giovedì 14 settembre 2017

Comunicato dell'Amministrazione comunale sulla gestione dell'asilo nido

L’appalto di gestione dell’asilo nido comunale “don Minzoni”, un servizio a disposizione della comunità alpignanese dal 1975, è stato prorogato per tutto l’anno scolastico.
La decisione è stata presa dal sindaco Andrea Oliva in un confronto con il consorzio Naos, titolare dell’affidamento della gestione scaduta il 31 agosto scorso.
Il preannunciato appalto per la gara di affidamento per il triennio 2017-2020 non ha avuto partecipanti e ci si è quindi avvalsi dell’l’istituto della “proroga tecnica” ai sensi dell’articolo 106, comma 1, del Decreto Legislativo 50/2016, a patto che le condizioni proposte dal contraente fossero le stesse del precedente contratto o migliorative rispetto allo stesso.
Il Consorzio, il 30 agosto 2017, ha confermato tale disponibilità dichiarando l’intenzione di applicare una riduzione della tariffa base, che è stata portata a 615 euro al mese, anziché 675 euro, in linea con i principi già espressi nel bando appena pubblicato.
Il servizio del nido, oltre a garantire parità di opportunità rispetto alle possibilità lavorative, è sempre più sentito come un servizio educativo, tanto che in altri paesi si è affermata come principale istanza, per la quale le famiglie sono disposte a spendere. Molte famiglie, per ragioni legate ai redditi, sono giustamente invece molto più attente al costo del servizio. Queste due domande, di qualità dell’offerta educativa e di sostegno al reddito, devono conciliarsi in un unico servizio, che punta ai massimi standard ma modula i costi a seconda delle disponibilità economiche. È qui che entra il gioco il comune, con i contributi. Nel tempo questa disponibilità a finanziare i servizi a domanda individuale non è sempre stata lineare e ha dovuto anche far i conti con mutevoli esigenze di bilancio, poiché altri tipi di istanze esercitano forti pressioni sull’erogazione di servizi.
Per tale ragione abbiamo ritenuto necessario rimodulare i contributi alle famiglie.
Le ragioni politiche, sociali ed economiche che ci hanno portato a fare questa scelta sono presumibilmente le stesse valutazioni che sono state fatte già nel passato, in tutte le occasioni che le tariffe hanno subito un rialzo.
Nel 2008 la tariffa massima del nido era di 400 euro mensili. L’anno successivo era già passata a 450 euro, con un incremento secco di oltre il 10%, che a cascata ricadeva sulle varie fasce Isee. A novembre 2010 venne deliberato un aumento significativo di tutti i servizi a domanda individuale: mensa, trasporto, centri estivi, asilo nido. Per quest’ultimo addirittura si stabilì un aumento secco di 200 euro. Come è possibile verificare da un semplice calcolo, tra il 2008 e il 2011 si era pianificato di portare la retta da 400 a 650 euro, con un aumento di oltre il 60%. Evidentemente già allora il sostanzioso contributo, erogato alle famiglie, era ritenuto dall’amministrazione troppo oneroso e il servizio estremamente pesante per le casse comunali, tanto che se non fosse stato per la  presenza di dipendenti comunali il nido sarebbe stato probabilmente chiuso o privatizzato.
Tuttavia, grazie alle enormi pressioni mediatiche dei genitori, si decise di suddividere gli aumenti in due rate (gennaio e settembre 2011); ma nel luglio del 2011 questo secondo aumento è stato bloccato, per cui le rette sono rimaste ferme a 550 euro, fino a quando l’asilo è rimasto di gestione comunale.
È nel 2014, con la decisione di privatizzare il servizio, aggiudicato al Consorzio Naos, che la tariffa base massima (a carico delle famiglie che non presentano Isee o non residenti) è stata deliberata di un importo pari a 675 euro.
Stabilire oggi una retta massima a 615 euro non può quindi essere considerata un’operazione spregiudicata, poiché è una quota abbastanza in linea con gli standard dei servizi offerti alla collettività. La revisione dei contributi a ciascuna delle famiglie tenta di equilibrare il più possibile la destinazione di fondi pubblici alle varie fasce deboli, che non sono esclusivamente le famiglie con figli piccoli.
Ogni giunta ha il dovere di intervenire sul bilancio in modo da rendere espliciti i propri intenti programmatici, per definire il proprio indirizzo. E l’indirizzo di questa giunta è il sostegno alle persone in difficoltà tramite il ricorso al servizio socio assistenziale, che viene potenziato, poiché l’applicazione del solo Isee ha rivelato talvolta significative divergenze rispetto alla reale situazione reddituale.
Questa amministrazione ritiene preminente mantenere attivi e funzionanti sia la struttura, sia il servizio stesso e quindi non si è mai inteso rinunciare, pur nelle ristrettezze economiche del bilancio, al nido comunale, un servizio di qualità che speriamo possa essere a mano a mano riscoperto dalle famiglie, come “investimento” sull’educazione dei propri figli.

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