone, l'Assessore Regionale all'Istruzione, Giovanna Pentenero, la consigliera metropolitana Anna Merlin, il vicesindaco di Caselette, Giorgio Motrassino, e il presidente dell'Associazione Calabresi, Pasquale Lo Tufo, nonché il presidente e alcuni soci del gruppo folk "A Pacchianeddra Sansustisa", di San Sosti (CS), gemellato con l'Associazione Calabresi. Alla loro presenza il Sindaco Oliva ha scoperto la targa che intitola il salone d'ingresso del Movicentro a Peppino Impastato, e, in un breve intervento, ha raccontato di come si sia potuto immedesimare con Peppino, che come lui si era candidato a sindaco del suo paese, ricordando l'importanza della partecipazione di ciascuno all'interno dello stato, che non è un'entità estranea o addirittura ostile, ma corrisponde a ciascuno di noi. Oliva ha poi auspicato che la figura di Peppino possa essere di ispirazione soprattutto per i giovani che fruiranno del Movicentro.
Il pubblico di sabato pomeriggio
Giovanni Impastato, fratello di Peppino, ha poi raccontato di come per lui e suo fratello fosse difficile comprendere il sistema mafioso da piccoli, poiché erano nati al suo interno. I presenti hanno inoltre ricordato la determinazione e la sagacia usate da Peppino nella sua lotta, che ha assunto nel tempo una dimensione sempre più dissacrante e satirica, amplificata grazie alla radio che il giovane dirigeva nel piccolo paesino di Cinisi, proprio nei confronti di un sistema che invece si basa sulla reverenza e sul "rispetto". Giovanni Impastato ha inoltre ricordato il ruolo importante giocato dalla madre Felicia, e ha presentato le attività di "Casa Memoria", la casa da cui Peppino trasmetteva la sua radio oggi trasformata un laboratorio di legalità ricco di iniziative. Il complesso da qualche anno comprende anche l'ex dimora del boss Badalamenti, responsabile del suo omicidio, distante dalla sede della radio i famosi "cento passi". Giovanni Impastato ha invitato tutti gli alpignanesi a visitare Casa Memoria, in particolare in occasione delle manifestazioni per il quarantennale dell'omicidio di Peppino, che ricorrerà il 9 maggio 2018: una data importante per la quale sono già iniziati i preparativi.
Olimpia Orioli ha condotto domenica pomeriggio l'incontro sul tema "L'Arte di Ascoltare"

Dell'assenza e dell'indifferenza dello stato hanno invece parlato gli altri ospiti, Mauro Esposito, testimone del processo "San Michele", e Olimpia Orioli e Pino Masciari, cittadini onorari del nostro comune. Masciari ha voluto in particolare insistere sul modo in cui la mafia si presenta (e viene presentata), come una forza alternativa allo stato capace di interfacciarsi con i problemi reali della gente. In tal modo i mafiosi diventano delle "brave persone" e la mafia ne esce "giustificata". Olimpia Orioli, partendo dalla sua terribile esperienza, ha potuto approfondire domenica pomeriggio l'importanza dell'ascolto e della relazione verso se stessi e verso gli altri, come base per la crescita dei singoli e delle comunità: lo ha fatto con una discussione aperta dal titolo "L'Arte di Ascoltare".
Si conclude così un'iniziativa importante sia sul piano dei valori che intende trasmettere e nutrire nelle coscienze di tutti noi come cittadini, sia perché rinsalda e allarga gli orizzonti di collaborazione tra enti locali e associazioni, in vista di interessanti progetti di collaborazione futuri.


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